mercoledì 27 luglio 2011

EOLICO SELVAGGIO. L'ONOREVOLE DE CAMILLIS "INTERROGA" IL MINISTRO GALAN

Riceviamo e pubblichiamo


Interrogazione a risposta scritta

Al Ministro dei Beni culturali


Per sapere - premesso che:
la città sannitica romana Saepinum-Altilia, situata nella Valle del Tammaro, in Molise, è un monumento archeologico che ha 2.500 anni di storia, una pietra preziosa del panorama italiano, un luogo incredibilmente conservato e totalmente visibile; un sito non meno importante di quello di Pompei, anche se meno conosciuto, che il nostro Paese ha il dovere di tutelare al massimo;

nel 2006 l’area venne dichiarata di “rilevante interesse archeologico”; un anno più tardi, però, la Essebiesse Power srl ottenne l’autorizzazione per la costruzione di un impianto eolico con 16 pale, che sarebbero dovute sorgere a due passi dalle mura della città sannitica;
il Tar Molise, il 24 marzo 2011, ha emesso le Sentenze di merito n. 132/2011,  n.133/2011 e n. 134/2011, con cui ha respinto i ricorsi della Essebiesse Power srl e dei Comuni di Cercepiccola, S. Giuliano del Sannio e Cercemaggiore, che sanciscono la primazia del diritto pubblico del valore di Saepinum-Altilia. Grazie all’approvazione e all’entrata in vigore della legge regionale n. 23 del 23.12.2010 che ha salvaguardato la Valle del Tammaro per le sue elevate valenze storiche, paesaggistiche e archeologiche, i ricorsi della Ditta e dei Comuni furono dichiarati improcedibili per difetto di interesse. Nelle Sentenze il TAR riconobbe al Molise di aver già ampiamente superato le percentuali di produzioni di energia da fonti rinnovabili richieste dall’Unione Europea e di aver già sopportato un impatto ambientale notevole. Ritenne inoltre manifestatamente infondata la questione di legittimità costituzionale sollevata sulla legge regionale n. 23/2010, menzionando a supporto giuridico della propria tesi l’art. 9 della Costituzione, il diritto delle regioni ad approvare leggi di tutela paesaggistica e il disposto del Codice Nazionale dei Beni Culturali n. 42/2004. Il TAR Molise aggiunse inoltre che potevano essere revocate concessioni già rilasciate in aree sottoposte a vincolo ambientale e che in dette zone tutelate non potevano essere rilasciate autorizzazioni;
a supporto della sentenza del TAR va precisato infatti che il Molise conta già 500 impianti eolici in attività che producono il 70% del fabbisogno energetico annuale con una percentuale di gran lunga superiore al limite del 20% fissato dall’Unione Europea per il 2020 sulle fonti rinnovabili;
il Consiglio di Stato, con sentenza n. 07761-2010, discussa l’8 ottobre 2010 e pubblicata lo scorso 7 luglio 2011 ha di fatto stravolto quanto deciso dal Tar Molise, autorizzando la realizzazione del parco eolico. Una sentenza clamorosa che permette all’azienda di riprendere l’iter per l’installazione delle 16 torri nei comuni di Cercepiccola San Giuliano e Sepino, per dotare il Molise di ulteriori 32 MW di energia eolica;

per la difesa del sito archeologico di Altilia si sono mobilitate organizzazioni nazionali e internazionali, una rete di 95 associazioni ambientaliste e culturali, comitati, organizzazioni professionali e sindacali. Da diversi giorni è stato allestito anche un presidio permanente proprio sul sito archeologico a difesa della sua integrità; tra l’altro, è notizia di questi giorni il fatto che i lavori per l'avvio delle installazioni delle 16 pale eoliche siano stati interrotti dalla mobilitazione delle associazioni, dei movimenti, della Rete contro l'eolico selvaggio che raggruppa decine e decine di sigle che corrispondono a centinaia e centinaia di persone che hanno a cuore le sorti della terra molisana. Da fonti di stampa si apprende infatti che nella mattinata del 22 luglio 2011 diversi cittadini hanno fermato le ruspe e diffidato l'impresa che avrebbe dovuto eseguire i lavori per aver attivato un cantiere non autorizzato e per aver effettuato interventi non consentiti a danno del territorio;

sempre da fonti di stampa locale “Il Tempo” del 22/07/2011, si evidenzia che durante gli scavi appena avviati è stata rinvenuta di fronte ad una platea di testimoni, un frammento di tegola ellenica-romanica, che ha costretto la Soprintendenza, di fronte alle forze dell’ordine, a fermare il cantiere e a interdirlo per i giorni successivi;

l’allora Ministro dei Beni culturali Bondi si era già speso a favore della salvaguardia del parco archeologico di Saepinum-Altilia: nello scorso novembre aveva infatti dichiarato, in una nota ufficiale, forte preoccupazione nonostante “il diverso avviso del Consiglio di Stato" ed aveva aggiunto di condividere "l'allarme di esponenti di associazioni e di innumerevoli cittadini che non vogliono credere che non il caso o calamità naturali, ma volontà politiche, scelte legislative e sentenze di tribunali condannino a morte e deturpino in modo irrimediabile un sito archeologico non meno importante di Pompei, anche se meno conosciuto". Il ministro aveva altresì annunciato l’intenzione di convocare un tavolo istituzionale sulla questione presso il Ministero; -

se intende verificare con urgenza la possibilità di adottare un atto straordinario per bloccare l’installazione delle 16 torri eoliche nella Valle del Tammaro, a tutela del sito archeologico di Saepinum-Altilia, nell’ambito della tutela del paesaggio di cui all’articolo 9 della Costituzione.

Sabrina De Camillis

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