I RISCHI PER LA SALUTE DEL 5G
MORATORIA IN BASE AL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
MORATORIA IN BASE AL PRINCIPIO DI PRECAUZIONE
Tutta
la popolazione è attualmente esposta a Campi Elettro Magnetici (CEM)
ad alta e bassa frequenza
che hanno fatto aumentare, nei paesi industrializzati, il livello di
esposizione in ambienti
interni di 5.000 volte dal 1985 al 2005; a questo si aggiunge ora il
5G (“5th Generation”) che userà le bande 700 MHz, 3.4-3.8 GHz,
26 GHz e, successivamente, le bande comprese nella gamma tra 24.25 e
86 GHz (Fonte: AGCOM).
Tale
tecnologia è già stata autorizzata su circa 4 milioni di cittadini
italiani senza alcuna autorizzazione
specifica da parte dei Ministeri competenti, in particolare di quello
della Salute.
I
limiti attualmente vigenti in Italia-che pur vanta una delle
legislazioni più cautelative a livello internazionale,
anche se dal 2012 i livelli di esposizione vengono calcolati come
media delle 24 ore
e non puntuali - non sono tuttavia adeguati a proteggere la salute
umana, in quanto sono basati
sul solo effetto acuto di riscaldamento dei tessuti,secondo le
indicazioni dell’organizzazione
privata "International Commission on Non-Ionizing Radiation
Protection" (ICNIRP), discussa per i conflitti di interesse di
molti dei suoi componenti.
Come
Rete Sostenibilità e Salute non possiamo ignorare le migliaia di
studi che attestano come gli effetti biologici dei CEM vadano ben
oltre la sola azione di riscaldamento acuto e siano principalmente
riferibili a: stress ossidativo, alterazione dei canali del Calcio,
alterazione della conformazione delle proteine ("misfolding
protein"), alterazioni nell’espressione genica, con
conseguenze cliniche sia di tipo cancerogeno che non cancerogeno.
Per
quanto attiene le onde del 5 G non disponiamo di studi epidemiologici
(come per le altre frequenze)
ma di studi sperimentali sia su animali che su linee cellulari che
attestano l’insorgenza di effetti biologici potenzialmente
pericolosi. La loro azione è stata oggetto di una recente ampia
revisione. Data la loro bassa penetranza (10 mm), le ricadute possono
essere locali (cellule cutanee, terminazioni nervose, microcircolo)
ma anche sistemiche, in seguito al rilascio di mediatori
infiammatori.
Come
documentato ormai da una vastissima letteratura scientifica
l’esposizione alle radiofrequenze rappresenta un rischio per tutte
le forme di vita, comprese api ed insetti utili, così come è
particolarmente inquietante l’azione sui batteri, in cui è stata
dimostrata l’insorgenza di antibiotico resistenza. Nell’uomo sono
stati descritti disturbi neuro-comportamentali e del neurosviluppo,
alterazioni neurologiche, alterazioni spermatiche, disturbi
metabolici e endocrini, alterazioni del ritmo cardiaco. Per quanto
attiene l’azione cancerogena i CEM sono stati classificati come
cancerogeni possibili (2B) nel 2011 dalla IARC (aumentato rischio di
gliomi cerebrali e neurinomi).
Ampie
metanalisi di studi caso/controllo pubblicate dopo il 2011 hanno
dimostrato che per uso prolungato (10 anni) o per esposizione oltre
1640 ore al telefono mobile vi è un incremento statisticamente
significativo di tumori cerebrali, in particolare glioblastomi,
variabile dal +32% al + 44%. Studi in vivo condotti dal National
Toxicology Program e dall’Istituto Ramazzini, pur se condotti con
esposizione degli animali a tipi diversi di radiofrequenze (telefoni
cellulari per lo studio NTP e stazioni radio base per lo studio
Ramazzini) hanno dimostrato incremento negli animali della medesima
tipologia di tumori a livello cardiaco e delle guaine nervose. A
seguito di queste recenti acquisizioni la riclassificazione della
cancerogenicità delle radiofrequenze è stata inserita fra le
priorità dalla IARC.
