POLITICI REGIONALI E LA FACCIA…

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Nel corso di una conferenza stampa di fine agosto, il consigliere regionale del Pd Vɪᴛᴛᴏʀɪɴᴏ Fᴀᴄᴄɪᴏʟʟᴀ, affiancato da Micaela Fanelli e Alessandra Salvatore, ha sollevato dubbi e interrogativi in merito a due concorsi regionali: - il primo, la selezione per il conferimento degli incarichi di Coordinatore d’Ambito e Coordinatore Strategico, previsti dal Piano Sociale Regionale 2025–2027 e dal Piano Regionale di Contrasto alla Povertà 2025–2027; - il secondo, la selezione del personale che andrà a rinforzare gli organici dei Centri per l’impiego, con solo due settimane per inoltrare le domande, tra l’altro a cavallo del ferragosto.   Per entrambe le procedure ha chiesto al presidente della Regione chiarezza e correzione di rotta.   Ma il consigliere Fᴀᴄᴄɪᴏʟʟᴀ è lo stesso che era assessore regionale all’Agricoltura quando l’Arsarp (Agenzia Regionale per lo Sviluppo Agricolo, Rurale e della Pesca del Molise) indisse un concorso appannaggio di sindaci con mogli, fidanzate, figli, a...

Ritorno alla forma. La linea figurativa e realistica nell’arte molisana del Novecento



Una delle peculiarità dell’arte molisana contemporanea è stata quella di non aver mai smarrito una spiccata linea figurativa. Fuori dalle correnti più significative, lambita solo superficialmente dalle tensioni del Futurismo, lontananel dopoguerra dai dibattiti sull’astrattismo, la regione ha mantenuto intatta un modo di saper dipingere e scolpire che affonda molte radici nella tradizione più nobile dell’arte italiana. Il merito principale del perdurare di tale tendenza è da ascrivere soprattutto a Amedeo Trivisonno e Marcello Scarano. Mentre il primo, Trivisonno, ha creato una vera e propria “scuola” formando diversi validi artisti in relazione, in particolare, all’arte sacra autentica, Scarano ha ispirato una ricerca sempre sulla forma ma letta in chiave maggiormente espressiva e intimista. I dibattiti sorti agli inizi degli anni Sessanta, di rottura e tensione, e liberazione di un’arte non più legata alla forma ma al concetto, andavano contro gli epigoni e gli esponenti meno innovativi della pittura, i cosiddetti “pittori della domenica”, ma mai contro i grandi maestri. Una collettiva sulla linea figurativa e realistica nell’arte molisana è un atto dovuto alla storia della regione per fissare alcuni punti certi, per riscoprire maestri dimenticati e soprattutto per mostrare un’arte sempre attuale e mai anacronistica, fatta di sapere tecnico e progettuale ma anche di spiccate doti creative; è anche un’occasione di studio e di approfondimento su artisti significativi del Novecento. Oltre alle opere di artisti storici si sono voluti esporre anche i lavori di pittori che, pur nel perdurare delle correnti e degli “ismi”, non hanno mai abbandonato il pennello e la forma. La collettiva ha diversi pregi. Ha la pretesa di concentrare su poche pareti un secolo di arte molisana seguendo la linea della forma; vuol presentare una rassegna quanto più completa ed esplicativa degli artisti figurativi molisani, ovvero di quei pittori che maggiormente hanno indagato la raffigurazione, mostrando legami, derivazioni e ispirazioni; cerca di rivalutare contesti poco indagati dalla critica, mostrando un ambiente estremamente vitale e di forte spessore tecnico e qualitativo. Parlare della forma significa indagare l’intima natura dell’arte, capace di schiudere, nel gesto personale del rappresentare, la visione concreta e spirituale dell’artista chiamato a farsi carico del reale per comunicarlo all’esterno. Se l’astratto è tensione emotiva e riconfigurazione in chiave sintetica dell’idea, la costruzione sulla e intorno alla figura comporta un perenne agire sulla struttura interna del dipinto per veicolare, nello scontro tra immagine e percezione, una personale osservazione sull’unicità del mondo. 

(by Nicola) 


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