𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

"Se volete davvero giustizia e verità, potete anche prendere questo post e portarlo al Prefetto di Isernia, passando per la locale Procura della Repubblica, e spiegando a quegli uffici che il tempo dell'attesa è finito"

Nessun allarmismo? E cosa vi devono fare per per farvi allarmare? Cosa dice ARPAM? Che le categorie delle polveri totali sono tre, ma poi cita solo le prime due, e cioè PM10 PM2,5. Ci sarà un motivo perché non parlano mai di PM1 o PM0,1. Insomma, non serve a niente fare gli interlocutori di questi enti strumentali. Loro di voi non sanno niente, come non sanno niente neanche di noi del centro Molise. Pensate che tra Bojano e Spinete, nel solo anno 1986 hanno consentito che si bruciassero 14 milioni di chili di rifiuti, tra i quali 4 milioni di chili di fanghi di raffinerie, 8,3 milioni di chili di acque provenienti da industria chimico-farmaceutica. Si appurò, poi, nel corso di un giudizio, che quei rifiuti accedevano nel Molise grazie a FIR (formulari identificativi rifiuti) falsi, molti dei quali non solo non potevano arrivare qui da noi, ma non potevano nemmeno lasciare il luogo di produzione. Si seppe da un perito del Giudice che: "...le concentrazioni illegittimamente permesse dalla Regione per questo impianto (cfr. quello esaminato dai periti del Giudice) comportano un'emissione in atmosfera di sostanze tossiche e cancerogene molto superiore 1) a quanto sarebbe avvenuto se i rifiuti fossero stati inceneriti in un impianto che rispettasse i limiti di legge. 2) alle quantità che avrebbero dovuto essere consentite in base alle reali emissioni del processo produttivo in assenza di alimentazione con emulsioni esauste". E poi si citavano i falsi riscontrati nella documentazione esaminata, tra i quali anche quelli riferibili ad un alto dirigente regionale. Secondo ArpaM la nostra zona è monitorata dalla centralina di Venafro (non so se la seconda è attiva e non me ne curo più di controllare), ciò significa che se la valle di Bojano è monitorata in questo modo vuol dire che quelle sostanze tossiche e cancerogene dei primi anni '80, e fino ai primi anni 2000, arrivavano anche da voi. Ora forse è più chiaro perché nessuno studio epidemiologico ed eziologico vi può dire cosa è successo in quegli anni e nei successivi, visto che eravamo esposti a sostanze verosimilmente ecotossiche. Praticamente la gente di allora le respirava e i loro figli e nipoti hanno buone possibilità di ammalarsi di cancro. E voi gli inceneritori li avete ancora attivi in prossimità delle vostre case. Di cosa potete parlare con questa gente che sa benissimo di non sapere niente sugli effetti derivati da quelle esposizioni a sostanze cancerogene incontrollate? A Venafro, come a Bojano e zone limitrofe dovrebbe essere proibito anche il fumo delle sigarette nelle strade. Invece consentono ancora l'incenerimento di rifiuti. E dire che la Procura di Campobasso sapeva dal 1994 che quell'attività di incenerimento nei pressi di Bojano non poteva essere autorizzata. Qualcuno è stato associato alle patrie galere? Nessuno. Ditemi voi se ci può essere una serena interlocuzione con questi attuali enti strumentali che, comunque, sanno quale disastro ambientale c'è stato sulla nostra terra, ma non lo studiano né indicano possibili protocolli sanitari di contenimento delle conseguenze. Ora, se volete davvero giustizia e verità, potete anche prendere questo post e portarlo al Prefetto di Isernia, passando per la locale Procura della Repubblica, e spiegando a quegli uffici che il tempo dell'attesa è finito.

Fonte: blog Alfonso Mainelli

(by nicola)

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