PETIZIONE
Al Presidente
della repubblica
Ai Presidenti
delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato
Ai
Parlamentari
Ai Presidenti
della Regioni
Agli Assessori
all'Ambiente delle Regioni
Commissione
Europea
Autorità Nazionale
Anti-Corruzione
Ai Consiglieri
regionali
Ai
comitati/associazioni/moviment i
OGGETTO: nuove
procedure di Valutazione di Impatto Ambientale - rapporto Stato-regioni -
qualità ambientale etutela della Salute - richiesta di radicale modifica
della proposta del Governo di recepimento della Direttiva
2014/52/UE
Siamo
organizzazioni che da decenni operano nel campo della tutela dell'ambiente,
partecipando attivamente alla vita civica del paese e che hanno spesso
evitato scempi e gravi danni al territorio e alla salute dei cittadini
frutto di scelte errate e spesso scellerate degli
amministratori.
Abbiamo letto la
proposta di Decreto predisposta dal Governo per il recepimento della
Direttiva 2014/52/UE con modifiche al D.lgs.152/2006 che ora è al vaglio
della Conferenza Stato-Regioni e delle Commissioni
parlamentari.
Vogliamo esprimere
la più profonda amarezza ed indignazione per i contenuti del tutto
inaccettabili del Decreto che guardano con evidente fastidio alla
partecipazione dei cittadini e degli enti locali alle scelte che riguardano
i territori dove essi vivono. Viene alterato anche il rapporto tra Stato
centrale e regioni. Enti locali e cittadini che addirittura perdono del
tutto la possibilità di intervenire per numerosi progetti.
Un provvedimento
che possiamo definire in diversi passaggi tecnicamente criminogeno per i
vantaggi che offre a chi vuole illecitamente e abusivamente sfruttare
l'ambiente mettendo a rischio la salute delle persone e la qualità del
territorio e ai funzionari pubblici infedeli e ai privati meno attenti una
vera e propria vantaggio di posizione che, tra l'altro, mina alla base la
libera concorrenza in quanto penalizza proprio le aziende più corrette in
una competizione al ribasso.
Oltre a diverse e
palesi violazioni della Costituzione e della stessa Direttiva Comunitaria
che sulla carta vorrebbe recepire, in almeno un passaggio vi è addirittura
il sovvertimento dello Stato di Diritto con funzionari dell'apparato
amministrativo che potranno ignorare le decisioni dei Tribunali
amministrativi. Inoltre addirittura si rivendicano scelte
anti-meritocratiche per la selezione dei soggetti che dovrebbero decidere e
valutare i progetti.
Crediamo che
questo Paese non meriti tutto ciò, dopo decenni di depredazione dei
territori con le devastazioni che sono sotto gli occhi di tutti proprio a
causa dell'incuria della classe dirigente che non ha ascoltato la voce dei
cittadini organizzati che quasi sempre si è rivelata più
lungimirante.
Basti pensare che
le forze politiche di maggioranza in queste paese per anni, davanti ai
conflitti sociali sulle grandi opere, hanno a parole richiamato l'importanza
del dibattito pubblico preventivo. peccato che non l'abbiano mai praticato
nonostante sia previsto dal 2006 nel Testo Unico dell'Ambiente! Ecco, ora
che la Direttiva Comunitaria intende aumentare la dose di partecipazione nel
sistema la bozza di Decreto svilisce ulteriormente sia questi strumento che
altri che potrebbero servire allo scopo di far partecipare enti locali e
cittadini alle decisioni, come hanno dimostrato lo scorso 4 dicembre 2016
con l'enorme partecipazione al Referendum costituzionale che, tra l'altro,
ha detto No alla riforma costiotuzione che toccava proprio l'art.117
proponendo un ulteriore accentramento.
Questo decreto non
prende atto della lezione data dai cittadini il 4 dicembre 2016 e va nella
direzione di quella riforma bocciata.
