
Comunicato stampa del Forum Acqua del 28 luglio 2015
SECONDO PROGETTO ESECUTIVO: ALTEZZE E TIPOLOGIE DEI SOSTEGNI DIVERSE DALL'AUTORIZZATO, ASSENZA DI VAS, NUOVE FRANE.
UN
DOCUMENTI DI TERNA NEL 2013: NESSUNA CRITICITÀ' DI ESERCIZIO DELLA RETE
SULLA DORSALE ADRIATICA. IL FORUM: BLOCCARE E CANCELLARE UN'OPERA
COSTOSA E INUTILE, RIPRISTINARE LE AREE.
“Bloccare e cancellare
l'inutile e costoso elettrodotto Villanova – Gissi di Terna
ripristinando lo stato dei luoghi” è la richiesta agli enti del Forum
H2O che oggi ha presentato un secondo dossier sull'opera, dopo quello
presentato a febbraio.
A seguito della presentazione di quel dossier
in cui si rilevavano difformità progettuali e criticità rilevanti e di
numerose denunce da parte dei cittadini, TERNA ha presentato e sta
realizzando un secondo progetto esecutivo. Ha abbandonato, ad esempio, i
sostegni “monostelo” per tornare ai tralicci classici che erano
previsti nel progetto originario approvato dai ministeri competenti. Una
scelta foriera di conseguenze visto che molti cantieri erano stati già
approntati per la tipologia monostelo. Inoltre è sconfortante che siano
stati gli attivisti a rilevare tali difformità e non già gli enti
preposti al controllo delle modalità di esecuzione dell'opera!
A
sei mesi di distanza il Forum, in collaborazione con molti attivisti e
solo dopo diversi accessi agli atti, ha potuto esaminare questo secondo
progetto esecutivo riscontrando nuove ed evidenti criticità, sia
rispetto ai contenuti progettuali sia per quanto riguarda l'iter
procedurale. Il 69% dei sostegni appartiene a tipologie diverse dal
progetto autorizzato; moltissime campate sono di lunghezza differente,
anche di centinaia di metri. Su 47 sostegni esaminati (per gli altri non
è stato possibile rintracciare il dato negli elaborati) solo 2 sono
rimasti identici in altezza rispetto al progetto approvato: 7 si sono
abbassati ma ben 37 si sono alzati, molti di metri, con il caso limite
del sostegno 49 che è più alto di ben 8 metri! In media questi 47
tralicci si sono alzati di 2,03 metri rispetto al progetto esaminato
durante la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale. Ricordiamo
che il parametro dell'altezza dei sostegni per un elettrodotto è,
ovviamente, centrale sia sotto l'aspetto tecnico sia per quanto riguarda
la valutazione di impatto ambientale, ad esempio per valutare l'impatto
sul paesaggio. Per quanto riguarda le fondazioni, gli elaborati del
progetto approvato dagli enti riportavano una profondità massima dei
pali trivellati di 15 metri. Nei nuovi elaborati del progetto esecutivo
la profondità è arrivata ora a 22,5 metri, con una differenza (in
aumento) di oltre il 30%.
Nel primo dossier il Forum aveva
evidenziato che più di 1/3 dei sostegni ricadeva in aree a rischio
idrogeologico; 4 di questi addirittura sono localizzati su frane attive.
Ebbene, effettuando sopralluoghi, abbiamo rilevato che in diversi casi
vi sono nuove frane attive appena a monte dei cantieri. Clamoroso il
caso del sostegno 66, localizzato a Filetto su un versante integralmente
segnalato dal PAI regionale come “a rischio frana elevato”, con frana
quiescente ma riattivabile. Ebbene, la frana, con le piogge primaverili,
si è riattivata appena a monte del cantiere. Le foto inserite nel
dossier sono inequivocabili! Inoltre i tecnici delle ditte incaricate
dei lavori hanno messo nero su bianco durante i rilievi per la redazione
del nuovo progetto esecutivo l'esistenza di frane non segnalate
precedentemente, neanche dalla regione. Peccato che nella relazione
geologica allegata al nuovo progetto esecutivo tutto ciò non sia
rilevato. E' sconfortante pensare che in un paese dove due gocce d'acqua
provocano lutti e danni un'opera di tale rilevanza venga localizzata,
con il beneplacito degli enti, sia realizzata nelle aree a maggiore
rischio idrogeologico.
