«Il
temuto ok del governo Renzi c’è stato. Il pericolo, adesso, è che
venga rilasciato il titolo concessorio unico e questo
consentirebbe, in brevissimo, alla multinazionale del greggio
di attivare il cantiere». L’allarme viene lanciato dal
coordinamento nazionale No Triv. Il cantiere è quello della
piattaforma offshore «Ombrina mare», per ora esistente sulla carta
ma già odiata dall’Abruzzo e dalla sua popolazione.
L’impianto,
che ha appena ottenuto il placet del comitato VIA nazionale e dei
ministri dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, e dei Beni culturali,
Dario Franceschini, che hanno firmato il decreto di compatibilità
ambientale, dovrebbe sorgere al largo della Costa dei Trabocchi, in
provincia di Chieti, per mano della società Rockhopper, che
succede alla Medoilgas. Il progetto prevede, non lontano dalla
riva, la realizzazione di pozzi di petrolio – da 4 a 6 — , di
chilometri di reti sottomarine per trasportare il greggio e il
metano estratti e il posizionamento di una nave Fpso con tanto di
termodistruttori e… con vista spiaggia e ombrelloni. In sostanza
prevede la distruzione del litorale… «La Medoilgas spa – riprendono
i No Triv – ha originariamente chiesto e ottenuto un “permesso
di ricerca” di idrocarburi, a cui ha fatto seguito una istanza di
“concessione” per l’estrazione: per ognuno di essi era previsto un
procedimento volto ad ottenere singole autorizzazioni, come
sancito dalla legge». «Ad un certo punto – spiega Enzo Di Salvatore,
costituzionalista – grazie ad alcune norme, la società
Rockhopper, subentrata alla prima, ha potuto chiedere che il
vecchio procedimento amministrativo fosse convertito in uno
nuovo e più snello, previsto dallo Sblocca Italia, per il rilascio
del “titolo concessorio unico”, concepito per consentire, ad un
tempo, la ricerca e l’estrazione».
Il
rischio è che tale titolo arrivi in fretta, in quanto lo Sblocca
Italia prevede che il nuovo procedimento debba essere concluso
entro 180 giorni. «Tutto ciò – evidenzia Di Salvatore – lo si deduce
dal decreto ministeriale 4 maggio 2015, pubblicato sul Buig
(Bollettino ufficiale degli idrocarburi e delle georisorse) del
31 maggio scorso, alla pagina 22». Un colpo maestro, geniale e
sopraffino, con il quale si saltano tutte le tappe intermedie che
normalmente conducono ad una concessione, cioè quelle durante le
quali si producono documenti, numeri, dati, atti e si emettono
valutazioni certe. Come contrastare «Ombrina», allora? «La Regione
Abruzzo – riprendono i No Triv — continui sulla linea di
opposizione alla politica energetica del governo nazionale. Si
organizzi con altre Regioni per deliberare la richiesta di
referendum abrogativo dell’articolo 35 del Decreto Comitato Sviluppo
e vari una legge che dia l’alt definitivo ai progetti petroliferi
resuscitati dal Decreto Sviluppo».
La
Regione – per voce dell’assessore Mario Mazzocca – ha già annunciato
il ricorso al Tar e la costituzione di un gruppo di lavoro che
abbraccerà il pool di scienziati messi insieme da Wwf e Legambiente, a
cui si sono aggiunti Fai, Italia Nostra, Marevivo, Pro Natura, Arci e
il Centro Studi Cetacei di Pescara; e gli esperti del
coordinamento «No Ombrina». «Si tratta di un progetto – afferma
Fabrizia Arduini, del Wwf – pensato per distruggere un’ampia zona e
va stoppato: è l’obiettivo comune. Pertanto occorre mettere in campo i
migliori studiosi e tecnici che individuino ed evidenzino gli
effetti reali, per molti versi devastanti, tra inquinamento e
degrado, che l’impianto avrebbe su questo territorio e sulle acque
dell’Adriatico. Perché – sottolinea– come già riportato in
documenti ufficiali, la costa teatina è a tutti gli effetti una marca
originale e distintiva, un patrimonio di risorse identitarie,
dove il paesaggio è il perno centrale».
Mare
e colline… con vincoli ambientali, con riserve, tutele, habitat
peculiari, ecosistemi unici e siti di interesse comunitario. Un
insieme che, sempre in un contenzioso contro «Ombrina», nella
sentenza 04123 del 2014, il Tar del Lazio definisce «bene
primario», con i caratteristici «trabocchi e il loro intorno» che
rappresentano «patrimonio storico-culturale» da difendere.
Fone. Il Manifesto
(by Nicola)
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