𝗜 𝗗𝗘𝗕𝗜𝗧𝗜 𝗗𝗘𝗜 𝗠𝗢𝗟𝗜𝗦𝗔𝗡𝗜? 𝗙𝗨𝗢𝗥𝗜 𝗕𝗜𝗟𝗔𝗡𝗖𝗜𝗢!

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Nei procedimenti giudiziari degli ultimi vent’anni contro i “colletti bianchi”, tutti conclusi con un nulla di fatto, nel mio libro sulla giustizia molisana documento spese triple milionarie a carico della collettività.   Parlo di tre voci ben distinte: (𝟭) le spese, ingentissime, sostenute dallo Stato; (𝟮) quelle dei singoli indagati/imputati, spesso costretti a difendersi per anni; (𝟯) quelle rimborsate agli amministratori, politici e dirigenti, che si fanno coprire le spese legali dall’ente pubblico in cui sono stati eletti o nominati, purché non vi sia conflitto d’interessi, l’avvocato sia gradito e l’esito non sia una condanna per dolo o colpa grave.    Un bel privilegio! E non finisce qui: la spesa cresce ancora quando la Regione si costituisce parte civile e nomina un proprio legale che, se non liquidato dal giudice penale, viene comunque pagato dalla Regione. Il salasso continua.   L’ultima “stangata” è nella 𝗱𝗲𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗻. 𝟯𝟳𝟴 ?...

Zuccherificio, Massimo Romano in difesa dei lavoratori e dei bieticoltori: “Stanno emergendo ulteriori particolari inquietanti. Eppure si continua a fingere di non vedere.”

La Regione ha investito, negli ultimi tre anni, circa 50 Milioni di euro nello stabilimento di Termoli. Eppure permangono, anzi si acuiscono, i problemi di liquidità dell’azienda, che stanno costringendo lavoratori e bieticoltori a sacrifici intollerabili ed indegni, quali la soluzione finale di scendere davanti ai cancelli per rivendicare il proprio diritto alla retribuzione o alla corresponsione dei pagamenti delle bietole.
A chi come l’Assessore regionale all’Agricoltura, continua a scaricare la colpa sul Governo centrale, ricordo che si tratta di un governo presieduto da un parlamentare eletto proprio in Molise (Berlusconi), dello stesso partito del Governatore Iorio (PDL) e dei suoi assessori (compreso Cavaliere), e che in occasione delle parate elettorali di ministri e sottosegretari invece di brindare farebbero bene a porre in evidenza i temi sostanziali che interessano i cittadini, non i candidati a questa o a quella elezione.
La verità è che ci sono responsabilità precise in capo alla Regione Molise per lo stato drammatico dell’azienda e dell’indotto. Responsabilità, a mio avviso non soltanto politiche, che ho provveduto ripetutamente a denunziare sia in sede politica che in sede giudiziaria.
Non mi spiego come sia possibile continuare a fare finta di non vedere.

Una società privata scelta senza gara e senza alcuna verifica dei requisiti economici, patrimoniali e di moralità (requisiti richiesti dalla legge, non dal sottoscritto), controllata da società estere aventi sede in noti paradisi fiscali (Cipro, Lussemburgo), riconducibile a soggetti già noti alle cronache per noti insuccessi e fallimenti industriali, già beneficiari di Milioni di euro di soldi pubblici (che dovevano servire al riassorbimento di dipendenti del tessile in cassa integrazione e che invece sono confluiti in ignote operazioni commerciali con la Mauritania), a cui la Regione svende le quote della società (rinunziando all’esercizio del diritto di prelazione) consentendo l’acquisto ad un costo dieci volte inferiore a quello pagato dalla stessa Regione solo pochi mesi prima, a cui è stato incredibilmente delegato anche tutto il potere gestionale, a cui è stato erogato credito per decine di Milioni di euro che oggi viene addirittura ulteriormente agevolato ritardandone la restituzione e diminuendone le garanzie reali (determinazione DG n. 11/2011). Tutte operazioni annullate in sede giurisdizionale, perché ritenute illegittime (non solo dal sottoscritto, ma da un giudice), per effetto della sentenza n. 1559/2010 del Tar Molise, e nonostante tutto la Regione e la società continuano a far finta di nulla, eludendo e violando la decisione del giudice amministrativo.

Oggi scopriamo dagli organi di informazione che per la riconversione/differenziazione energetica delle attività produttive sarebbero in corso contatti tra lo stesso Remo Perna e soggetti coinvolti nella nota inchiesta giudiziaria P3 (per quanto allo stato non risulta siano neppure indagati), il tutto sembra al di fuori di regolari procedure di evidenza pubblica. Allo stesso modo, con riferimento al settore commerciale, sembrerebbe che l’azienda di Pantano Basso avrebbe proceduto alla vendita del prodotto in favore di una società di Napoli (anche in questo caso, non è dato sapersi scelta come): lo dimostrerebbe anche il continuo via vai di mezzi della ditta Caturano registrato nei mesi scorsi. Oltretutto, sarebbe per lo meno necessario verificare la congruità tra i corrispettivi di acquisto (tra privato commerciale e Zuccherificio) e quelli di vendita (tra privato commerciale e consumatori finali).


Il tutto, a fronte della più totale mancanza di comunicazioni istituzionali riferite al rispetto, da parte del socio privato, dei propri obblighi di compartecipazione finanziaria al capitale della società: infatti, a fronte del versamento, da parte dell’azionista pubblico Regione, di consistenti finanziamenti per ricapitalizzazione (autorizzati da ultimo con DCR n. 303/2010), non risulta (e si chiede di accertare) se il privato abbia assolto ai propri obblighi sociali finanziari.

Come è accaduto in passato, mi aspetto che questa ulteriore iniziativa, che assumo nell’esercizio del mio mandato istituzionale, provocherà una reazione, da parte dei soliti noti, che nella migliore tradizione molisano-meridionale, mira a scaricare inesistenti colpe su chi ha il coraggio di denunziare, al fine di autoassolvere i responsabili istituzionali o gestionali delle difficoltà aziendali.
Come consigliere regionale del Molise è mio preciso dovere esercitare una funzione di controllo su come vengono gestiti i soldi pubblici dei contribuenti, soprattutto all’interno di società partecipate, specialmente quando ci sono in ballo Milioni di euro e centinaia di lavoratori e di famiglie, nonché il futuro del comparto bieticolo-saccarifero e dell’agricoltura molisana.


(Fonte: www.massimoromano.net  del 23 aprile 2011)

by Franz

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