
La
mossa di Salvini di dichiarare aperta la crisi di governo è
essenzialmente una boutade. Con i parlamentari in vacanza e con una
legge di bilancio molto difficile da redigere, come si può pensare a una
crisi in questo momento?
A noi sembra che Matteo Salvini
persegua con caparbia fini neoliberisti profondamente radicati nel suo
programma, senza tener conto della realtà.
Di fronte alle
difficoltà della redazione del bilancio 2020 e di quelle relative
all’approvazione della flat tax e delle autonomie differenziate, Salvini
minaccia di rompere tutto, consapevole di riuscire vincitore a seguito
di una campagna balneare da lui già intrapresa, fidando fortemente
nell’indifferenza e nell’ignoranza di molti italiani, pronti a seguirlo
senza sapere cosa stiano facendo.
La situazione è fortemente
ingarbugliata, soprattutto perché i governi degli ultimi 40 anni hanno
scelleratamente prodotto la completa disintegrazione del patrimonio
pubblico italiano, donandolo a faccendieri incapaci ed egoisti, che tra
l’altro, si combattono fra loro per assicurarsi una posizione di forza
nello sbranare la preda costituita dalle fonti di ricchezza italiane.
Sintomatica, a questo proposito, è la situazione di Alitalia,
importantissima fonte di produzione di ricchezza nazionale, la quale sta
per essere ceduta alla famiglia Benetton, che ha dato grandi prove di
incapacità a gestire i servizi pubblici, e tra gli altri, alla compagnia
americana Delta, che vuole spostare le rotte più fruttuose nelle mani
degli americani, con l’intento poi di trasferire le rotte transoceaniche
da Roma a Parigi.
In questa situazione dominata da un forte
individualismo e da una fortissima convinzione neoliberista, occorre una
mobilitazione di tutti gli intellettuali italiani per capire come sia
possibile incidere sulle menti degli elettori (oramai oscurate da
discorsi che parlano agli istinti più deteriori dell’animo umano,
invocando l’odio di razza e il “diritto” alla disuguaglianza) tentando
di orientare le persone su quanto afferma la Costituzione Repubblicana
sui diritti umani, sulla solidarietà sociale e sul principio di
eguaglianza economica.
In questa azione occorre spingere la
grande massa degli astensionisti a confluire in un nuovo partito, retto
da persone colte e inattaccabili, che attuino la Costituzione
Repubblicana, pongano come primo problema globale la salvezza del
pianeta e risolvano i problemi economici italiani, sostituendo al
sistema economico predatorio neoliberista, ora dominante, un sistema di
stampo keynesiano che preveda la redistribuzione della ricchezza alla
base della piramide sociale.
Ciò è compatibile anche con la
vigenza degli attuali trattati europei, i quali, se impediscono gli
aiuti di Stato, non impediscono tuttavia le nazionalizzazioni e una
politica che blocchi le privatizzazioni e le svendite e ricostituisca il
patrimonio pubblico degli italiani, in modo da poter gestire in maniera
autonoma i servizi pubblici essenziali (vedi Alitalia e Autostrade) e
le fonti di energia (acqua, luce, gas) come prescrive l’articolo 43
della Costituzione.
Insomma bisogna stringere i denti per attuare
una politica che non sia quella dannosa e subordinata agli interessi
degli altri Stati europei, già sperimentata dal governo Monti, ma che
sia produttiva di sviluppo economico e di conseguente moltiplicazione
dei posti di lavoro.
Il momento è atrocemente grave, sia sul
piano globale, sia sul piano europeo ed italiano e non si può perdere
più neanche un minuto, per far correre, come diceva Giovan Battista
Vico, le menti ancora sane “a vele spiegate”.
Paolo Maddalena, Vice Presidente Emerito della Corte costituzionale
(by Nioola)
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