Qui di seguito
passiamo velocemente in rassegna le principali criticità, rimandando al
documento tecnico allegato un'analisi approfondita punto per punto con
alcune delle numerose proposte che la nostra esperienza diretta ha maturato
in questi anni in materia di procedimenti valutativi di carattere
ambientale.
Vedrete che le
nostre indicazioni non verteranno sulla questione dei tempi certi perchè i
primi in questi anni ad aver accusato il Ministero dell'Ambiente delle
ineccettabili lentezze nell'esame dei progetti siamo proprio noi, visto che
vogliamo l'immediata definizione dei procedimento per non vivere con la
spada di Damocle sulla testa per anni se non per decenni. Non ci spaventa il
confronto. Ma noi vogliamo che il paese si comporti in maniera adulta e
matura, altri invece cercano i sotterfugi e gli escamotage di cui è pieno
questo decreto che mostra gravissimi limiti anche culturali e etici. Tali
ritardi, che la politica dovrebbe non solo stigmatizzare a parole ma causare
provvedimenti contro chi ne è stato il promotore, non possono essere certo
strumentalizzati proprio da chi li ha causati proponendo norme
anti-democratiche che uccidono un dibattito sulle opere che non può che
migliorare la nostra democrazia e la stessa economia.
Siamo disponibili
ad un confronto, anzi, lo chiediamo, affinchè possiate comprendere tutti i
gravissimi limiti di questo provvedimento che deve essere assolutamente
modificato pena l'ulteriore decadimento della vita pubblica nel nostro
paese.
Certi di
riscontro, cogliamo l'occasione per porgere i nostri migliori
saluti.
VIA IN
SANATORIA E I CANTIERI CONTINUANO ANCHE IN CASO DI ANNULLAMENTO DEL TAR DEI
PROVVEDIMENTI AUTORIZZATORI.
Il Decreto prevede
di poter accedere in qualsiasi momento e per qualsiasi tipologia di opera
alla V.I.A. "in sanatoria". Addirittura si prevede la possibilità di
continuare i lavori anche se "scoperti" a realizzare un progetto (una cava,
un gasdotto ecc.) senza V.I.A. oppure quando il parere V.I.A., se esistente,
è stato sospeso o annullato del T.A.R.!
Il tutto con
eventuali sanzioni ridicole di decine di migliaia di euro a fronte di opere
che portano guadagni in alcuni casi miliardari.
PER DECINE DI
CATEGORIE DI OPERE NIENTE PARTECIPAZIONE DEI
CITTADINI
La Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. (V.A.), che oggi è un primo filtro per impianti di rifiuti, cave ecc. praticamente diventerà un orpello. Infatti è stata eliminata completamente la fase di partecipazione per i cittadini ed enti locali, che oggi hanno 45 giorni per presentare le osservazioni. Avverrà solo la pubblicazione sul WEB dello scarno documento di "studio preliminare ambientale" da parte del proponente, senza ulteriori elaborati. Da quel momento entro 60 giorni l'ente competente si deve esprimere. La decisione del Ministero dell'Ambiente potrà avvenire anche entro un'ora senza che nessun cittadino o ente locale possa avere anche solo il tempo per accorgersi del deposito del progetto. A quel punto rimarrebbe solo il T.A.R., peraltro sempre con la possibilità di vedere proseguire i cantieri anche in caso di vittoria davanti al tribunale! Una procedura totalmente illegittima in quanto la Convenzione di Aarhus, ratificata dall'Unione Europea e dall'Italia con la legge 108/2001, prevede che per tutti i progetti, anche non sottoposti a V.I.A., che possono avere impatti potenziali sull'ambiente, deve essere assicurata la possibilità e tempi congrui per il deposito di osservazioni da parte dei cittadini.
