𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

Commissione antimafia in Molise. Le 6 domande del PCL



          
Riceviamo e pubblichiamo
    
    Secondo la versione fornita alla Commissione Parlamentare Antimafia sui media locali pare che “L’isola felice” del Molise rimanga tale salvo gli ovvi “rischi”di infiltrazione, su cui sarebbe “alta” l’attenzione delle istituzioni e delle procure locali. Ma chi ha riferito questa versione ? Le stesse autorità locali preposte ai controlli.

     In generale è vero che nel Molise non esiste una borghesia camorristica autoctona, ma è anche vero che questa regione presenta tutti i crismi per essere una sorta di “Svizzera” di queste camorre, dove, lungi dallo scatenare sconvenienti sparatorie, si entra col riciclaggio di denaro, col traffico illecito dei rifiuti, con gli appalti di un certo livello, magari avendo basisti locali tra politici ed imprenditori.

In particolare nella conferenza stampa tenuta dall’On.le Bindi non sono emersi gli “inquietanti dubbi” circa la sorte della mega inchiesta LARUS: mettendo insieme le notizie giornalistiche sinora emerse, pare che siano stati accertati dalla DDA e dai ROS di Campobasso rapporti tra importanti imprenditori e politici molisani con la borghesia camorristica, in particolare nella nostra provincia di Isernia, per un complesso di 52 indagati.

E partendo da qui, ecco le domande e le risposte di fronte alle quali avremmo voluto pubblicamente  mettere l’on.le Bindi e le autorità locali, sempre previo accertamento della veridicità delle notizie giornalistiche da noi messe insieme e analizzate:

1)- perché tale inchiesta LARUS è finita alla Procura di Isernia e non alla superiore competenza antimafia di Campobasso se non di Roma ?

2)- Se è vero (chiediamo però di verificarlo) che la DDA e i ROS di Campobasso hanno accertato rapporti tra imprenditori molisani e la borghesia camorristica campana che gestisce il traffico illecito dei rifiuti, in particolare sul versante di Isernia,  come mai la Procura di Isernia ha chiuso tale enorme inchiesta LARUS con soli 7 indagati su 52, e solo con un “bando truccato” del Comune di Isernia riguardante i trasporti bus, “centralizzando” l’attenzione su un semplice dipendente del Comune di Isernia che di fatto era gerarchicamente subordinato al potere comunale ?

3)- Intendete verificare se è fondata la denuncia di questo dipendente del Comune di Isernia, che nel rivendicare la sua innocenza, ha deferito i PM di Isernia Albano e Scioli, nonché il GIP di Isernia Quaranta, presso la Procura di Bari e il CSM, deducendo di essere stato usato come “capo espiatorio” nell’inchiesta LARUS, proprio per “coprire” imprenditori importanti molisani e politici locali eccellenti ?

4)- Chi sarebbero questi imprenditori e politici locali “eccellenti” nell’inchiesta LARUS per la cui posizione la Procura di Isernia (Albano - Scioli) ha inteso “richiedere l’archiviazione”nonostante gli accertamenti della DDA circa l’esistenza di loro rapporti con la borghesia camorristica che gestisce il traffico illecito dei rifiuti, tangenti, voto di scambio, e quant’altro ?

5)- Come sono state condotte le indagini in provincia di Isernia circa le rivelazioni del pentito Schiavone sui punti dove venivano sversati i rifiuti da parte di capitalisti anche del Nord, avvelenando la nostra terra in nome della loro legge del profitto ?

6)- Come mai la nostra provincia e in particolare la “piana di Venafro” risultano sempre più inquinate in barba al diritto alla salute dei tanti per il profitto di pochi, mentre IMPUNEMENTE le autorità omettono di misurare la qualità l’aria e non attivano il registro dei tumori ?



Queste domande che incalzano le istituzioni borghesi sono parte della nostra lotta quotidiana e immediata, e servono ad elevare la coscienza di ciò che è lo realmente stato che abbiamo di fronte; ma occorre legare questa difesa quotidiana dei nostri diritti ad cambiamento, perché, sin quando le leve del potere saranno in mano al capitale e alle loro istituzioni colluse, le camorre continueranno ad agire liberamente, e potranno essere spazzate via solo da un governo dei lavoratori, che riorganizzi la vita sociale ed economica su nuove basi.       


28/04/2017                                                     
Il Coordinatore  Regionale     Tiziano Di Clemente

(by Nicola)


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