Non sappiamo da quali fonti Telemolise tragga queste notizie deliranti. Bojano non è mai stata base di un sodalizio camorristico, per cui non c'è stato nulla da smantellare. Sono notizie che offendono una intera comunità che sta tentando di uscire, con onestà, dal baratro in cui l'hanno fatta precipitare anche troppe distrazioni dei presidi statali sul territorio, primi fra tutti Prefetture e Procure. Il dott. D'Angelo farebbe bene a chiarire se la notizia diffusa da Telemolise è stata, in qualche modo, indotta anche dalla Procura della Repubblica di Campobasso, nel qual caso ci troveremmo di fronte ad un fatto gravissimo che dovrà trovare le dovute smentite. Bojano, al pari di molti altri centri, è stretta tra i gravi problemi della droga e dell'alcolismo, ma questi sono problemi che si affrontano con i dovuti approcci culturali e competenti presidi medici. Altro è orientare un discorso su un contesto difficile parlando di comunità pronte, in qualche modo, ad accogliere la criminalità organizzata o, peggio, rassegnate a quella presenza. Bojano non sarà mai una comunità in cui la malavita organizzata possa avere vita facile né mai si rassegnerà a simili presenze. Basta solo che certi personaggi non ce li porti il sistema giudiziario, perchè in questo caso le entità da combattere diventerebbero due. Ma su questo discorso che tocca precise responsabilità ci torneremo a tempo debito. Invitiamo, pertanto, l'Amministrazione Comunale ad esprimersi su questa bruttissima vicenda e a prendere una posizione a difesa della dignità cittadina. Dalla magistratura ci aspettiamo che le manette vengano messe ai polsi delle cupole del drug-system e non a quelli dei loro schiavi, tossicodipendenti persi alla vita ed invisi alla società proprio per le campagne disinformative che partono dagli ambienti giudiziari. La gente deve sapere, e lo ricordiamo ogni volta, che in questo Stato l'uso di sostanze stupefacenti è libero, ma ne è vietata la vendita. In questo modo leggi schizofreniche aggravano la già marcata differenziazione della società in classi divise in base al reddito. Infatti chi può permettersi di acquistare droga utilizza i piccoli tossicodipendenti locali per acquistarla nella piazze ben note alla legge, e da loro la riceve senza correre alcun rischio. I rischi sono tutti a carico della povera gente, quella che finisce in carcere per portare la droga ai benestanti ed evitare, così, le pericolose crisi di astinenza. Un esercito di tossicodipendenti indigenti che lo Stato lascia nella mani della malavita organizzata, che se ne serve quale manovalanza gratuita e che, su questi veri e propri schiavi, incassa dai 35 ai 50 miliardi di euro ogni anno. Questa è la vera piaga sociale, e nessuno pensi di starne fuori, perché esserne o meno coinvolti è solo questione di fortuna.
Fonte: Area Matese
(by nicola)
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