martedì 15 marzo 2011

ORA ET LABORA: ‘Ndrangheta a Milano, le mani su Galeazzi e Niguarda

La lunga mano della 'Ndrangheta stringe la Lombardia, fino a soffocarla in un ampio e radicato sistema criminale, che con le sue forti dita sarebbe riuscito ad infiltrarsi anche dentro la Sanità. Lo rivelano le prime informazioni che filtrano dopo la maxi-retata che ha portato ieri la polizia giudiziaria a compiere 35 arresti nell'area della metropoli meneghina. Un'operazione che ha colpito sospetti affilitati ai clan dei Flachi, dei Romeo e dei Martino. Un'indagine che, almeno nel ramo che coinvolge la Sanità, è partita da lontano. Precisamente da Albano Laziale, e dall'ospedale Regina Apostolorum, la cui vicedirettrice - suora e sorella di Paolo Martino, uno dei sospetti boss della nuova mala milanese - avrebbe contattato il fratello per avvisarlo che un collaboratore di giustizia stava rendendo dichiarazioni nei suoi confronti. Un'informazione ottenuta, sembra, proprio grazie a quei alti contatti che la «sorella» poteva vantare grazie alla sua posizione manageriale.
Ma le connessioni tra 'Ndrangheta e Sanità non finiscono qui: nel mirino sono anche finiti due importanti ospedali come il Galeazzi e il Niguarda, nei cui uffici amministrativi - secondo le indagini - i boss della famiglia Flachi si riunivano, sfruttando la protezione di un capo-infermiere e di un funzionario. Ma si parla anche di ricoveri compiacenti, ottenuti da Francesco Pelle, detto Sandokan, e da Pepè Flashi, il vecchio boss della famiglia omonima, per sottrarsi alla prigione. Il tutto, secondo quanto si legge nell'inchiesta «nella sostanziale indifferenza (e si spera anche ignoranza) dei vertici amministrativi e politici che, anche dopo le più recenti indagini, non risulta abbiano assunto alcuna iniziativa».

Fonte: eDott - 15.03.2011
(by Nicola).

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