𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

La riforma carceraria. Promessa mai mantenuta dal governo Gentiloni

RITA BERNARDINI:
dopo 32 giorni, passo dallo sciopero della fame allo sciopero del voto. E' decisione personale, quindi per me profondamente politica, che non intende coinvolgere in alcun modo il Partito Radicale al quale sono iscritti trasversalmente candidati nelle più diverse liste che mi auguro siano tutti eletti.
Quanto accaduto ieri con la messa in soffitta da parte del Governo Gentiloni dell'ordinamento penitenziario, è fatto gravissimo che mortifica tutte le speranze di conquista di un minimo segmento di legalità costituzionale nell'attuale frangente elettorale. Con il Satyagraha iniziato nell'ottobre del 2016, con i tanti scioperi della fame non solo miei, con la nonviolenza di decine di migliaia di detenuti e cittadini liberi, abbiamo cercato in ogni modo di intessere un dialogo con le istituzioni affinché tornassero nella legalità costituzionale se non altro riguardo le “infami carceri italiane”, come le definiva Marco Pannella. Non sono stati capaci di ascoltare nemmeno la mobilitazione di magistrati, giuristi, accademici, avvocati, garanti dei detenuti, che ringrazio per aver lanciato l'appello rivolto al Governo per approvare la riforma penitenziaria prima del 4 marzo, così come li ringrazio per aver rivolto a me personalmente e a tutti i detenuti la richiesta di interrompere lo sciopero della fame. Lo interrompo anche per corrispondere alla loro generosità intellettuale e civile.
Le prossime elezioni sono le più antidemocratiche che si siano mai svolte nel nostro Paese e non è questione solo della legge elettorale che per l'ennesima volta è stata approvata a ridosso del voto contro precise raccomandazioni del Consiglio d’Europa, ma perché la legge stessa è fuori (come le due precedenti, del resto) da qualsiasi principio costituzionale, soprattutto in ragione del fatto che l'elettore che mette una x sulla scheda non può sapere con certezza a quale lista e a chi andrà a finire il suo voto. Inoltre, il sistema dell'informazione pubblica, para-pubblica e privata, ha, con ancora più sfacciata determinazione che nel passato, scelto liste e candidati da promuovere ad “eletti”, fuori da ogni regola democraticamente stabilita.
Gli elettori non disposti a partecipare al gioco elettorale truccato vengono trattati alla stregua di sabotatori della Nazione persino dal Presidente della Corte costituzionale che ieri ha definito l’astensione sul piano dell’etica sociale “non ammissibile” e il partecipare al voto “un dovere”, scordandosi – lui, giudice delle leggi, che dovrebbe esprimersi solo con le sentenze relative alla costituzionalità delle stesse - che solo nei paesi dittatoriali non votare è inammissibile e votare più che un dovere, è un obbligo. Non c'è più tenuta, da qualsiasi parte ci si giri.
Occorre allora fare in modo che il massimo numero di cittadini neghi a queste elezioni dignità e legittimità democratiche, con comportamenti capaci di ammonire i “competitori” a cambiare nella direzione dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, o a farsi da parte. Incrociamo le braccia e prepariamoci a presentare ricorsi alle giurisdizioni superiori per l'attentato ai diritti civili e politici di cui sono vittime i cittadini elettori persino nella fase preparatoria che precede la presentazione delle liste e delle candidature.
Chi è al governo oggi non ha voluto dare nemmeno il minimo segnale di inversione di tendenza rispetto all'erosione dei principi democratici di cui il popolo italiano è vittima da decenni. Lo avrebbe fatto, come avevamo chiesto, licenziando prima delle elezioni almeno una parte della riforma relativa all'esecuzione penale. Il Partito Radicale denuncerà lo Stato italiano alle giurisdizioni superiori internazionali, come la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo che ha già sanzionato l'Italia per sistematici trattamenti inumani e degradanti nelle carceri. Questo è quel che occorre continuare a fare di fronte a istituzioni che in spregio allo stato di diritto violano le proprie stesse leggi, a partire dalla legge delle leggi, cioè la nostra Costituzione.
E a proposito della parola data...
6 giorni fa, su LA7
 
^^^^Mieli: entro 15 giorni la farete la riforma carceraria?
****Gentiloni: SI'
^^^^Mieli: i decreti attuativi... lei sta prendendo un impegno importantissimo
****Gentiloni: SONO ALL'ORDINE DEL GIORNO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
^^^^Mieli: sapete che Rita Bernardini sta al 26° giorno di sciopero della fame e i detenuti...
****Gentiloni: LE HO MANDATO DEI MESSAGGI DI RASSICURAZIONE CHE SPERO LEI ABBIA PRESO PER BUONI
^^^^Mieli: questa è una buona notizia... 

Fonte: Partito radicale

(by Nicola)

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