venerdì 30 giugno 2017

Manca... la verità



Altro che suicido per overdose! Tanti pentiti parlano o lasciano intendere che sia un delitto di mafia per proteggere Provenzano. Angela Manca da tredici anni si batte contro la procura di Viterbo per sapere come è morto suo figlio. Chiede agli organi inquirenti di riaprire il processo affinché si riconosca il colpevole e si sappia il perché della morte di suo figlio Attilio. Un giusto processo che gli dia la giusta collocazione accertata, autentica, storica, così come alle tante altre vittime. E per arrivare alla verità Angela scrive anche alla moglie di Provenzano,una lettera da mamma a mamma. Scavalcando tutti gli steccati.

"Signora Saveria Benedetta Palazzolo, mi rivolgo a lei da madre a madre. Lei, in qualità di moglie di Bernardo Provenzano, è  l’unica persona che ci potrebbe aiutare a cristallizzare la
verità sulla morte di nostro figlio. Suo marito era in procinto
di parlare, ma è stato selvaggiamente picchiato e messo a tacere per sempre; quindi la esorto a continuare lei la collaborazione del marito. Lo faccia per i suoi figli, per la sua coscienza,
per chi da più di un decennio aspetta un briciolo di verità. Signora noi stiamo lottando con tutte le nostre forze per ridare dignità a nostro figlio; quella dignità che hanno cercato di togliergli assieme alla vita; e proprio per questa nostra lotta continuiamo ad essere facile bersaglio da parte di esseri meschini, vili, senza dignità. Basterebbero poche parole da parte sua: Attilio Manca ha visitato mio marito Bernardo Provenzano. Le sue parole rafforzerebbero le dichiarazioni di ben quattro pentiti: Giuseppe Setola, Stefano Lo Verso, Carmelo D’Amico e
Giuseppe Campo che hanno dichiarato che Attilio è stato ucciso per aver assistito Provenzano nella sua malattia. Io sono fiduciosa. Confido nel suo cuore di madre, che sicuramente
comprenderà il dolore che ho per la perdita di un figlio, ma soprattutto l'impotenza di potergli rendere la giustizia che merita."

 

Un cordiale saluto
Angela Gentile Manca

Fonte: Casablanca, n. 49

(by Nicola)

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