La Verifica di Assoggettabilità a V.I.A. (V.A.), che oggi è un primo filtro per impianti di rifiuti, cave ecc. praticamente diventerà un orpello. Infatti è stata eliminata completamente la fase di partecipazione per i cittadini ed enti locali, che oggi hanno 45 giorni per presentare le osservazioni. Avverrà solo la pubblicazione sul WEB dello scarno documento di "studio preliminare ambientale" da parte del proponente, senza ulteriori elaborati. Da quel momento entro 60 giorni l'ente competente si deve esprimere. La decisione del Ministero dell'Ambiente potrà avvenire anche entro un'ora senza che nessun cittadino o ente locale possa avere anche solo il tempo per accorgersi del deposito del progetto. A quel punto rimarrebbe solo il T.A.R., peraltro sempre con la possibilità di vedere proseguire i cantieri anche in caso di vittoria davanti al tribunale! Una procedura totalmente illegittima in quanto la Convenzione di Aarhus, ratificata dall'Unione Europea e dall'Italia con la legge 108/2001, prevede che per tutti i progetti, anche non sottoposti a V.I.A., che possono avere impatti potenziali sull'ambiente, deve essere assicurata la possibilità e tempi congrui per il deposito di osservazioni da parte dei cittadini.
TRADITI LO
SPIRITO E LE NORME DELLA DIRETTIVA COMUNITARIA SU PARTECIPAZIONE,
CORRUZIONE, QUALITÀ E CONFLITTO DI INTERESSE
La direttiva
comunitaria sulla V.I.A. è stata modificata nel 2014 per
garantire:
-la valorizzazione
della partecipazione dei cittadini alle scelte per evitare che si discuta
dopo e aumentino i conflitti;
-la trasparenza a
tutti i livelli grazie anche alle tecnologie digitali;
-la prevenzione
dei conflitti di interesse e della corruzione;
-la qualità nelle
procedure e nelle scelte attraverso una verifica delle competenze di enti e
redattori degli studi di impatto.
Il Decreto va
nella direzione esattamente opposta!
Basti pensare alla
ulteriore chiusura della Commissione VIA nazionale all'ascolto dei territori
(non è stata neanche prevista la possibilità di audizioni!), con un
ulteriore sbilanciamento a sfavore delle istanze dei cittadini (vista anche
l'accentramento di ulteriori competenze) e la totale disattenzione posta al
tema dell'inchiesta pubblica che pure in alcune regioni aveva iniziato a
dare i suoi frutti.
OPERA DA
MILIARDI VALUTATE SUGLI SCARNI ELABORATI DELLO STUDIO DI
FATTIBILITÀ
La V.A. e la V.I.A. si faranno su elaborati progettuali del livello di dettaglio dello "studio di fattibilità". Oggi per la procedura di V.I.A. si deve depositare il progetto definitivo con dettagli importanti ai fini delle analisi. Con questo decreto i cittadini e gli enti potranno quindi partecipare al procedimento avendo in mano solo "quattro schizzi" privi di dettagli tecnici fondamentali per verificare gli impatti oppure, come sta accadendo frequentemente, per accorgersi di eventuali abusi già fatti.
La V.A. e la V.I.A. si faranno su elaborati progettuali del livello di dettaglio dello "studio di fattibilità". Oggi per la procedura di V.I.A. si deve depositare il progetto definitivo con dettagli importanti ai fini delle analisi. Con questo decreto i cittadini e gli enti potranno quindi partecipare al procedimento avendo in mano solo "quattro schizzi" privi di dettagli tecnici fondamentali per verificare gli impatti oppure, come sta accadendo frequentemente, per accorgersi di eventuali abusi già fatti.
COMMISSARI VIA
SCELTI SENZA CONCORSO
I commissari della
commissione VIA nazionale saranno scelti dal Ministro espressamente "senza
fare ricorso a procedure concorsuali", alla faccia della Costituzione. Hanno
introdotto questa specifica dopo la bocciatura della Corte dei Conti proprio
sulle nomine di Galletti per la nuova commissione V.I.A., bocciatura
avvenuta proprio per l'assenza di criteri selettivi. Inoltre è sempre il
ministro che nomina la segreteria tecnica di funzionari a supporto della
commissione VIA nazionale. Il controllo partitico diventerà
totale.
