𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

Molise sotto schiaffo.Camorra a go go

 


Tra i beni per oltre 320 milioni di euro sequestrati in tutta Italia, riconducibili al clan camorristico napoletano dei Contini, ci sono anche distributori di carburanti molisani. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Napoli che ha eseguito i provvedimenti emessi dal tribunale partenopeo, a seguito delle indagini che hanno consentito individuare un cospicuo patrimonio intestato formalmente a un centinaio di prestanome ma gestito direttamente dal clan Contini.
L’operazione della Guardia di finanza di Napoli è scattata in tutta Italia e vede coinvolto anche il Molise. Gli uomini delle Fiamme gialle hanno sequestrato beni per 320 milioni di euro riconducibili all’organizzazione camorristica che fa capo al clan napoletano dei Contini.
Tra i beni confiscati, anche distributori di benzina che si trovano nella piccola regione che confina con il mare Adriatico, con la Puglia e con la Campania, dove i finanzieri sono entrati in azione nella giornata di oggi – mercoledì 18 febbraio. La confisca è stata disposta dalla sezione per l’applicazione delle misure di prevenzione del tribunale di Napoli. Tra i distributori ai quali il Gico ha messo i sigilli e sui quali si concentrano le indagini c’è anche quello alle porte di Vinchiaturo con bar annesso sequestrato dalla Finanza già nel gennaio 2014, quando ci furono novanta arresti e beni sequestrati per un valore di 250 milioni Il distributore di benzina e il vicino bar risultavano entrambi intestati a un napoletano considerato prestanome del clan Contini,una delle cosche campane economicamente più forti. «Il Molise è una regione “cuscinetto” - spiegano dal Gico di Campobasso - dove tradizionalmente i clan malavitosi vengono a fare investimenti. Ecco perché non bisogna mai abbassare la guardia».
L’indagine di oggi, condotta dal nucleo di Polizia tributaria di Napoli – Gico ha permesso di individuare un cospicuo patrimonio intestato solo formalmente a un centinaio di prestanome ma gestito direttamente dal clan Contini. Sequestrate numerose attività commerciali, immobili e terreni. Tra i beni, una villa di lusso a Ischia insieme ad altre 26 proprietà immobiliari, 41 impianti di carburante, a Napoli e su alcuni tratti autostradali, oltre che in Molise, 20 bar tra le province di Napoli e Avellino. Nella lista ci sono anche tre rivendite di tabacchi, quattro gioiellerie, tre società di torrefazione di caffè, due società di gestione e compravendita immobiliare, un’azienda di commercio all’ingrosso, un garage.
Il provvedimento fa seguito agli accertamenti portati avanti dal Gico della Finanza e coordinati dalla direzione distrettuale antimafia. Dall’inchiesta, secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, è emerso il ruolo dei fratelli Gerardo e Ciro Di Carluccio, quest’ultimo ritenuto il cassiere del clan e uomo di fiducia del capo cosca Edoardo Contini, il «direttore» di una holding criminale operante in diversi settori economici e finanziari. Le attività che spaziavano dalla gestione di carburanti alle oreficerie, erano gestite da una rete di prestanome.
Dalla ricostruzione dei profili reddituali delle persone coinvolte, è stata riscontrata una sproporzione tra i beni posseduti e i redditi dichiarati.
In Molise, nel gennaio del 2014 i finanzieri avevano già sequestrato una pompa di benzina, alle porte di Campobasso, che non l’annesso bar erano intestati a un napoletano considerato dagli inquirenti una “testa di legno” del clan Contini.

(by Nicola)

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