mercoledì 22 giugno 2016

DAL G8 DI GENOVA ALLA LAUDATO SI'. IL "GIUBILEO" DEL DEBITO?


Genova luglio 2001: le prime otto potenze economiche mondiali, si incontrano a Genova per “coordinare le strategie politiche ed economiche”, che naturalmente dovranno poi valere anche per il resto del mondo.
Il movimento altermondialista si dà appuntamento a Genova negli stessi giorni per proporre un altro modello di sviluppo, basato sul rispetto delle risorse ambientali e sulla giustizia sociale.
In entrambi i fronti il problema del debito degli stati sovrani è centrale.
All'epoca si pose in primo piano il debito pubblico dei paesi del Terzo mondo, fardello insopportabile, che impediva lo sviluppo economico e la democrazia dei cosiddetti “Paesi in via di sviluppo”. Per i movimenti si rendeva necessario l’annullamento o la ristrutturazione dei debiti sovrani. Anche la Chiesa con il Giubileo 2000 si poneva questi problemi. Le grandi potenze e le istituzioni finanziarie non accettarono una simile impostazione.
Ai giorni nostri il debito è diventato una questione globale. La crisi ha reso evidente come il debito privato sia divenuto debito pubblico nei paesi ricchi e in quelli emergenti. Il debito è considerato il passepartout che consente in un clima emergenziale di realizzare ulteriori privatizzazioni dei beni comuni e riduzione degli spazi di democrazia.
La proposta di rivedere il debito sovrano per la prima volta è stata oggetto di scontro politico istituzionale nel caso greco, un paese dilaniato socialmente e sotto scacco per un debito insostenibile conclamato. Nell’enciclica “Laudato Sì” il debito viene definito strumento di controllo. Papa Francesco, nel messaggio per la celebrazione della XLIX giornata mondiale della pace  del  1° gennaio 2016, lancia un appello alla cancellazione o alla gestione sostenibile del debito internazionale degli Stati più poveri.

Nell’occasione della 15° ricorrenza di Genova 2001 (19 luglio 2016) e dell’anno del Giubileo della Misericordia è opportuno riportare la questione del debito al centro dell’attenzione politica e sociale.
(by Nicola)

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