MOLTE CATEGORIE DI OPERE DIVENTANO DI COMPETENZA STATALE
MOLTE CATEGORIE DI OPERE DIVENTANO DI COMPETENZA STATALE
Diverse categorie
di progetti energetici, infrastrutturali, di impianti (cave ecc.) passano
dalla competenza regionale a quella nazionale per sottrarli all'influenza
delle comunità che più facilmente fanno sentire la propria voce con le
istituzioni locali. Si cerca così di superare surrettiziamente l'esito
referendario del 4 dicembre, quando è stata bocciata anche la riforma
dell'Art.117 della Costituzione che prevedeva un forte
accentramento.
MANCATO
COORDINAMENTO DELLE PROCEDURE DI VALUTAZIONE DI INCIDENZA
AMBIENTALE
Tra i principi e
criteri direttivi della legge delega c’è anche quello della
“semplificazione, armonizzazione e razionalizzazione delle procedure di
valutazione di impatto ambientale anche in relazione al coordinamento e
all’integrazione con altre procedure volte al rilascio di pareri e
autorizzazioni a carattere ambientale”.
Il recepimento
della Direttiva doveva essere l'occasione per coordinare veramente le
procedure valutative con particolare riferimento alla V.INC.A. visto che,
almeno teoricamente, dovrebbe essere uno dei caposaldi delle politiche
comunitarie in materia di tutela della Biodiversità.
La Commissione
Europea ha aperto la Procedura Pilot 6730/14/ENVI proprio per la scarsa (o
nulla) qualità degli sttudi e delle valutazioni che riguardano migliaia di
siti Natura2000 in Italia (e il 10% del territorio
nazionale).
I gravi limiti del
D.P.R.357/97 potevano essere affrontati e risolti in questa sede ma nulla è
stato previsto.
I PROGETTI
ESCLUSI "D'IMPERIO" DALLA V.I.A.
Il Ministro
dell’ambiente potrà, in casi eccezionali, e previo parere del Ministro dei
beni culturali, esentare in tutto o in parte la realizzazione di un progetto
dalla valutazione di impatto ambientale, qualora l’applicazione della
procedura di VIA incida negativamente sulla finalità dello stesso progetto,
a condizione che siano rispettati (non si sa bene come) gli obiettivi della
normativa nazionale ed europea in materia di valutazione di impatto
ambientale. Si tratta di un “potere” di non poco conto, in quanto in questo
modo si accorda al Ministro dell’ambiente un potere pressoché discrezionale,
che si riassume nel far prevalere le ragioni delle finalità dei progetti da
realizzare sulle ragioni della tutela ambientale. Eccezionale, infatti, sarà
quel caso che il Ministro riterrà essere tale. Vero è che questa possibilità
è contemplata dalla direttiva europea che il Governo sta attuando con il suo
decreto; ma si tratta appunto di una facoltà e non di un obbligo.
Aggiungiamo che il decreto del Governo deve rispettare i principi e i
criteri direttivi fissati dalla legge delega del Parlamento (legge n.
114/2015), tra i quali il “rafforzamento della qualità della procedura di
valutazione di impatto ambientale”. E l’attribuzione di un potere
discrezionale di quel tipo in capo al Ministro finisce, a mio avviso, per
vanificare la volontà espressa dal Parlamento attraverso la sua
legge.
NIENTE
VALUTAZIONI SUGLI IMPATTI SUL PATRIMONIO CULTURALE
Diversamente da
quanto accade oggi, il decreto del Governo non prevede più che nel rapporto
ambientale si indichino quali effetti il progetto da realizzare produca sul
patrimonio culturale (sebbene il decreto dichiari che la VIA debba
individuare, descrivere e valutare gli impatti ambientali anche sul
patrimonio culturale.
