𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

Criminalità organizzata in Molise - EVIDENZE DELLE AUDIZIONI DELLA COMMISSIONE SPECIALE (parte 3)



Una questione altrettanto importante riguarda la formazione degli imprenditori, intesi come figure professionali che andranno a gestire il business delle proprie aziende.
I dati segnalano che la stragrande maggioranza delle imprese presenti nella nostra Regione, nasce e cessa la propria attività nei primi tre anni o comunque nei primi cinque a seconda del settore in cui essa opera. Vi sono addirittura numerosi casi di aziende che muoiono entro i primi sei mesi dalla loro costituzione. Per questo diventa fondamentale investire sulla formazione e sulla consapevolezza dell’avvio di una qualsiasi attività, sia essa produttiva o commerciale, al fine di evitare che proprio dai numerosi fallimenti gli imprenditori non cadano nelle spirali dell’illegalità, dell’usura e dell’estorsione, con il rischio di diventare, anche inconsapevolmente, complici di attività criminose e
criminali.
Un ulteriore settore da monitorare con attenzione è rappresentato dai mercati in cui operano le cooperative. La maggior parte di esse, infatti, lavora grazie ad appalti assegnati dalla Pubblica Amministrazione e troppo spesso i sistemi di aggiudicazione prevedono la formula del “massimo ribasso”. Ciò favorisce l’infiltrazione nel nostro territorio di soggetti che non rispettano le norme e hanno maggiore facilità di aggiudicarsi contratti anche lucrosi a discapito di chi, lodevolmente, rispetta le leggi e tutti gli adempimenti fiscali, tributari e previdenziali. Pertanto, maggiori controlli andrebbero potenziati su un settore nevralgico che più di altri vede la compartecipazione anche degli Enti locali e della Pubblica Amministrazione in generale.
Altro aspetto rilevante, ai fini dello studio dell’infiltrazione e della permeabilità delle attività imprenditoriali del nostro territorio, è quello riferito ai sub-appalti delle piccole e grandi opere infrastrutturali o di lavori connessi alla ricostruzione post-sisma, dove possono annidarsi fenomeni di collusione con sistemi criminali. Sono note, infatti, le azioni preventive e repressive svolte dalle Forze dell’Ordine e dall’Ispettorato del Lavoro sia dell’INAIL sia dell’INPS, che, in numerosi cantieri edili, hanno segnalato la presenza di lavoro nero e di consistenti volumi di evasione contributiva e/o fiscale, legati alla irregolare gestione dei lavoratori. Nella realizzazione delle grandi opere vi è inoltre il rischio maggiore di infiltrazioni della criminalità, attese le enormi risorse economiche impegnate per l’esecuzione dei lavori. In essi, infatti, le forniture di materiali e di servizi possono nascondere fenomeni malavitosi e di corruttela molto importanti.
Pertanto, quando si tratta di realizzare dighe, opere di collegamento viario e grandi opere pubbliche (ad esempio, acquedotti e lavori di adduzione idrica) occorre un elevato grado di sorveglianza. Rispetto a questo ultimo tema, appare essenziale l’attenta gestione della risorsa idrica, del “ciclo dell’acqua” sia ad uso potabile sia ad uso irriguo, idroelettrico e anche della tutela dei corsi d’acqua, dei fiumi e dei torrenti per intervenire tempestivamente nel caso di sversamenti illegali.
Un ulteriore elemento evidenziato riguarda la carenza di risorse umane e finanziarie destinate agli Organismi e alle attività di controllo. Si pensi, ad esempio, allo scarso monitoraggio delle spese relative alle manutenzioni ospedaliere e dei servizi in sanità, nelle attività agricole e zootecniche, anche direttamente connesse agli allevamenti di bestiame e all’utilizzo di terreni pubblici dati in concessione dalle amministrazioni Comunali.
In merito a tale ultima criticità è stato pubblicato circa un anno fa un libro intitolato 'La mafia dei pascoli' che ha, di fatto, anticipato l’avvio di una maxi-inchiesta, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, che ha coinvolto, nei primi mesi di quest’anno, i territori confinanti del Molise, Abruzzo e Puglia. In essa, si sono registrate circostanze criminose, legate: alla vendita di animali a soggetti di dubbia provenienza, alle minacce rivolte agli agricoltori e agli allevatori relativamente alle greggi contagiati da brucellosi, agli incendi dolosi di stalle e alle carcasse di animali rinvenute in pascoli montani, anche all’interno del Parco Nazionale di Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM).

(by nicola)

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