𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

'Homo Aeserniensis' vult decipi, ergo decipiatur

Su iniziativa del Partito Comunista dei Lavoratori Molise, Associazione Antimafia A. Caponnetto Molise, e Fiadel tutela utenti di Isernia, sin dal primo consiglio comunale di insediamento è stata chiesta la verifica della incompatibilità di alcuni consiglieri neo eletti della destra incluso l’ex sindaco Melogli, previo accertamento dell’avvenuta estinzione o meno del loro debito verso il Comune di Isernia, essendovi condanna al risarcimento di danni e sanzioni erariali stabiliti dalla Corte dei Conti centrale e regionale in via definitiva, a fronte di privatizzazioni illecite e violazioni finanziarie avvenute negli anni della gestione da parte delle giunte di destra.
Accertata la pendenza dei debiti da parte dei neoconsiglieri, il Consiglio Comunale aveva l’obbligo di contestare l’incompatibilità sin dalla prima seduta di convalida, affinché iniziassero a decorrere i dieci giorni perentori per la loro estinzione, pena la decadenza dalla carica di consigliere ex art.69 del TUEL.
Il Comune, però, ci ha negato l’accesso ai documenti per verificare se fosse o meno avvenuto il risarcimento, e pende un ricorso al garante dell’anticorruzione contro tale diniego; vista poi l’inerzia dell’amministrazione nell’attivare la contestazione di incompatibilità ci siamo rivolti al Prefetto che a sua volta ha sollecitato l’adempimento e, finalmente, si è arrivati al consiglio del 3 febbraio: ma qui è successo l’incredibile.
E’ dunque emersa la verità da noi inseguita: alcuni caporioni della destra isernina avevano mentito alla popolazione dicendo che avevano estinto il debito per i danni cagionati al Comune, sia in campagna elettorale sia con le autocertificazioni in sede di convalida.
Noi perciò andremo sino in fondo in questa battaglia di giustizia sociale e popolare, per scoperchiare il pentolone di quest’ennesima inquietante vicenda, tanto più che proprio grazie alla nostra iniziativa molti consiglieri, temendo la decadenza, hanno poi risarcito il Comune dopo anni di inerzia; e chiediamo che tali fondi siano destinati ai servizi sociali, unitamente a quelli ancora da recuperare.
La maggioranza consiliare, fatta eccezione di Ferri che ha votato contro, nonché Barone e Bottiglieri astenuti, ha deciso incredibilmente e scandalosamente di non procedere, cioè di salvare la destra di Melogli e compagnia rinviando sine die la contestazione di incompatibilità, così eludendo l’obbligo sociale e morale prima che giuridico ex art.69 TUEL.
Accogliendo così la loro proposta di “rinvio” fondata sul nulla assoluto.
Tanto per ricordarci che a Isernia ci sono i notabili intoccabili e che la borghesia affaristica isernina in fondo protegge sempre se stessa e le sue malefatte sociali, a danno delle classi popolari, qualunque sia il colore delle giunte comunali.
03/02/2022
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI – MOLISE 
 
(by nicola)

 

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