Consideriamo
inoltre che in Italia nel 2012 è stata riconosciuta la causa di
servizio per un neurinoma
di un nervo cranico insorto dal lato in cui veniva usato il telefono
mobile per 5-6 ore al giorno per 12 anni per ragioni professionali.
Facciamo
nostre le raccomandazioni del Comitato Europeo per i Rischi da
Radiazioni (ECRR), che
- tenendo conto degli studi pubblicati nel 2018 dal National
Toxicology Program (NTP) e dall’Istituto
Ramazzini - propone che anche per le radiofrequenze (come per le
radiazioni
ionizzanti)
vengano adottati limiti che tengano conto dell’effetto cumulativo e
utilizzino fattori correttivi
legati alla frequenza, all’età e alla tipologia delle persone
esposte.
Sempre
a proposito dei limiti intendiamo stigmatizzare anche il
comportamento “schizofrenico” dell’ Europa, perché da un lato
il Consiglio d’Europa raccomanda agli stati membri di fissare
soglie preventive che non superino gli 0,6 Volt/metro e di ridurre
questo valore a 0,2 V/m, ma dall’altro, la Commissione Europea
spinge per la commercializzazione su larga scala del 5G con cui si
prevede un aumento dei limiti fino a 61 V/m.
Appare
in particolare urgente conoscere il rischio di tumori cerebrali in
bambini ed adolescenti in relazione all’esposizione ai telefoni
cellulari, il cui uso è sempre più massivo ed avviene in età
sempre più precoce. A questo proposito ribadiamo con forza la
richiesta che vengano al più presto resi pubblici i risultati di
Moby kids, ampio studio caso-controllo condotto con fondi pubblici
europei in 14 paesi, compreso l’Italia, che sono stati inviati alla
Commissione Europea il 17 gennaio 2017, quasi tre anni fa.
Per
concludere, il 5G è una forma di sperimentazione preliminare, in
assenza di qualunque studio
di valutazione ambientale o di salute e di fatto viene installato:
-
Violando palesemente il principio di precauzione della legislazione
Europea, senza svolgere la dovuta, e preventiva, valutazione
ambientale strategica (VAS);
-
senza alcuna consultazione pubblica o consenso informato pubblico,
violando l’atto dei diritti umani delle Nazioni Unite e la
Convenzione del 2007 sui diritti umani per le persone e le disparità
funzionali ed il Codice di Norimberga del 1947;
-
senza adeguati limiti di esposizione basati sugli effetti biologici e
su esposizioni croniche;
-
in assenza di strumenti tecnici e normativi utili al monitoraggio di
questo specifico standard di trasmissione/ricezione;
-
in presenza di una massiccia quantità di studi indipendenti che
dimostrano che le radiazioni elettromagnetiche artificiali,
provenienti dal 2G, dal 3G, dal 4G -già in essere e a cui il 5G si
aggiungerà- e da una serie di altri simili fonti, sono dannose alla
salute pubblica e all’ecosistema.
Rispetto
ai rischi per la salute sopra delineati la Rete Sostenibilità e
Salute, appellandosi al principio
di precauzione, si associa alla richiesta di moratoria avanzata a più
riprese da ISDE
Italia,
richiedendo di non promuovere l'utilizzo del 5G su ampia scala sino a
quando non saranno
effettuati seri studi indipendenti che documentino in maniera
definitiva la nocività o meno
per la salute umana di questa tecnologia e sino a quando non si
renderanno disponibili strumenti
tecnici e normativi adeguati alla tutela della salute pubblica.
Come
scrisse oltre 30 anni fa Lorenzo Tomatis: “Adottare il principio di
precauzione e quello di responsabilità significa anche accettare il
dovere di informare, impedire l’occultamento di informazioni
su possibili rischi... evitare che si consideri l’intera specie
umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto
è in grado di inventare il progresso tecnologico".
La Rete Sostenibilità e Salute Rete Sostenibilità e Salute: chi siamo? Siamo un insieme di associazioni che da anni si impegnano in maniera critica per proteggere, promuovere e tutelare la salute. Ogni associazione ha la sua storia e le sue specificità, ma siamo accomunati da una visione complessiva della salute e della sostenibilità.
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