Venerdì
21 giugno alle ore 10.30, innanzi al Tribunale di
Isernia, il segretario regionale della UIL BAC Molise
Emilio Izzo, il portavoce dell’associazione “ISERNIA
BENE COMUNE – LA SINISTRA” Celeste Caranci, il
Coordinatore Regionale del Partito Comunista dei Lavoratori
del Molise Tiziano Di Clemente, terranno una
conferenza stampa, in vista della imminente prima udienza del
processo attivato nei loro confronti, fissata per il giorno 24
giugno presso il Tribunale di Isernia, in relazione ai fatti
verificatisi il giorno della inaugurazione dell’auditorium di
Isernia. Prevista anche la presenza dell’Avv. Fabio Albino
del foro di Campobasso, loro difensore.
Sotto processo poiché
“rei” di indossare una pettorina si esponevano legittime critiche
non solo verso lo scandalo clientelare “della casta” passato alla
storia locale come “bigliettopoli”, ma anche e soprattutto
verso la cementificazione selvaggia, verso la devastazione del verde
urbano ed il saccheggio del denaro pubblico, per prospettare una
nuova idea di sviluppo della città e della società.
Tale iniziativa, non solo
per esporre alcuni aggiornamenti rispetto al carattere giuridicamente
grottesco del provvedimento giudiziario impugnato e la sua natura di
abuso del potere, ma più in generale per lanciare un appello
pubblico in difesa delle elementari libertà democratiche che
sentiamo minacciate dall’azione del potere locale, economico o
politico o giudiziario che sia, libertà sancite dall’ art.21
della Costituzione, ma calpestate arbitrariamente e rese carta
straccia, anche mediante l’uso maldestro di una vecchia legge
fascista degli anni’30.
Infatti
non si tratta di un episodio isolato; ci pare di cogliere un disegno
ben preciso almeno sul piano oggettivo in questi ultimi due anni:
ricordiamo l’analogo e noto abuso di potere giudiziario subito
dai sette antifascisti molisani “rei” di aver intonato “Bella
Ciao” (mentre si consentiva ad un manipolo di “nazifascisti
del terzo millennio” - protetti da un “esercito antisommossa”
mai visto ad Isernia - di occupare un palazzo istituzionale della
“repubblica antifascista”).
Ma
anche altri gravissimi avvenimenti di questi giorni, come il
licenziamento di tre operai del gruppo Di Risio “rei” di aver
scioperato per i propri sacrosanti diritti; le inaudite ed
incredibili pressioni - a nostro avviso spropositate ed indebite -
verso la redazione di Telemolise e del “Quotidiano del Molise”
per impedire la pubblicazione dei documenti del PCL Molise in difesa
dei predetti operai, il silenzio di certa stampa locale rispetto alle
ragioni dei predetti lavoratori; gli atteggiamenti ritorsivi
recentemente denunciati da chi, dopo aver lavorato tanti anni con
passione per il Museo Paleolitico di Isernia viene trasferito nel
Lazio, con motivazioni a nostro avviso pretestuose; ad Isernia, oltre
il PCL MOLISE, alcuni giovani ed addirittura una madre precaria, sono
stati raggiunti dalla Polizia Postale o dalla DIGOS e posti “sotto
indagine” per delle legittime opinioni politiche critiche espresse
sul potere locale e nazionale. E si potrebbe continuare.
E’
ora di fermare questo scempio liberticida prima che dilaghi e
restringa ulteriormente i già angusti spazi democratici rimasti. C’è
infatti un “filo rosso” che unisce queste vicende repressive,
anche nella nostra realtà locale: il potere non vuole essere
disturbato. Così, mentre tutte le cricche ed i comitati di affari
vengono lasciati impuniti nella loro opera di devastazione sociale,
culturale ed economica a spese del resto della popolazione, si
reprime e si attenta alle elementari libertà di espressione
legittimamente esercitate da chi lotta contro questo sistema fondato
sull’ingiustizia per una società migliore e più equa.
Tiziano Di Clemente PCL
MOLISE
(by Nicola)
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