giovedì 20 luglio 2017

Il traffico di rifiuti cambia rotta: da Sud a Nord per seppellirli o bruciarli

Coinvolti i dirigenti dei colossi Hera, A2A Ambiente e Aral. Inchiesta dei carabinieri del Noe di Milano con la Direzione distrettuale antimafia di Brescia. Per la prima volta emerge che un flusso di immondizia smaltita illegalmente arriva da Campania e Lazio per finire non trattata anzi interrata o bruciata in Piemonte e Lombardia. Traffico illecito e associazione a delinquere finalizzata al traffico di rifiuti. Indagate 26 persone dei colossi Herambiente (gruppo Hera) e A2A Ambiente e della Aral di proprietà dei Comuni della provincia di Alessandria. La custodia cautelare è subito scattata per l’imprenditore lombardo dei rifiuti Paolo Bonacina e per il responsabile tecnico di Aral, Giuseppe Esposito. Ma l’inchiesta è destinata ad allargarsi. Bonacina era il fulcro del sistema che ha fruttato almeno 10 milioni di euro, coinvolgendo sindaci, intermediari, responsabili commerciali, trasportatori, gestori di inceneritori e discariche, nonché provocando inquinamento ambientale, alterazione del mercato, danni alle casse pubblicheTutti  particolari nel servizio di Veronica Ulivieri. Tra le ripercussioni, per lo stop dei conferimenti all’impianto di smaltimento Aral di Castelceriolo: allarme emergenza rifiuti per 148 Comuni della provincia di Alessandria. Dove si è già dimesso l’indagato presidente-direttore Aral, Fulvio De Lucchi, “l’uomo banda”. Chieste anche le dimissioni da consigliere e capogruppo PD dell’ex sindaca di Alessandria (non rieletta il mese scorso) Rita Rossa, essendo il marito Ezio Guerci (già vicesindaco) indagato per aver ricevuto mazzetta (un Suv) quale “consulente” Aral, A2a e inceneritore di Acerra. Il “conflitto di interessi” era determinato dal fatto che Aral è posseduta al 93,52% dal Comune di Alessandria. Il Comune ora rischia un secondo dissesto.

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Il progetto VIIAS, finanziato dal Ministero della Salute e presentato il 4/6/2015, informa che la pianura padana è l’area del Paese che registra il 65% della “mortalità attribuibile all'inquinamento atmosferico”, con una stima per il 2020 di circa 18.595 mila “decessi attribuibili” per le sole PM2.5.
Aspettativa di vita degli abitanti, nella pianura padana: 4 mesi in meno rispetto ai dieci della media nazionale (8 mesi in meno rispetto al Centro e 6 in meno rispetto al Sud).

Fonte: Rete Ambientalista

(by Nicola)

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