Meritocrazia? Fondi alla sanità virtuosa? Manco per idea. Il federalismo fiscale, tanto decantato e sostenuto da molti amministratori e uomini politici del Nord, potrebbe tradursi in una colossale beffa. L'applicazione dei costi standard in Sanità, infatti, potrebbe tradursi in un taglio di circa 350 milioni di euro per le Regioni del Centro-Nord, e in un aumento dei fondi stanziati di 340 milioni per le Regioni del Sud. La Lombardia, per esempio, dovrebbe trovarsi a far quadrare i conti con 40 milioni in meno, mentre la Campania (responsabile di un sesto del disavanzo 2008 in Sanità) ne riceverebbe un centinaio un più.
Com'è possibile? Una risposta l'ha data in aula Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, che ha candidamente affermato come «il metodo individuato per il calcolo dei costi standard non ha alcun effetto sul riparto del Fondo sanitario nazionale». Un risultato che è la somma di alcuni difetti (per esempio l'incidenza del prezzo delle forniture sul calcolo complessivo: troppo leggero secondo gli esperti) ma soprattutto dell'annullamento del cosiddetto «effetto lapis»: quello per cui le Regioni con maggiori poteri contrattuali avevano sempre ottenuto le condizioni migliori. Ora, con le nuove regole, non più.
Le proiezioni provengono da un documento di dodici pagine spedito dalla Ragioneria generale dello Stato alla Copaff, la commissione tecnica paritetica per il federalismo fiscale presieduta da Luca Antonini, nel quale sono contenute alcune simulazioni su come dovrebbe funzionare il meccanismo dei costi standard. La cosa paradossale, è che le proiezioni sono sulla base dei bilanci 2008 di sole cinque Regioni: gli ultimi e gli unici affidabili. Ma se, secondo i tecnici del Copaff, le proiezioni rimangono credibili, secondo i sostenitori di questo meccanismo l'unica cosa certa è la certificazione dello spreco della Sanità: 4,8 miliardi di euro di disavanzo che lo Stato non ripianerà più-
(Fonte: eDott 10.03.2011)
by Nicola
Nessun commento:
Posta un commento