𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

Al Sigg. Prefetti delle Regioni Lazio,Campania,Abruzzo e Molise


Al Sigg. Prefetti delle Regioni Lazio,Campania,Abruzzo e Molise

LORO SEDI

Oggetto: Prevenzione antimafia fornitori di imprese affidatarie di appalti pubblici - Protocollo di legalità.


L’associazione Antimafia Caponnetto pone tra i suoi principali obiettivi la lotta ai fenomeni di illegalità e di invasività nel tessuto socio-economico-istituzionale delle mafie.
Per il raggiungimento degli scopi di legalità prefissati vengono, tra l’altro formulate segnalazioni alle competenti autorità per ogni eventuale spunto di interesse info-investigativo nonché proposte per un efficace azione di prevenzione antimafia .
Il settore degli appalti pubblici è ritenuto da questa Associazione quello a più alto rischio di infiltrazioni mafiose, unitamente alla gestione di amministrazioni locali.
I recenti fatti di cronaca giudiziaria hanno messo in luce come, proprio attraverso la devianza di apparati burocratici e politici, la criminalità organizzata, nelle sue variegate sfaccettature, riesce a penetrare in importanti e strategici segmenti della vita ammnistrativa della pubblica amministrazione , accaparrandosi, con pervasività incontrollata, di settori che gestiscono ingenti somme di danaro pubblico.
Il profilo deleterio di detti fenomeni riguarda, senz’altro, la ingegnerizzazione, delle tecniche di occultamento dei soggetti che, di fatto, gestiscono gli appalti pubblici veicolandone le relative risorse economiche, illecitamente ottenute, a favore di soggetti spesso collocati in contesti istituzionali che, per effetto delle commistioni affaristiche-criminali intessute con ambienti della criminalità organizzata, strumentalizzano gli esiti delle procedure di affidamento di appalti pubblici.
Le informative antimafia previste dall’art. 10 del d.p.r 252/98 e successivamente dall’art. 91 del d.lgs. 159/2011 hanno spiegato sicuramente negli anni un significativo effetto di prevenzione che, invero, alla luce dei noti recenti eventi giudiziari, sono apparse , in taluni casi, sterili nel fine e tali da essere oggetto di forme fraudolenti di aggiramento della normativa di riferimento.
All’esito di mirate attività di studio e di osservazione dei fenomeni su delineati, l’associazione Antimafia Caponnetto, che segue con attenzione queste vicende, ha ritenuto di individuare ad un livello sotteso a quello dell’aggiudicatario , e cioè quello dei fornitori ( di servizi, manutenzioni, forniture e lavori) delle imprese appaltatrici di pubblici appalti, un possibile contesto ove possano annidarsi fenomeni affaristici-criminali .
Si sottopone, pertanto, alla valutazione della S.V , la possibilità di promuovere la stipula con le stazioni appaltanti della sua Provincia ,di appositi protocolli di legalità che prevedano l’inclusione nei bandi di gara ( lex specilis) di un apposita prescrizione che imponga alle ditte appaltatrici l’obbligo di comunicare i nominativi dei propri fornitori ( di servizi, manutenzioni, forniture e lavori per contratti di valore superiore ad € 10.000) che si succedono nel corso delle svolgimento dell’appalto,
A sua volta, la stazione appaltante con il protocollo di legalità si impegna a chiedere all’Ufficio Antimafia della Prefettura l’informativa antimafia sul conto dei predetti fornitori( da elaborare con le modalità di cui all'art. 91 del d.lgs. 159/2011) .
Con lo stesso “protocollo” la Prefettura, oltre alle suddette verifiche antimafia, si impegnerà ad effettuare, attraverso i competenti organi di Polizia ( Guardia di Finanza o DIA) , controlli a campione in merito alla tracciabilità dei flussi finanziari ( L. 136/2010) correlati all’appalto oggetto delle verifiche anche al fine di riscontrare eventuali fornitori non dichiarati nonché forme di distrazioni di fondi ad appannaggio di consorterie malavitose ovvero di fenomeni corruttivi.

IL SEGRETARIO NAZIONALE
Dr. Elvio Di Cesare

(by Nicola)

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