mercoledì 30 marzo 2016

Inceneritori in Molise. "Zona 1403": si considerano superate le soglie di valutazione relative a Metalli, Benzo(a)pirene e PM2,5



POZZILLI – L’area nella quale operano Colacem ed HerAmbiente è catalogata dalla Regione Molise come zona 1403, e cioè una fascia territoriale nella quale, per un principio “cautelativo”, si considerano superate le soglie di valutazione superiore relative a Metalli, Benzo(a)pirene e PM2,5. Ciò risulta dal Progetto di zonizzazione redatto da Arpa Molise e recepito dal Consiglio Regionale del Molise. Si badi bene: la Regione “ipotizza” tale superamento perché non ha mai effettuato, in conformità alle metodiche imposte dalla legge, la valutazione di quegli inquinanti. Ciò significa che in quella zona potrebbe essere stata superata anche la “soglia d’informazione”, definita dal D.lgs. 155/2010 come “livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive”, così come potrebbe essere stata superata addirittura la “soglia di allarme”, definita dallo stesse Decreto come “livello oltre il quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per la popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di adottare provvedimenti immediati”. La Regione Molise non è in grado di dare risposte certe a questi inquietanti dubbi. Quando si è in presenza del superamento della soglia di valutazione superiore la legge OBBLIGA alla misurazione degli inquinanti con impianti in siti fissi. Nel caso della zona in cui insistono i due inceneritori ciò non è MAI avvenuto, per cui la Regione è gravemente omissiva in tema di tutela della salute pubblica e dell’ambiente più in generale. Ma nemmeno di fronte all’ evidenza normativa la Regione Molise modifica il suo atteggiamento illegittimo in materia di controllo dello stato di qualità dell’aria ambiente. Infatti nel Piano Regionale Integrato per la Qualità dell’ Aria Molise (P.R.I.A.Mo.) ARPA Molise ancora afferma che il PM 2,5 viene monitorato con un centro mobile, in palese violazione di legge essendo obbligatorio, come già detto, il monitoraggio in siti fissi. Intanto la stessa ARPA, pur riconoscendo di essere totalmente all’oscuro dei livelli delle polveri sottili, rilascia pareri ambientali favorevoli per attività che sono oggettivamente pericolose per la salute pubblica, e ciò senza che la Regione intervenga per far cessare una simile illegittima pratica. Nel corso di un incontro avuto con il Sig. Prefetto di Isernia in data 21.03.2016 mi è stato riferito che ARPA Molise ha imposto all’impianto di HerAmbiente prescrizioni tanto rigide da determinare il ricorso della società al T.A.R. Molise. Ho fatto presente al Sig. Prefetto che il monitoraggio in continuo dei fumi derivanti da impianti di incenerimento rifiuti è già obbligatorio per legge e che la normativa ha fatto passi in avanti in questo settore. Infatti, che le singole aziende debbano rispettare i limiti di legge mi pare fuori di dubbio, indipendentemente dalle prescrizioni di ARPA Molise. Ciò che invece non vogliono capire in Regione è che le norme pretendono che ci sia il controllo pubblico sul CARICO COMPLESSIVO inquinante derivante dalle singole aziende, che devono essere, appunto, ognuna in regola con i limiti di legge ( e ci mancherebbe altro). Questi controlli pubblici relativi al complessivo carico inquinante delle polveri sottili nel Molise non sono MAI avvenuti. E poiché ormai da anni sono ben note queste omissioni sarebbe anche il caso che la Magistratura intervenisse seriamente per far cessare simili pratiche illegittime che espongono a rischio GRAVE masse indifferenziate di cittadini, nemmeno censite per target sensibili quali sono i bambini, gli anziani e soggetti con particolari patologie. Potrebbe, in teoria, trattarsi di un disguido, di un involontario ritardo negli adempimenti di legge, come spesso succede nelle pubbliche amministrazioni. Invece la Regione Molise è ben consapevole delle omissioni in tema di tutela dell’ambiente della salute pubblica, e ciò risulta da atti ufficiali, primo fra tutti la diffida del Ministro dell’ Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, risalente ormai all’ottobre 2012, nel quale si fa riferimento proprio alle attività OBBLIGATORIE MAI EFFETTUATE in