domenica 13 agosto 2017

L'INIZIO DI UN PROCESSO IN TERRA DI MAFIA



Il 26 Giugno scorso e' iniziato nel Tribunale di Larino, in Molise, il processo a carico di nove amministratori e tecnici del Comune di Guardialfiera accusati a prove certe e documentali di plurimi e gravi reati corruttivi.
I nove imputati sono: Grande Remo (tre volte sindaco), Bellini Giuseppe (sindaco e vice sindaco), Catalano Osvaldo, Boccardo Angelo, Di Vito Katia, Capraro Orazio, Garocchio Mariano, Tanzilli Michele, Minichella Pietro. Ed alcuni di tali amministratori/imputati gia' negli anni passati sono dovuti comparire piu' volte in tale veste avanti i Giudici penali e contabili.
Il gruppo dei nove ha a difesa tre avvocati di grido che si sono strenuamente impegnati per evitare che lo stesso Comune - dopo le recenti elezioni amministrato da nuovi e ben diversi eletti - si costituisse Parte Civile nel processo.
Ma il Giudice ha deliberato che, per quanto di offensivo e dannoso i reati comportano, il Comune sia ben legittimato ad essere Parte Civile nel processo, sicché ora gli imputati si ritrovano sulle spalle sia la Pubblica Accusa sia l' avvocato dello stesso Comune da loro per anni amministrato.
E' Inusitato ed eccezionale quanto e' cosi avvenuto e non solo per il Molise, ma anche per altri territori del Sud d' Italia.
Tuttavia e' bene restare alla realtà effettiva e non farsi illusioni di miracolistici cambiamenti.
Per l' aspetto giudiziario e' bene sapere che in Italia esiste la prescrizione ( lo Stato rinuncia a perseguire gli imputati con il trascorrere del tempo ) che scatta non già da quando i reati stessi vengono scoperti, ma quando essi vengono commessi.
Sicché e' sufficiente distrarsi e far passare del tempo per far scattare l' impunita'.
In questi giorni notizie di stampa riportano che a Tolentino, per consimili rati connessi alla distribuzione illecita di fondi post sisma, i Carabinieri locali si sono prontamente attivati e già si sono aperte indagini penali.
In Guardialfiera c'e' voluta invece, anni dopo,un' inchiesta televisiva perché se ne sapesse qualcosa ed iniziassero indagini e processi.
Ma Tolentino e' appunto nelle Marche e Guardialfiera e' appunto in Molise.
Per quanto riguarda i comportamenti, i legami sociali e culturali, i modi d' essere ed agire, ho rilevato che :
- All' udienza, oltre ai parenti e ai compari degli imputati, non v' era presente nessuno del paese.
- Benché per il numero degli imputati e dei reati il processo avesse una sua importanza e fosse un fatto eccezionale, non v' era nessun giornalista ne' risulta che notizia sia apparsa su nessun mezzo d' informazione.
- Una buona meta' degli abitanti del paese considera ancora apertamente gli imputati come suoi "benefattori".
- Tutti gli abitanti del paese, senza eccezione alcuna, sono da anni in totale e ferreo silenzio omertoso sui ripetuti fatti delittuosi e sugli accusati.
- I due consiglieri comunali laureati, che pur dovevano rappresentare l' opposizione, nel mentre grandinavano inchieste, rinvii a giudizio e sequestri per migliaia e migliaia di euro si occupavano degli scontrini fiscali nella vendita delle salcicce nelle fiere del paese.
Sono pienamente in atto le modalità con cui in molte terre del Sud si ottiene l' omertà complice e servile di una popolazione :
1)- Distribuzione di denari e benefici nel così chiamato "voto di scambio" di cui mi diceva la diffusione nel territorio il Procuratore Capo di Larino e che anche in mie indagini ho rilevato.
2)-L' isolamento sociale per chi si oppone e denuncia il malaffare.
Ed infatti l' ex bidello le cui denunce (come scrivono in atti i Magistrati) sono alla base del processo e' stato pubblicamente denigrato e viene totalmente isolato, anche dal prete locale.
Ed infatti per le mie denunce e per i miei scritti negli anni pubblicati molti in paese mi evitano e fanno ostentata mostra di non trattarmi.
3)- L' intimidazione rivolta a chi al malaffare non si piega, intimidazione che si sostanzia nell'uso pretestuoso e strumentale di denunce e querele.
Ed infatti alcuni imputati hanno denunciato e querelato chi li ha denunciati e per le cui denunce si trovano imputati.
Ed infatti io stesso già cinque anni fa sono stato querelato dai compari degli imputati per quanto ho scritto a difesa della legalità violata.
A chi ha studi ed esperienza di mafia il tutto manifesta chiaramente la sua esistenza dominante tra quella popolazione ed in quel territorio.
Del resto ciò ben compresi quando da fuori Regione mi recai anni or sono a Larino a presentare al Procuratore Capo di quel Tribunale le prove dei reati che si commettevano. Di poi, nel primo pomeriggio, presi il pullman che mi portava nel paese delle mie origini e qui, allo scendere in piazza, mi ritrovai circondato da alcuni degli attuali imputati e da loro sodali. Evidentemente dallo stesso Tribunale era arrivata loro notizia del mio fare e dei miei spostamenti.
Ora, giunto all'eta' anagrafica della vecchiaia, non posso sperare di vedere in breve dissolta questa mafia e questa omertà mafiosa. Pur i buoni segnali di riscatto che recentemente si sono realizzati non sono certo sufficienti a cambiare realtà che sono radicate nel tempo e molto tempo richiedono per un sostanziale cambiamento.
Perciò avendo negli anni fatto ciò che andava fatto e detto ciò che andava detto senza che alcuno abbia potuto mai smentire le verità provate di ciò che ho denunciato e pubblicato, lascio ad altri , semmai ve ne sia qualcuno, di continuare sul mio esempio.
Non chiudo perciò questo gruppo pubblico da me in Facebook creato affinché qualcuno possa sempre uscire dal letargo omertoso e complice e, riuscendo a vergognarsi per come si e' fatto ridurre, possa liberamente esprimersi ed agire.
Per il resto l'uomo muore una volta sola, il codardo ed il servo, semmai possono dirsi vivi, muoiono ogni giorno.
 
12 Agosto 2017

F.to Piero Lalli Caluori
(by Nicola)

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