Riceviamo e pubblichiamo
BREVE
RESOCONTO PERSONALE DELLA ASSEMBLEA TENUTASI DOMENICA 16 AGOSTO A
LANCIANO ALL’INTERNO DEL FESTIVAL TRIVELLE ZERO SULLO SBLOCCA
ITALIA.
Alla
presenza di persone provenienti da 11 Regioni (Lombardia, Veneto,
Friuli, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata,
Campania, Lazio) e da una rappresentante dei movimenti della
Croazia, abbiamo tenuto una riunione di valutazione della situazione
sociale e politica dopo la due giorni di lotta del 23 e 24 di maggio
scorso.
Da
un lato abbiamo
constatato che la lotta che si è più estesa e radicata sui
territori (soprattutto adriatici) è stata quella contro la
petrolizzazione che
obbiettivamente ha tolto un pò di terreno organizzativo generale
rispetto alle definizioni assunte nell’assemblea nazionale contro
lo Sblocca Italia di Pescara.
Dall’altro abbiamo notato la confusione creatasi a seguito di
discussioni (non assembleari) derivanti da proposte referendarie
sull’art. 35 (decreto
Passera) intrecciate con quelle che si erano prospettate sull’art.
37 e 38 dello Sblocca Italia. Discussioni fuorviate, oltretutto, da
decisioni di singole organizzazioni non ragionate collettivamente
e soprattutto da strumentali operazioni partitiche (vedi Civati).
Questi
due elementi hanno sicuramente ingessato il lavoro programmato
precedentemente e serve, quindi, un rilancio globale che vada oltre
la battaglia contro i fossili. Allo
stesso tempo molti sono stati gli interventi di realtà territoriali
di tutta Italia nelle giornate del Festival e vi è stata una
evoluzione dell’attacco generalizzato del sistema e del Governo
che più lo rappresenta, quello Renzi, abbiamo
sottolineato come si stia velocizzando ed espandendo la devastazione
sociale ed ambientale contro i territori e le comunità locali
(insieme ai dispositivi di controllo sociale e repressivo). Come si
sviluppino sui territori battaglie di resistenza che a volte hanno
la forza di organizzarsi a livello nazionale (vedi i No Terna) e
come tutti sentano la necessità di dare uno sbocco di lotta
all’altezza del momento.
Così
come diventa sempre più chiaro e percepibile, anche da strati della
popolazione prima non attivi sul tema, il nesso sociale ed ambientale
tra tutto questo e la questione climatica che avrà un suo momento di
snodo a Parigi in novembre (Cop 21) (vedi gli effetti distruttivi
e sociali del Tornado nel Dolo).
Per
tutte queste ragioni abbiamo pensato di rilanciare la lotta
attraverso due azioni parallele:
A-Costruire
dal basso e con i nostri tempi i nessi e le connessioni con i
territori non coinvolti o con reti, lotte ed organismi che si
impegnano su tematiche diverse (vedi p.es. rifiuti, clima, grandi
opere, scuola, lavoro) affinchè
si ampli lo spettro delle forze e delle mobilitazioni di insieme di
chi pratica una lotta sociale alternativa.
Abbiamo pensato, quindi, di lanciare un appello per la
organizzazione di una assemblea generale da tenersi in ottobre che si
ponga l’obiettivo di una vasta campagna di lotta sociale
organizzata dal basso soprattutto dai comitati, forum e reti reali
contro la DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO dei territori e delle comunità
ma anche contro le devastazioni del tessuto sociale e culturale. Non
l’ennesima rete organizzativa che si concentri sulla narrazione
delle esperienze ma una discussione franca e concreta sul come e
cosa fare di nuovo ed insieme senza padroni e padrini di sorta.
B-Approfondire
la qualità ed il livello del nostro agire quotidiano
in modo che si elevi il livello del conflitto necessario a cambiare i
rapporti di forza esistenti anche con modalità di lotta che si
integrino a quelle classiche ( corteo, flash mob, sciopero, presidio
). Una di queste pensiamo possa essere una giornata di lotta e
mobilitazione generale e di elevato conflitto sociale che non abbia
un centro geografico che si svolga dai territori e non nelle
capitali, che abbia al centro forme nuove di ripudio e costruzione di
alternative. Una giornata che può essere anche quella dell’8 di
dicembre anniversario della vittoria di Venaus e che sia praticata
ed agita dopo averne definito gli obiettivi nella assemblea della
campagna.
Una
campagna che a questo punto potrebbe chiamarsi “ CAMPAGNA CONTRO
LA DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO AMBIENTALE E SOCIALE DEI TERRITORI.
Inoltre, ragionando sulla
questione referendum abbiamo sottolineato che le lotte che facciamo
e quindi anche quelle referendarie, qualora riteniamo siano utili,
devono essere lanciate non per testimoniare la contrarietà ad un
Legge ma semmai per vincere una battaglia e come snodo processuale di
una accumulazione ed un percorso sociale ed amplio. I referendum
potrebbero essere in un determinato contesto utilissimi non da
giocare in solitario ma come convergenza con altre proposte simili
come quelle che provengono dai movimenti di lotta della scuola e del
lavoro. Comunque, in appresso ed insieme agli altri movimenti
sociali, defini-remo mano a mano gli strumenti di lotta maggiormente
utili alla bisogna. Sta a noi tutti lavorare per questi obiettivi
delineati. Da questa parte di mondo dopo il 23 e 24 maggio e dopo il
Festival Trivelle Zero stiamo già sperimentando dal basso i processi
connettivi tra lotte e di innalzamento del conflitto come abbiamo
fatto il 27 a l’Aquila e come faremo a Lanciano domani in
assemblea.
Renato Di Nicola
(by Nicola)
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