La
piscina comunale di Isernia sarebbe dunque incompiuta al punto che
occorrerebbero 300 mila euro di nuovi lavori per renderla fruibile.
Intanto
appare singolare che tale asserito dato si scopra ex
abrupto
solo oggi, rivelato dal neo assessore comunale al ramo, su probabile
relazione dell’Ufficio tecnico comunale.
Si
parla, oggi, di rifacimento del tetto: ma se ciò fosse vero,
vorrebbe dire che esso non è stato realizzato a regola d’arte e,
se così fosse, perché deve pagare la collettività e non i
responsabili?
E
ancora: se l’opera è stata progettata in via preliminare, come mai
si sfora di 300 mila euro rispetto all’appalto originario
facendola rimanere incompiuta? Il progetto era errato o i fondi sono
stati utilizzati per fini non appropriati?
Eppure,
ai tempi della ex Giunta Brasiello, sapevamo che – salvo cortese
smentita – mancavano solo l’attivazione dell’impianto di
deumidificazione e piccole opere per la pavimentazione: come è
possibile che ora si debba arrivare
ad ulteriori 300 mila euro ?
Proponiamo
pertanto che sia fatta una verifica sotto controllo popolare di tali
ulteriori asserite necessità quantificate in 300 mila euro, che
siano accertate le responsabilità di tale situazione anche al fine
di risarcire la collettività, che siano comunque al più presto
ultimati l’impianto deumidificazione e la pavimentazione della
piscina (il che non pare opera impossibile) e, infine, che sia
comunque garantito
un accesso al servizio anche alle famiglie meno agiate.
Non
solo: se si parla di “project
financing”
per tale asserita restante di 300 mila euro vuol dire che un
imprenditore potrà impossessarsi della struttura di un valore
superiore a quello da egli finanziato, e che applicherà tariffe non
propriamente “popolari” , atte a recuperare l’esborso più il
profitto, per non parlare di soldi pubblici che a vario titolo che
non mancano mai in favore dei padroni del mercato.
Non
è che, tanto per cambiare, il moto perpetuo di queste lievitazioni
di costi di opere perennemente incompiute, più che per nobili fini
collettivi è il solito inchino alla legge del profitto di quelle
cordate imprenditoriali che a Isernia ruotano intorno al torbido
mondo delle privatizzazioni e degli appalti?
In
altri termini ci risiamo: al Comune di Isernia si iniziano opere il
cui costo è sempre indeterminato, quasi da predestinare ab
origine
la costruenda opera a rimanere incompiuta con tutti i danni alla
collettività che derivano da tale “nefasta prassi”: le opere
folli, come il mega spropositato auditorium e il “Lotto Zero”
(2 gallerie e 8 viadotti per collegare inutilmente i bivii di Pesche
e Miranda), docet. Per non parlare quando, ai tempi della giunta di
destra del nefasto decennio 2002-2012 si sono affidarti appalti
milionari senza neanche fare la gara.
Quanta
occupazione e quanti servizi in più, quanta qualità di vita in più
vi potrebbe per la città di Isernia essere senza questa mala gestio
operata dalle giunte comunali, alias comitati esecutivi della
borghesia pentra ?
Lì,
12/08/2016 IL
COORDINATORE Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
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