𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

PRIMARIE ILLEGALITA'?

Nella imminenza dello svolgimento delle Primarie, il Movimento “Cambiamo il Molise”, in nome e per conto del suo candidato, Nicola D’Ascanio, si vede costretto a ribadire formalmente le proprie fondate preoccupazioni sulla complessiva organizzazione di questo importante evento di consultazione popolare, che  - se deprivato di inoppugnabili misure volte a garantirne la piena trasparenza e legittimità- rischia di perdere credibilità, con danni conseguenti non facilmente risarcibili.
  Ad oggi, infatti, alcune delle richieste avanzate sin dall’inizio da questo Movimento, riferite alle corrette modalità di conservazione delle schede prima del voto (presso un Notaio, a scelta del Comitato) e riferite, altresì, all’impiego di Presidenti di seggio palesemente super partes, non risultano accolte.
Sulla stessa individuazione dei comuni in cui ubicare i seggi, pesa il sospetto di scelte esclusivamente funzionali ad interessi di singoli contendenti, guarda caso direttamente rappresentati all’interno del Comitato Organizzatore, nonché in quello dei Garanti.
Ricordiamo, a margine, che l’unico candidato che non gode di rappresentanza negli organi decisionali è quello da noi designato (D’Ascanio)!
Ne consegue, paradossalmente, che il nostro Movimento  - benché pienamente titolato a partecipare alle Primarie, come i fatti stanno sin qui dimostrando -  sia relegato allo scomodo ruolo di “ospite non gradito” (forse perché portatore di potenzialità atte a sconvolgere giochi già fatti???).
Tornando ai seggi, rileviamo che l’assenza di regole certe poste a fondamento della scelta dei comuni in cui ubicarli costituisca, di per sé, una palese violazione di democrazia e di codificata negazione delle finalità stesse delle Primarie; prefigura, infatti, una sorta di scelta, a monte, dei cittadini da coinvolgere in una  consultazione che, invece, trova la sua ragion d’essere nella partecipazione corale, al di fuori degli schemi e delle consorterie dei partiti.
In caso contrario, infatti, l’intera procedura si trasformerebbe in un colossale bluff, a danno di quanti nelle Primarie ripongono aspettative di ritrovata partecipazione democratica alle scelte politiche.
Con questo spirito  - che vuol essere costruttivo -  e con l’auspicio che codesto Comitato onori l’incarico che si è dato, conferendo al livello organizzativo delle Primarie regole di trasparenza, di garantismo, di legalità, proponiamo questa nostra riflessione, fondata sul radicato convincimento  - di cui siamo stati portatori anche quando gli attori del tavolo politico pensavano altro!!! -  che la consultazione delle Primarie, se realizzata con modalità inoppugnabilmente corrette, costituisca fattore irrinunciabile di ritrovata coesione e forza nello schieramento di centrosinistra, per affrontare la battaglia contro il centrodestra.
Qualora questo reiterato  - ormai ultimo -  appello venga disatteso, ci vedremmo costretti ad assumere ogni iniziativa utile a tradurre in atti concreti quella esigenza di legalità e trasparenza tanto invocata dai cittadini ed, evidentemente, poco agita da chi si autoinveste del ruolo di “decisore politico”, non ritenendo doveroso riverificare questo “status”alla luce della importante variabile rappresentata dal consenso popolare e dai connessi risultati elettorali.

Fonte: Altromolise, 2011-08-25  

(by Nicola)

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