lunedì 29 marzo 2021

'PIAZZA PULITA' - Finita l'esposizione mediatica diventerà anche un processo di impegno civile allo Stato

 

Ho il massimo rispetto per il mondo dell'informazione, però quando si toccano questioni come questa bisognerebbe che si facesse un minimo di lettura anche critica della vicenda, proprio perché si tratta di una situazione non proprio ordinaria per la presenza di personaggi di spicco della malavita. Ora, credo che i giornalisti dovrebbero chiedersi come mai uno, che dai Nuclei Investigativi dei Carabinieri veniva indicato come l'unico in grado di poter prendere in mano le redini dei potenti clan Rega e Ianuale, ha potuto circolare indisturbato nel Molise dall'aprile del 2017 almeno fino all'aprile 2019, praticamente due anni, portando a compimento i reati di cui si parla nell'articolo, e cioè: traffico di stupefacenti ed estorsioni, alcune con l’aggravante del cosiddetto “metodo mafioso”, trasferimento fraudolento di valori, autoriciclaggio con il reimpiego di denaro frutto delle attività di spaccio attraverso un'attività commerciale. Peraltro questo personaggio di spicco della mala campana era arrivato a Bojano nell'aprile 2017 per un divieto di dimora in Campania del GIP di Napoli, provvedimento che è stato revocato nel dicembre 2017, nell'ambito di un altro procedimento che riguardava anche molisani e bojanesi che acquistavano stupefacenti proprio da quel personaggio. Ora, i giornalisti dovrebbero chiedersi come mai un personaggio di quel livello, a detta degli inquirenti, indagato anche per fatti di spaccio in ragione dei suoi rapporti con il Molise e con Bojano, una volta avuto il provvedimento del divieto di dimora in Campania sia potuto arrivare in Molise e proprio a Bojano, cioè nei luoghi per i quali era indagato. Ma la circostanza sulla quale si dovrebbe maggiormente riflettere è: nell'ordinanza con la quale sono stati incarcerati alcuni soggetti nell'ambito della operazione Piazza Pulita, con riferimento al personaggio di livello a pag. 89 si legge: " xxxxx (uno degli arrestati di Bojano) è stato il suo primo contatto al suo arrivo a Bojano nel maggio del 2017 perché si conoscevano da tempo". E qualche domanda i giornalisti dovrebbero porsela anche su un dettaglio davvero incomprensibile: sempre a pag. 89 dell'ordinanza applicativa della custodia in carcere si legge che i due predetti personaggi erano coindagati in un procedimento penale a Napoli proprio per fatti di droga. La circostanza, quindi, era nota agli inquirenti locali per cui ancor più non si capisce come quel personaggio di rilievo sia potuto arrivare nel Molise. Ad un certo punto il predetto decide di collaborare e comincia a rivelare all'AG i fatti relativi a Bojano, che, peraltro, per i i piccoli spacciatori locali, dovevano essere già noti. Ora, signori giornalisti, senza entrare nel merito di cose delle quali si discuterà nel processo, possiamo fare qualche riflessione: un soggetto viene a Bojano, si presume che è controllato dalla polizia giudiziaria visto il suo peso specifico nell'ambiente malavitoso, lo si lascia libero di interagire con persone dedite allo spaccio locale e lui ne rafforza la capacità di spaccio se è vero che ad uno solo di loro forniva 1 kg di cocaina al mese per sei mesi, fornitura poi interrotta e ripresa nel 2019. Poi alla fine cosa è successo? In galera ci vanno alcuni piccoli spacciatori locali, che, quindi, dovrebbero essere i "più pericolosi" anche se non gli si contesta alcun episodio di violenza o minaccia, e i personaggi di spicco sono fuori dal carcere. Ora, cari amici giornalisti, vi sembra che questa vicenda abbia una linea di razionalità? A me sembra che personaggi di rilievo della malavita sono stati liberi di agire in un contesto assolutamente ristretto di uso e vendita di sostanze stupefacenti, fisiologico per un territorio come il nostro, poi allargatosi, per qualcuno, a fenomeni estorsivi, con l’aggravante del metodo mafioso, minacce a mano armata, riciclaggio e reimpiego di denaro ‘sporco’. Ad un certo punto le "truppe straniere" sono state ritirate e inviate nei lidi domiciliari, mentre a noi sono rimasti in galera i cocci ammucchiati senza alcuna valutazione sulla effettiva pericolosità di ognuno, nonché la medaglia di base di sodalizi camorristici affibbiata alla Città di Bojano, senza che l'Amministrazione Comunale abbia ritenuto di chiedere doverosi chiarimenti a difesa di questa Comunità. Tutto questo vi sembra normale? Io credo che con queste premesse, e con altre che riguarderanno la politica criminale nazionale, il processo Piazza Pulita, finita l'esposizione mediatica, diventerà anche un processo, di impegno civile, allo Stato. Perché vi assicuro che si tratta anche di diritti civili quando in carcere ci vanno i pesci piccoli e gli squali se ne stanno tranquilli a casa. Ma stavolta non sarà certamente una passeggiata schierarsi dalla parte della verità, quale che sia, e i primi passi del processo già evidenziano il peso che ha avuto il clamore mediatico. Ma ci sarà anche uno 'strepitus fori' se il mondo dell'informazione vorrà capire fino in fondo, e senza pregiudizi, cosa è davvero successo in questa parte di Molise.

Fonte: blog Alfonso Mainelli

(by nicola)

2 commenti:

  1. Nicola ti ringrazio per l'attenzione che ci hai dedicato. E' importante che certe problematiche si spostino nella loro sede naturale, che, in via prioritaria, non è il Tribunale ma è l'opinione pubblica, e, di conseguenza la percezione che ne ha popolo titolare della sovranità e nel nome del quale vengono emesse le sentenze. Ed è anche ora che certi dibattiti, ormai estranei nella maggior parte delle Corti d'Italia, riprendano vigore, perché quando si parla di libertà e diritti civili, non possono esistere ostacoli di ordine procedurale considerandone la evidente priorità che la Costituzione ha assegnato a questi valori fondanti della nostra società. E quando le norme, o la prassi giudiziaria, creano difficoltà all'esercizio della difesa si cambiano i codici e le prassi ma giammai i livelli assoluti di libertà e diritti civili.

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