tema di valutazione della qualità dell’aria e di contenimento delle concentrazioni atmosferiche degli inquinanti mediante RIDUZIONE delle emissioni. Ma la posizione omissiva della Regione Molise è ancor più grave se si considera che queste obbligatorie attività di governo del territorio sono state richieste fin dal 2003 dalla Federazione Provinciale dei Verdi del Molise, con atti a firma mia e del compianto Presidente Giovanni Angarano, nei quali si specificavano le norme violate che imponevano ben definiti doveri istituzionali in capo all’Ente. Le note del 2003 erano state recapitate anche alla Prefettura di Campobasso in quanto a fronte delle omissioni della Regione doveva esserci, ma non c’è mai stato, l’intervento sostitutivo dello Stato, come peraltro si ribadiva anche nella successiva diffida del Ministro dell’Ambiente nel 2012. La Prefettura non intervenne in quanto, a parere dell’Arpa Molise, le normative indicate dai Verdi non si applicavano nella nostra Regione !!!! E il Prefetto dell’epoca, invece di far sentire la presenza forte dello Stato a tutela della salute dei cittadini amministrati, ci eccepì il fatto che noi Verdi non avevamo confutato le incredibili tesi dell’ARPA Molise, quasi ci trovassimo in un contenzioso e non in presenza di una inadeguata posizione dell’Ente strumentale della Regione Molise in materia di tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Da allora lo Stato rinunciò alla doverosa attività di tutela dei cittadini. Ho fatto presente al Sig. Prefetto di Isernia che la Regione Molise, ancora oggi, incredibilmente, NON E’ IN GRADO di fornire informazione ai cittadini in merito a pericolosi inquinanti che la legge OBBLIGA di monitorare, ma nel frattempo ha rilasciato autorizzazioni addirittura per attività di incenerimento dei rifiuti. La conclusione è che una simile pratica nella zona del venafrano, o in qualsiasi altra zona del Molise, comporta gravi rischi per la salute dei cittadini, e ciò è dovuto alle omissioni della Regione e dello Stato in materia di controllo e contenimento dello stato di qualità dell’aria ambiente. Non so se i due impianti in questione possano o meno funzionare a metano (con tutte le riserve comunque connesse). Di certo ci si dovrebbe chiedere come sia stato possibile autorizzare ben due impianti di incenerimento di rifiuti in un’area non monitorata a norma di legge e, ancor di più, come sia possibile consentirlo ancora. Le due aziende, peraltro, non possono nemmeno accampare pretese a titolo di risarcimento danni in caso di restrizione del combustibile utilizzabile o di chiusura degli impianti La giurisprudenza amministrativa ha, ormai da tempo, chiarito che l’imprenditore è un soggetto professionista nel suo ramo, per cui dovrebbe conoscere quali potevano essere gli ostativi al rilascio di autorizzazioni e pareri all’esercizio dell’attività aziendale. In sostanza, aver utilizzato un’autorizzazione alla quale non si aveva diritto, seppur per fatto imputabile all’ente pubblico, rende anche l’imprenditore responsabile dell’eventuale fermo aziendale, e questo esclude il diritto al risarcimento dei danni. E ciò mi pare sia stato anche l’ orientamento del TAR Molise sulla ben nota vicenda della biomasse nell’area matesina in relazione alla allocazione degli impianti in zona IBA. Fermo restante, comunque, che l’Ordinamento Giuridico italiano non consente, sia pur in presenza di legittime autorizzazioni, di arrecare danno o di sottoporre a rischio i cittadini, indipendentemente dalle eventuali imputazioni di responsabilità. Alla luce di quanto detto la Regione Molise dovrebbe chiarire se ARPA Molise agisce o meno nel rispetto delle norme poste a presidio della tutela della salute pubblica e dell’ambiente più in generale. Nel contempo i Sindaci della zona, non essendovi altra strada possibile per la rapida messa in sicurezza dei cittadini, farebbero bene a portare i fatti all’attenzione della Magistratura e chiedere che gli stessi, essendo documentali, vengano valutati con la ragionevole priorità che riveste ogni situazione di rischio per la salute pubblica.

AREA MATESE
Il Portavoce Alfonso Mainelli

Fonte: Il Quotidiano del Molise

(by Nicola)

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