Riesaminando gli atti dell'autorizzazione è
emerso che la Regione Abruzzo aveva rilevato il 22 ottobre 2012 la non
conformità urbanistica del tracciato dell'elettrodotto per diversi
comuni. Ebbene, i ministeri hanno superato questo ostacolo argomentando
sul fatto che l'autorizzazione stessa dell'opera costituisce variante
automatica ai piani regolatori. Ebbene, il Forum ha rintracciato una
sentenza della Corte di Giustizia europea del 2011 in cui si stabilisce
che non possono essere previste varianti “automatiche” di piani senza
che sia assicurato lo svolgimento di una Valutazione Ambientale
Strategica (V.A.S.). Tutto ciò non è avvenuto e non si può neanche
richiamare la Valutazione Ambientale Strategica del Piano Terna
nazionale del 2009 che includeva quest'elettrodotto perché a scala del
tutto inappropriata rispetto a varianti di un piano regolatore comunale.
Tra l'altro in quel documento del 2009 non era neanche precisato
esattamente il tracciato e non erano evidenziate le non conformità con i
Piani regolatori rilevate, appunto, solo nel 2012.
Infine,
tenendo conto dell'enorme costo di questo elettrodotto, si parla di
circa 100 milioni di euro, che ricade sulla bolletta degli italiani, si
dovrebbe valutare la reale utilità dell'opera visto che si tratta del
raddoppio della rete esistente. Nei documenti della procedura di
Valutazione di Impatto Ambientale era stata utilizzata una mappa
contenuta nel Piano di Sviluppo di TERNA del 2009 in cui veniva
evidenziata una forte criticità per l'esercizio della rete a 380 kV
proprio lungo la dorsale adriatica; pertanto il raddoppio della linea
appariva dirimente per la sicurezza dell'esercizio. Peccato, però, che
nella documentazione non si spiegava la metodologia scientifica per la
quale si era arrivati a quel risultato. Gli enti, nonostante gli
obblighi di verifica delle informazioni riportate dalle aziende
proponenti, hanno preso per oro colato questa documentazione
autorizzando il progetto. ll Forum ha trovato un documento elaborato
dalla stessa TERNA per il Piano di Sviluppo 2013. Questa volta si tratta
di un vero e proprio studio con simulazione basata sui dati reali di
trasporto dell'energia nel periodo 2011/2012. Ebbene, per quanto
riguarda il capitolo denominato “sicurezza di esercizio” la mappa cambia
radicalmente e lungo la dorsale adriatica tra Foggia e Teramo non vi è
alcuna criticità e rischio di sovraccarico per la rete esistente, sia
quella a 380 kV sia quella a 220 kV. L'unico tratto a rischio
evidenziato è quello tra Foggia e Benevento. Ci si chiede su quali basi i
rappresentanti di TERNA continuano a comunicare l'esistenza del rischio
black-out in Abruzzo!
Il dossier ricalca quasi integralmente una
lettera che il Forum ha inviato agli enti competenti agli inizi di
Giugno; sappiamo che è all'esame del Ministero dell'Ambiente. In queste
ultime due settimane sono emersi ulteriori elementi, che a nostro avviso
stanno facendo assumere un tono surreale a tutta la vicenda,
soprattutto rispetto a quanto stanno facendo o non facendo gli enti
deputati al controllo, in primis Ministero dell'Ambiente e Regione
Abruzzo. Auspichiamo di non dover presentare un terzo dossier ma, vista
la situazione, lo stiamo già predisponendo.
FORUM ABRUZZESE DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA
"ELETTROSHOCK” IL NUOVO DOSSIER DEL FORUM H2O SULL'ELETTRODOTTO TERNA “VILLANOVA – GISSI”. Scaricalo qui: http://wp.me/p5yal4-9q
(by Nicola)
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