martedì 16 maggio 2017

18 maggio: il parlamento si accinge a legalizzare in modo perenne l’abusivismo edilizio


 
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APPELLO

SI FERMI LA LEGGE BLOCCA DEMOLIZIONI CHE LEGALIZZA IN MODO PERENNE L’ABUSIVISMO EDILIZIO.

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato

Il 18 maggio prossimo al Senato della Repubblica andrà in discussione il provvedimento di legge di cui è primo firmatario il sen. Falanga, gruppo ALA Verdini. Il testo di disegno di legge è così intitolato: “Disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi”. E’ un provvedimento che è stato approvato da una maggioranza trasversale che va dal Pd, a Forza Italia al M5S.
In realtà questo provvedimento è di una gravità inaudita e legalizza in modo permanente l’abusivismo con effetti futuri permanenti. Le case abusive, purché abitate saranno salve.

Il disegno di legge è motivato, dalla ormai solita distinzione di comodo fra:
• abusivismo di speculazione, per il quale secondo le dichiarazioni dei proponenti si darebbe priorità nelle demolizioni
• abusivismo di necessità, cioè quello costituito dalle case abitate, che sarà messo in coda, al fine di evitare le demolizioni.

In testa alla lista delle priorità degli abusi da demolire ci sono:
1 ) gli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico o a vincolo sismico o a vincolo idrogeologico o a vincolo archeologico o storico-artistico
2 ) gli immobili che costituiscono un pericolo per la pubblica e privata incolumità
3 ) gli immobili sottratti alla mafia perché nella disponibilità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o di soggetti colpiti da misure di prevenzione.

All’interno di ognuna di queste categorie sono però stabiliti ulteriori gradi di priorità.
Gli edifici saranno demoliti secondo questo ordine:
1 - prima quelli in corso di costruzione o non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado
2 - poi quelli non stabilmente abitati

Per ciascuna delle sopra dette categorie i Procuratori della Repubblica detteranno i criteri di priorità che dovranno tenere conto delle specificità del territorio di competenza, attribuendo la priorità, di regola, agli immobili in corso di costruzione o comunque non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado e agli immobili non stabilmente abitati.
La legge prevede una somma di 10 milioni di euro annui per gli abbattimenti.
In questo modo la legge fermerà le ruspe e intaserà il lavoro dei tribunali come denuncia il procuratore della repubblica di Napoli Riello che afferma: ”si apre la via a un contenzioso enorme. Appellandosi a una legge, gli avvocati faranno giustamente il loro dovere che è quello di tentare ogni strada per impedire la demolizione dell’immobile del proprio assistito. Questi casi si chiamano “incidenti di esecuzione”. Per banalizzare, ogni avvocato dirà: perché demolite casa al mio cliente e non a quell’altro? È stato verificato che l’ordine di priorità è stato rispettato? Sono stati controllati bene tutti i criteri? I quali criteri, mi si permetta di dirlo, mi sembrano evanescenti».

Le demolizioni con questa futura legge saranno fermate per due ordini di motivi:
1) perché la cifra stanziata per le demolizioni è sufficiente per eseguirne 130-140 all’anno
2) perché buona parte delle case sono abitate e quindi saranno in coda alle priorità stabilite dalla legge e perciò mai demolite.

Ma l’aspetto più grave della legge è che la sua applicazione non ha limiti di tempo a differenza dei condoni. Questo significa che tra tre mesi, un anno o due chiunque potrà edificare una villa sulla costa, in una vallata o in qualunque altro luogo avendo i requisiti di necessità. Questo significa che il parlamento della Repubblica Italiana si accinge a legalizzare in modo perenne l’abusivismo edilizio, che anzi dalla norma riceverà ulteriori stimoli.
E la norma potrà diventare uno strumento formidabile anche in mano alla criminalità che in base ai criteri di necessità previsti della legge, potrà realizzare case abusive in spregio alla legge mettendoci dentro qualcuno che vi abiti . Non è fantasia ma la triste realtà.
Altro aspetto grave è che si fermeranno le demolizioni delle case abitate anche nelle aree protette, con vincolo ambientale e idrogeologico perché la legge prevede di mettere per ultimi questi casi.
Invece di approvare norme più stringenti per demolire sul nascere l’abuso e per commissariare quei comuni, anche con lo scioglimento dei consigli comunali, che non sono rigorosi o nell'adottare strumenti urbanistici o nell’eseguire le demolizioni, si è scelta una strada assurda come quella di fermare le ruspe dietro l’alibi delle priorità e dell’inesistente abuso di necessità. Non è un caso che nei resoconti stenografici i senatori Falanga e Palma parlino esplicitamente di fermare le demolizioni a partire dalla Campania. Infatti sia il presidente della regione Campania De Luca che della Sicilia Crocetta attendono con ansia questa legge dopo aver approvato in giunta provvedimenti blocca ruspe. Questa è l’Italia: piange di fronte alle tragedie del dissesto idrogeologico ma il giorno dopo quando tutto è passato torna a chiudere gli occhi per favorire l’abusivismo edilizio. Questa è una piaga tipicamente italiana che non trova riscontri in Europa: un ben triste primato che ci appartiene. Con i voti degli abusivi si vincono le elezioni ma si ammazza il territorio e il futuro delle generazioni che verranno. Con tanti saluti al consumo zero di suolo fissato dall'Unione Europea per il 2050.
La legge che il Senato è in procinto di approvare ha vari profili di incostituzionalità a partire dal rispetto dell’art.3 e 9 della Costituzione (la Corte Costituzionale ha più volte affermato che il paesaggio è un bene primario e assoluto) e per questi motivi chiediamo che la legge sia fermata e non promulgata.


Paolo Berdini, Angelo Bonelli, Vittorio Emiliani, Sauro Turroni, Francesco Lo Savio, Vezio De Lucia, Gianfranco Amendola, Fabio Balocco, Luana Zanella, Mario Staderini, Domenico Finiguerra.

(by Nicola)

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