Il PCL di Isernia è
stato presente stamane all’iniziativa innanzi al sito paleolitico
di Isernia: sia pure con la propria modestissima forza sosterrà ogni
azione di difesa di Emilio Izzo quale lavoratore pubblico,
dall’attacco subito sul luogo di lavoro da parte della dirigenza
regionale dei Ministero dei Beni culturali, circa una diposizione di
trasferimento in altra regione che ci appare, alla luce dei fatti,
ispirata da atteggiamenti ritorsivi.
In questa storia v’è
un combinato disposto tra un progressivo demansionamento e un
trasferimento del tutto singolare, alla luce della trentennale
esperienza e del radicamento sul luogo culturale (Paleolitico in
particolare) in cui il lavoratore ha prestato la sua opera; ciò,
persino a fronte della legge n.104 (assistenza ai familiari non
autosufficienti).
Del resto conosciamo
queste situazioni, invero acuitesi dopo “l’americanizzazione
della P.A.” di cui alla controriforma reazionaria e destra fatta
dal “centrosinistra” di Bassanini: il lavoratore pubblico che
svolge con passione il proprio servizio verso la collettività,
magari entra in rotta di collisione con il sistema e quindi tra un
pretesto o l’altro deve essere allontanato. E’ la “meritocrazia”
borghese e fascistoide, secondo cui il merito è solo quello
compatibile con i desiderata del potere.
Dove è finito il
fiume di denaro pubblico appaltato in 30 anni per il Paleolitico di
Isernia, visto che non è stato mai valorizzato seriamente ed è oggi
quasi desolato, nonostante la sua enorme valenza scientifica e
storico-culturale ?
E ritorna il tema
più generale della difesa degli spazi di libertà democratica nella
nostra provincia, dagli attacchi anche del potere giudiziario locale
verso di chi si oppone al sistema oppressivo dominante di cui abbiamo
parlato e parleremo in altre occasioni: ci riferiamo alla vicenda
delle grottesche provocazioni giudiziarie contro i sette
antifascisti messi sotto processo per aver cantato Bella Ciao o dei
tre esponenti messi sotto processo per una pettorina in occasione
dell’inaugurazione dell’auditorium, i quali contestavano la
cricca, il saccheggio dell’ambiente e del denaro pubblico. In
entrambi i casi, manco a dirlo, v’è lo scrivente coordinatore del
PCL Molise.
Vogliono colpire una
certa area di resistenza sociale isernina e molisana, magari
approfittando dell’attuale condizione minoritaria?
Per questo non
crediamo nello stato borghese e nelle sue istituzioni, strumenti di
dominio delle classi dominanti e di repressione verso chi protesta e
prospetta un altro stato ed altre istituzioni realmente libere, una
nuova società, migliore e più giusta, di liberi ed eguali,
governata dalla maggioranza della società, dai lavoratori.
Ed è su questi
presupposti che, tra l’altro, incalzeremo lo stesso Ministero dei
beni culturali in Roma anche con formale nota, onde sospendere il
provvedimento, ponendo una enorme questione sullo sviluppo: invece di
sprecare denaro pubblico per pagare gli interessi ai banchieri o le
guerre, le ruberie o le evasioni delle cricche borghesi, recuperarle
ad un piano di investimenti e di occupazione lavorativa, anche per la
valorizzazione dei beni culturali sotto gestione pubblica e
democraticamente controllata, come può farsi ad esempio nella nostra
realtà, dal Paleolitico a S. Vincenzo a Volturno, dal Castello di
Venafro a Pietrabbondante e così via.
08/06/2013
Il
Coordinatore Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
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