domenica 30 agosto 2015

COLTIVAZIONI PETROLIFERE

Riceviamo e pubblichiamo



BREVE RESOCONTO PERSONALE DELLA ASSEMBLEA TENUTASI DOMENICA 16 AGOSTO A LANCIANO ALL’INTERNO DEL FESTIVAL TRIVELLE ZERO SULLO SBLOCCA ITALIA.
Alla presenza di persone provenienti da 11 Regioni (Lombardia, Veneto, Friuli, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Lazio) e da una rappresentante dei movimenti della Croazia, abbiamo tenuto una riunione di valutazione della situazione sociale e politica dopo la due giorni di lotta del 23 e 24 di maggio scorso.
Da un lato abbiamo constatato che la lotta che si è più estesa e radicata sui territori (soprattutto adriatici) è stata quella contro la petrolizzazione che obbiettivamente ha tolto un pò di terreno organizzativo generale rispetto alle definizioni assunte nell’assemblea nazionale contro lo Sblocca Italia di Pescara. Dall’altro abbiamo notato la confusione creatasi a seguito di discussioni (non assembleari) derivanti da proposte referendarie sull’art. 35 (decreto Passera) intrecciate con quelle che si erano prospettate sull’art. 37 e 38 dello Sblocca Italia. Discussioni fuorviate, oltretutto, da decisioni di singole organizzazioni non ragionate collettivamente e soprattutto da strumentali operazioni partitiche (vedi Civati).
Questi due elementi hanno sicuramente ingessato il lavoro programmato precedentemente e serve, quindi, un rilancio globale che vada oltre la battaglia contro i fossili. Allo stesso tempo molti sono stati gli interventi di realtà territoriali di tutta Italia nelle giornate del Festival e vi è stata una evoluzione dell’attacco generalizzato del sistema e del Governo che più lo rappresenta, quello Renzi, abbiamo sottolineato come si stia velocizzando ed espandendo la devastazione sociale ed ambientale contro i territori e le comunità locali (insieme ai dispositivi di controllo sociale e repressivo). Come si sviluppino sui territori battaglie di resistenza che a volte hanno la forza di organizzarsi a livello nazionale (vedi i No Terna) e come tutti sentano la necessità di dare uno sbocco di lotta all’altezza del momento.
Così come diventa sempre più chiaro e percepibile, anche da strati della popolazione prima non attivi sul tema, il nesso sociale ed ambientale tra tutto questo e la questione climatica che avrà un suo momento di snodo a Parigi in novembre (Cop 21) (vedi gli effetti distruttivi e sociali del Tornado nel Dolo).
Per tutte queste ragioni abbiamo pensato di rilanciare la lotta attraverso due azioni parallele:
A-Costruire dal basso e con i nostri tempi i nessi e le connessioni con i territori non coinvolti o con reti, lotte ed organismi che si impegnano su tematiche diverse (vedi p.es. rifiuti, clima, grandi opere, scuola, lavoro) affinchè si ampli lo spettro delle forze e delle mobilitazioni di insieme di chi pratica una lotta sociale alternativa. Abbiamo pensato, quindi, di lanciare un appello per la organizzazione di una assemblea generale da tenersi in ottobre che si ponga l’obiettivo di una vasta campagna di lotta sociale organizzata dal basso soprattutto dai comitati, forum e reti reali contro la DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO dei territori e delle comunità ma anche contro le devastazioni del tessuto sociale e culturale. Non l’ennesima rete organizzativa che si concentri sulla narrazione delle esperienze ma una discussione franca e concreta sul come e cosa fare di nuovo ed insieme senza padroni e padrini di sorta.
B-Approfondire la qualità ed il livello del nostro agire quotidiano in modo che si elevi il livello del conflitto necessario a cambiare i rapporti di forza esistenti anche con modalità di lotta che si integrino a quelle classiche ( corteo, flash mob, sciopero, presidio ). Una di queste pensiamo possa essere una giornata di lotta e mobilitazione generale e di elevato conflitto sociale che non abbia un centro geografico che si svolga dai territori e non nelle capitali, che abbia al centro forme nuove di ripudio e costruzione di alternative. Una giornata che può essere anche quella dell’8 di dicembre anniversario della vittoria di Venaus e che sia praticata ed agita dopo averne definito gli obiettivi nella assemblea della campagna.
Una campagna che a questo punto potrebbe chiamarsi “ CAMPAGNA CONTRO LA DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO AMBIENTALE E SOCIALE DEI TERRITORI.
Inoltre, ragionando sulla questione referendum abbiamo sottolineato che le lotte che facciamo e quindi anche quelle referendarie, qualora riteniamo siano utili, devono essere lanciate non per testimoniare la contrarietà ad un Legge ma semmai per vincere una battaglia e come snodo processuale di una accumulazione ed un percorso sociale ed amplio. I referendum potrebbero essere in un determinato contesto utilissimi non da giocare in solitario ma come convergenza con altre proposte simili come quelle che provengono dai movimenti di lotta della scuola e del lavoro. Comunque, in appresso ed insieme agli altri movimenti sociali, defini-remo mano a mano gli strumenti di lotta maggiormente utili alla bisogna. Sta a noi tutti lavorare per questi obiettivi delineati. Da questa parte di mondo dopo il 23 e 24 maggio e dopo il Festival Trivelle Zero stiamo già sperimentando dal basso i processi connettivi tra lotte e di innalzamento del conflitto come abbiamo fatto il 27 a l’Aquila e come faremo a Lanciano domani in assemblea.
Renato Di Nicola
(by Nicola)

Nessun commento:

Posta un commento