
Nei primi giorni di giugno gli ambiti territoriali della Regione
Molise hanno pubblicato il nuovo bando “FNA 2018 – INTERVENTI IN FAVORE
DI PERSONE CON DISABILITA’ GRAVE E GRAVISSIMA ASSISTITE A DOMICILIO”,
ossia un programma finanziato a livello statale e regionale (nella
misura per l’anno 2018 di € 400.000), destinato ad alleviare i bisogni
delle persone con disabilità non autosufficienti e delle loro famiglie
residenti nel territorio della Regione Molise.
Gli interventi sono diversificati su tre programmi distinti: il primo
destinato a persone con disabilità, adulti e minori in condizioni di
dipendenza vitale che necessitano a domicilio di assistenza continuativa
e monitoraggio di carattere socio-sanitario nelle 24 ore, 7 giorni su
7; il secondo destinato a minori con gravissima disabilità per la
frequenza di corsi finalizzati all’acquisizione di competenze per
l’autonomia personale e sociale; infine il terzo destinato ai Centri
Socio Educativi Diurni per la realizzazione di attività sperimentali
finalizzate al mantenimento delle capacità residue ed all’acquisizione
di maggiori livelli di autonomia rivolte a soggetti con grave disabilità
che hanno terminato il percorso scolastico e che frequentano la
struttura.
Sebbene rispetto all’anno scorso c’è stato un aumento di circa € 200.000
delle risorse stanziate dalla regione Molise, riguardo al bando 2018
abbiamo purtroppo evidenziato le seguenti criticità:
Innazitutto, il programma attuativo non contiene alcun riferimento al
progetto individuale della persona con disabilità di cui alla legge
328/2000, unico strumento in grado di garantire una presa in carico
globale , continua ed efficace della persona con disabilità.
Per i destinatari del primo programma, è stata introdotto per la prima
volta come condizione di ammissione la circostanza di aver conseguito
un punteggio SVAMA compreso tra 11 e diciotto, con ciò di fatto
escludendo i soggetti con punteggio inferiore a 11. Per i non addetti ai
lavori, la Svama è una scala di valutazione multidimensionale , che
tiene conto delle condizioni fisiche della persona con disabilità, delle
sue condizioni ambientali e sociali (volutamente non entriamo in merito
all’appropriatezza dell’uso della SVAMA per le persone con disabilità
derivanti da diverse patologie che producono effetti diversi su persone
diverse).
Escludere aprioristicamente un soggetto con SVAMA 10 o inferiore
significa togliere qualsiasi speranza di supporto sociale a persone con
disabilità , che pur essendo riconosciute dalla legge persone con gravi
disabilità ex art. 104 art. 3 comma 3 e pur essendo titolari di
indennità di accompagnamento, non vengono ritenute comunque abbastanza
gravi da beneficiari di ulteriori supporti sociali, tenuto conto del
fatto che allo stato non vi è alcun finanziamento regionale alle legge
sulla cd. vita indipendente . E’ ancora più paradossale in quanto
vengono aumentati i fondi ma ristretta la platea dei beneficiari!
Evidenziamo inoltre la circostanza che nel bando viene accomunata,
senza alcuna differenza, la condizione di disabilità derivante dalla
anzianità/vecchiaia della persona rispetto alla condizione di
disabilità presente dalla nascita. Ovviamente non intendiamo toccare i
diritti di nessuna persona bisognosa né innescare alcun confronto tra le
situazioni di sofferenza umana, ma ci domandiamo se non sia il caso,
come già avviene in molte altre regioni di Italia che hanno previsto
programmi differenziati, di riflettere sul fatto che una famiglia che
convive con la disabilità e la mancanza di autonomia di un figlio dalla
nascita, ha altre esigenze rispetto a quella che convive con la
disabilità di un anziano che ha lavorato una vita intera. A titolo
esemplificativo, basti pensare al grande numero di donne che sono
costrette a lasciare il lavoro per assistere un figlio!
Co riguardo al secondo programma, destinato ai minori, osserviamo che
quest’anno è divenuta condizione per l’ammissione al programma l’aver
prodotto le ricevute di pagamento relative agli interventi finalizzati
all’autonomia effettuati negli anni precedenti. Senza voler ledere i
diritti di chi ha lavorato, che deve essere giustamente retribuito, ci
domandiamo se sia giusto far pagare all’anello più debole della catena
(i bambini con disabilità ) gli errori compiuti da coloro che invece
dovevano tutelarli o se non si poteva ( e doveva) trovare ed adottare
una soluzione che salvaguardasse i destinatari ultimi del bando.
Siamo sempre stati disponibili al confronto con le istituzioni, ma
dobbiamo purtroppo constatare che ogni volta che vengono prese decisioni
riguardanti le persone con disabilità, nessuno si ricorda di
ascoltarci, altro che “NIENTE PER NOI SENZA DI NOI”!
Siamo quindi costretti ad alzare la voce, per rivendicare i nostri diritti!
1- Tina De Michele, Presidente della Consulta per le disabilità del Comune di Termoli
2- Franca Cianchetta , Presidente di “Uguali”, comitato di lotta per i diritti per le persone con disabilità
3- Emilio Izzo, Portavoce di “Uguali”, comitato di lotta per i diritti per le persone con disabilità
4- Domenico Costantino, Presidente Associazione MO.VI. Movimento Vita Indipendente
5- Nicola Lanza, Portavoce Laboratorio Progressista
6- Gaetano Accardo, Presidente Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti Campobasso
7- Nicola Frenza, Presidente OML
8- Enrica Brandolini, Presidente Ass.ne Molisiamo Mamme
9- Monica Di Filippo, Presidente Associazione Genitori Arcobaleno Venafro
10- Nicolino Buscio, Tesoriere Associazione Angioma Cavernoso Cerebrale
11- Paolo Donnarumma, Angsa Molise (in fase di costituzione)
12- Mario Vaccaro, Presidente Associazione “Jam Bell APS-ETS”
Sallusti Marco, Sallusti Luca, Concettina Aquilante, Michelangelo
Nardella, Nicola Spina, Monia Giansalvo, Stefania Muraca , Caterina
Ancora, Antonietta Di Mella , Barbara D’Ercole, , Giovanni Muccio,
D’Angona Mario, D’Angona Tamara, Claudio Oriente.
Fonte: La Gazzetta Molisana
(by Nicola)
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