Giordano Bruno chiama
ognuno a costruire libertà e giustizia. Liberi di pensare! Liberi di
scegliere! Nella responsabilità delle nostre individuali
autodeterminazioni. È scomodo per gli imbecilli e i tiranni. È
maestro di libertà e laicità per chi non vuole essere eterno
minore, perché – scrive il nostro filosofo - nel corpo
han la catena che le stringe […] ne la mente il letargo che
uccide».
Bruno sapeva bene che «il servilismo è
corruzione contraria alla libertà e dignità umane». Sapeva bene
che senza autonomia di pensiero, di ricerca non c’è futuro non c’è
speranza né per gli individui, né per gli Stati. E per questo
chiama ognuno a spezzare le catene della soggezione mentale etica
politica economica e sociale. Ed è in questa prospettiva che
accoglie con entusiasmo la rivoluzione copernicana, che amplifica e
sviluppa nel suo rivoluzionario infinito.
Di questo infinito divenire
fa parte ogni essere umano, che produce infinite possibilità di
autonoma ricerca intellettuale ed etica. Che può e deve agire per
costruire responsabilmente libertà e giustizia. Nell’infinito di
Bruno l’umana ragione è liberata dalla grotta dei moduli
ripetitivi e stantii. Bruno insegna ad alzare la testa contro potenti
e tiranni che proprio col confessionalismo e nel confessionalismo
tengono sottomesse le menti.
Ecco perché è scomodo. Ecco
perché è stato mandato al rogo.
Ai padroni
dell’anima ha tolto il supporto ideologico, perché l’anima è
mente funzione corporale, fisica cerebrale. Ha svelato i meccanismi
antropologici di soggezione che proprio su supposte idee di anima si
creano abituando a cercare padri-padroni-padreteni a cui affidarsi.
Bruno si proclama «risvegliatore di dormienti». E la sua
lezione è ancora una sveglia nel nostro tempo dove mordacchie e
lavaggi del cervello continuano per imporre un mondo di schiavi.
Soprattutto se donne.
Forse, vale appena ricordare
che Giordano Bruno, in un contesto dove certo la misoginia non
mancava e si mandavano al rogo centinaia di povere donne con l’accusa
di stregoneria (e alla stregoneria credevano insospettabili
intellettuali) scriveva nel De la causa principio et uno:
«Mirate chi sono i maschi, chi sono le femine. Qua scorgete per
suggetto il corpo, ch'è vostro amico, maschio, là l'anima che è
vostra nemica, femina. Qua il maschio caos, là la femina
disposizione (rigore); qua il sonno, là la vigilia; qua il letargo,
là la memoria; qua l'odio, là l'amicizia; qua il timore, là la
sicurtà; qua il rigore, là la gentilezza; qua il scandalo, là la
pace; qua il furore, là la quiete; qua l'errore, là la verità; qua
il difetto, là la perfezione; qua l'inferno, là la felicità […]
E finalmente tutti vizii, mancamenti e delitti son maschi; e tutte le
virtudi, eccellenze e bontadi son femine».
Ecco allora che
Bruno è vivo - forte - potente davanti a noi perché ha denunciato
l’arroganza e l’ingiustizia di un mondo dove la libertà non può
essere la tracotanza di chi nega emancipazione e autodeterminazione
altrui. Non c’è libertà senza pari dignità. Non c’è libertà
senza parità di diritti e doveri. E Bruno ci chiama al coraggio
dell’azione per la costruzione di un mondo di liberi e pari.
Ognuno ha intelletto e mani,
afferma Giordano Bruno, ma è la mano, l’operosità, l’agire che
ci rende intelligenti.
Christian René de Duve, premio Nobel
per la medicina (1974) ha scritto: «L’Homo
sapiens, quello che possiede conoscenza, deriva dall’Homo
habilis, colui che sapeva usare le mani». Un bel riconoscimento
per il nostro Giordano Bruno, che a proposito di evoluzionismo secoli
prima di Darwin scriveva nella Cabala del cavallo
Pegaseo che senza la mano «l'uomo in luogo di camminare
serperebbe, in luogo d'edificarsi palaggio si caverebbe un pertuggio,
e non gli converrebbe la stanza, ma la buca».
In questa buca
di un mondo di schiavi, oggi non manca chi ci vorrebbe riportare...
Sono i cattolicisti di casa nostra, che comunque devono fare i conti
con la laicità e la democrazia che abbiamo faticosamente
conquistato; sono i cultori della Jihād che vogliono
imporre il califfato mondiale, e per questo hanno elevato
l’assassinio e la schiavitù a mezzo e fine.
Contro tutto questo la
filosofia di Giordano Bruno si erge potente e forte baluardo di
laicità e libertà.
di Maria
Mantello
(by Nicola)
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