L'ESCAMOTAGE
PER NON FAR SMONTARE PIATTAFORME E RELATIVI GASDOTTI E OLEODOTTI SOTTOMARINI
A FINE VITA
In primo luogo
all'Art.25, "Disposizioni attuative" si prevede un
escamotage per evitare a fine produzione alle multinazionali di dover
smontare le piattaforme oggi esistenti (o quelle ancora da costruire) nonchè
gasdotti e oleodotti sottomarini a queste connessi. Infatti al comma 6
si prevede un Decreto del Ministro dello Sviluppo, di concerto con il
Ministro dell'Ambiente, con semplice parere della
Conferenza tra stato e regioni, con cui si prevedono le "linee guida per la
dismissione mineraria o destinazione ad altri usi delle piattaforme per la
coltivazione di idrocarburi in mare e delle infrastrutture connesse". Già
immaginiamo i mille e fantasiosi usi che verranno proposti per queste
strutture. Un vantaggio di centinaia di milioni di euro, visto che ci sono
decine di piattaforme da smantellare e centinaia di chilometri di tubazioni
posate sul fondo marino da bonificare. Materiali che rilasciano sostanze nel
nostro mare.
DECISIONI SUI
PROGETTI PETROLIFERI E LA PROSPEZIONE CON AIRGUN SENZA ALCUN CONFRONTO CON
ENTI LOCALI E CITTADINI
Attualmente il
Testo Unico dell'Ambiente D.lgs.152/2006 prevede che tutte le attività del
settore siano sottoposte direttamente a Valutazione di Impatto Ambientale,
dalla prospezione in mare con la tecnica dell'airgun fino alla coltivazione
dei giacimenti, passando per lo scavo dei pozzi, con una
fase pubblica di 60 giorni per cittadini ed enti locali
per depositare osservazioni. Sui progetti di airgun, ad esempio, ci sono
sempre decine di osservazioni di enti e associazioni e un dibattito
fortissimo. Proprio come deve avvenire in uno stato democratico
avanzato!
Le direttive
comunitarie sulla VIA che si sono succedute, compresa l'ultima, la
52/2014/UE, hanno previsto due liste di progetti. Quelli inseriti nella
prima devono sempre fare da subito la V.I.A. completa. Per quelli inseriti
nella seconda la Direttiva demanda allo Stato membro di decidere se fare
direttamente la V.I.A. o effettuare prima una verifica di assoggettabilità a
V.I.A. (screening) sulla base delle condizioni specifiche del proprio
territorio e anche della sensibilità della popolazione sugli specifici temi.
In Italia sulla questione petrolifera negli ultimi anni c'è stata una
fortissima mobilitazione di enti e cittadini.
In un paese
estremamente vulnerabile per i rischi ambientali, da quello sismico a quello
idrogeologico, con problemi rilevanti per la qualità dell'aria e dell'acqua,
con una densità di popolazione molta alta, beni artistici diffusi, in un
territorio unico per le produzioni enogastronomiche, uno si aspetterebbe la
massima cautela. Per una volta era accaduto! Infatti si è optato per un
regime rigoroso e cautelativo, sottoponendo anche alcuni progetti della
seconda lista, le prospezioni con airgun o esplosivi, e tutti i progetti di
coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi, a V.I.A.
diretta.
Oggi il Governo,
modificando gli allegati del Testo Unico dell'Ambiente, sceglie di abbassare
le tutele invece di confermarle o aumentarle scegliendo per decine di
progetti di fare prima lo screening, togliendo pure il contraddittorio con
cittadini, associazioni ed enti locali.
