In un convegno per la persentazione di un libro sulla ruralità, la
ruralità è rimasta fuori..... Poi hanno capito che non puoi lasciare
fuori chi la ruralità la pratica ogni giorno e ne ha fatto un motivo di
vita, un sogno da inseguire. C'è stata tensione all'inizio con la
polizia. Tropple clausole, troppe prescrizioni. Se volevi entrare dovevi
lasciare i documenti. Non capivamo questa discriminazione. Forse c'è
stato un difetto di comunicazione, anche con la DIGOS o, forse, a monte
c'era un pregiudizio alimentato non si sa da chi. Non sarei entrato a
parlare se non fossero entrati tutti del presidio! Questa era la mia
condizione. Fuori eravamo montanari, contadini, allevatori con le mani
pieni di calli, quelli più titolati a stare in quella stanza. Gente che
sta combattendo una guerra per difendere le montagne, i pascoli e la
terra che coltiviamo. Una guerra per evitare una devastazione immane
dove le ferite più evidenti si possono già leggere a Circello e a
Morcone e le prossime saranno San Lupo, Casalduni, Pontelandolfo Santa
Croce del Sannio. E non possiamo permettere che qualche funzionario
regionale che non ha mai camminato le nostre montagne abbia in mano il
potere di estirparla a pastori e contadini. Non possiamo permettere che
qualche sindaco di qualche comune di montagna, con la scusa di mettere a
posto i bilanci comunali si possa permettere di stravolgere un
territorio che non gli appartiene e cancellare un'economia ed una
pratica culturale millenaria. E noi che viviamo tutti i giorni i nostri
territori e li difendiamo da speculatori senza scrupoli siamo quelli
che hanno meno voce in capitolo e spesso indicati come terroristi o
talebani. Fino ad oggi i terroristi veri, i "talebani" li ho visto in
giacca e cravatta. Noi non combattiamo una guerra solo contro la
devastazione che la politica ha programmato scientificamente, ma anche
contro le speculazioni ed i grossi capitali di cui la magistratura,
finalmente, ha cominciato ad attenzionare. Poi dopo una lunghissima
trattativa siamo risuciti ad intervenire e a portare il nostro
contributo di lotta quotidiana concreta per difendere quella ruralità
scritta su un libro che sarà sicuramente bellissimo e pieno di
interventi e ragionamenti interessantissimi ma se letto e riposto in
qualche polverosa libreria e non praticato quotidianamente resterà solo
ed esclusivamente un libro; parole vuote.
Auspico che chiunque abbia preso una copia del libro lo legga e si impegni, per quanto è nelle proprie responsabilità sociali, culturali e politiche, affinchè quella ruralità sia affermata, difesa e custodita.
Auspico che chiunque abbia preso una copia del libro lo legga e si impegni, per quanto è nelle proprie responsabilità sociali, culturali e politiche, affinchè quella ruralità sia affermata, difesa e custodita.
Pinuccio Fappiano
(by Nicola)
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