Tutte le
prospezioni, sia con airgun in mare sia con esplosivi, e i progetti
petroliferi di coltivazione di giacimenti con produzione fino a 182.500
tonnellate di petrolio o 182 milioni di Mc di gas annua, cioè praticamente
la gran parte di quelli del paese, invece di fare la V.I.A. come avviene
oggi potranno partire con il semplice screening, con l'aggravante che non vi
è la fase di partecipazione. Solo eventuali nuovi pozzi dovranno fare la
V.I.A. diretta.
Esistono numerosi
giacimenti in cui i pozzi sono stati scavati nel passato e vi è la procedura
di V.I.A. in corso per la sola coltivazione. Ad esempio, a Comacchio, a S.
Maria Nuova nelle Marche oppure a Bomba in Abruzzo. Non è che siccome i
pozzi ci sono già non esistono più problemi ambientali potenziali derivanti
dalla coltivazione del giacimento. Anzi! La fase estrattiva può avere
effetti enormi in aree densamente abitate e delicate dal punto di vista
ambientale (Comacchio è sito UNESCO!), dalla subsidenza alla sismicità
indotta, passando per la modifica della qualità delle acque, alla gestione
dei rifiuti prodotti. Le sole acque di produzione possono ammontare a
milioni di mc. Ecco, le nuove procedure per questi progetti partiranno dal
solo screening senza contraddittorio mentre le procedure di V.I.A. già in
essere potranno essere pure riconvertite nel procedimento più
favorevole!
Prime
adesioni:
Organizzazioni
nazionali:
FORUM ITALIANO
DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA,
COORDINAMENTO
NAZIONALE NO TRIV,
ASSOCIAZIONE
MEDITERRANEA PER LA NATURA ONLUS,
GRUPPO
D'INTERVENTO GIURIDICO ONLUS,
RETE NAZIONALE
NO GEOTERMIA ELETTRICA SPECULATIVA ED INQUINANTE,
ASSOCIAZIONE
ANTIMAFIE RITA ATRIA,
PEACELINK,
NUOVO SENSO
CIVICO ONLUS
ALTURA
Organizzazioni
territoriali
Coordinamento
Comitati Ambientalisti Lombardia.
Comitato No
Gasaran
COLLETTIVO
ALTREMENTI VALLE PELIGNA,
LIPU
ABRUZZO,
Comitato Spontaneo
Amici del Tarinè
CAST (Comitato
Ambiente Salute e Territorio),
ASSOCIAZIONE
AMBIENTE E SALUTE NEL PICENO,
ABRUZZO BENI
COMUNI,
COMITATI
CITTADINI PER L'AMBIENTE DI SULMONA,
PESCARA PUNTO
ZERO,
FORUM ABRUZZESE
DEI MOVIMENTI PER L'ACQUA,
STAZIONE
ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS,
“A.D.A.S.C.” –
Associazione per la Difesa dell’Ambiente e della Salute dei Cittadini
(Milazzo)
Ecoistituto del
Veneto Alex Langer
Movimento dei
Consumatori
AmicoAlbero
COMITATO CONTRO
LO STOCCAGGIO DI SAN MARTINO SULLA MARRUCINA,
COORDINAMENTO
DEI COMITATI "NO ELETTRODOTTO VILLANOVA-GISSI-FOGGIA",
COMITATO NO
POWERCROP,
SALVIAMO
L'ORSO,
CIRCOLO
VALORIZZAZIONE TERRE PUBBLICHE,
COMITATO "LA
DIFESA", COMITATO NO INCENERITORE VAL DI SANGRO,
SALVIAMO LA
PIANA
ASSOCIAZIONE "I
CITTADINI" - VILLAFRANCA TIRRENA
VeneziaAmbiente
Comitato Opzione
Zero
Orsa
ProNatura
Tavolo di lavoro
provinciale Basta Veleni di Brescia
Osservatorio Molisano sulla Legalità (OML)
ADESIONI
Segreteria Operativa Forum Abruzzese dei Movimenti per
l'Acqua 3683188739
(by Nicola)
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