Riceviamo e pubblichiamo dagli amici della 'Caponnetto'
LANNUTTI - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che, secondo quanto risulta all'interrogante:
diversi anni fa nella zona Pip (piano insediamento produttivo) dei Comuni di Carpinone, Pettoranello del Molise e Pesche, in provincia di Isernia, veniva realizzato un grande depuratore consortile che, nelle intenzioni della Regione Molise, doveva servire i tre Comuni. Al riguardo furono spesi ingenti capitali (circa 7,5 miliardi di lire);
una volta terminati i lavori, fu formata una società consortile, la Carpino Ecologica Srl, a capitale pubblico-privato per la gestione del depuratore, alla quale partecipavano anche i tre Comuni interessati, investendo il 20 per cento delle quote ciascuno, mentre il restante 40 per cento era capitale privato;
il depuratore aveva la capacità di smaltimento giornaliero di circa 4.000 metri cubi di reflui e l'autorizzazione allo scarico degli stessi;
a seguito dell'entrata in funzione del depuratore, nella zona sono iniziate subito le problematiche ambientali. Gli abitanti lamentavano strane lacrimazioni e esalazioni fetide e assistevano a un proliferare di autobotti provenienti da fuori regione, che facevano la fila per scaricare liquami nel depuratore;
considerato che:
da una delibera del commissario prefettizio del Comune di Isernia (n. 57 del 25 maggio 2013), capofila per i fondi Pisu (programma integrato di sviluppo urbano) dell'Unione dei Comuni sarebbe emerso: «Questa opera, come risulta dalla documentazione messa a disposizione dall'Unione dei Comuni della Pentria, non risulta eseguita a regola d'arte, presenta problemi di allagamento ed al suo interno sono stati depositati rifiuti speciali e pericolosi di varia natura, che costituiscono un pericolo per l'ambiente ed in particolare per il fiume Carpino e per tutto il territorio a valle dello stesso, che coinvolge i fiumi Cavaliere e il Volturno, e per tutto l'intero territorio dei comuni appartenenti al Pisu di Isernia»;
da una relazione tecnica dell'Assessorato per l'ambiente della Regione Molise, datata 29 ottobre 2003, prot. n. 6060, emessa in risposta a un'interrogazione del consigliere regionale Italo Di Sabato, si apprenderebbe che: su richiesta della società consortile, la Regione Molise autorizzò, con determina dirigenziale n. 128 dell'11 novembre 2002, la società al trattamento di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da insediamenti esterni per un massimo di 750 metri cubi giornalieri;
con successiva determina dirigenziale (n. 4 del 9 gennaio 2003), la Regione Molise autorizzava la Carpino Ecologica Srl anche al trattamento di alcuni rifiuti pericolosi, limitatamente a quelli con caratterizzati da elevata biodegradabilità, con rapporto BOD5/COD maggiore di 0,8 per un massimo di 25 metri cubi giornalieri;
dalla suddetta relazione dell'Assessorato, si evidenzia che, da un controllo tecnico effettuato da Arpa (Agenzia regionale per l'ambiente) e Carabinieri, il funzionario addetto alla gestione avrebbe acquisito e sottoposto a trattamento rifiuti non corrispondenti alla definizione di codice CER 07.07.01 autorizzato, aventi caratteristiche e requisiti del tutto diversi da quelli prescritti. Le operazioni di trattamento e di stoccaggio di tali rifiuti avrebbero provocato gravi inconvenienti ambientali per la presenza di inquinanti pericolosi non previsti dalle autorizzazioni, determinando disfunzioni nel processo di depurazione. In altre parole, intorno a quel depuratore sarebbe stato accertato un traffico irregolare di rifiuti pericolosi provenienti da fuori regione, anche da siti industriali della provincia di Venezia, occultando, senza registrarle negli appositi registri, tutte le operazioni di scarico;
a seguito delle gravissime disfunzioni e sospetti di traffico illecito di rifiuti pericolosi, la Regione Molise revocava le autorizzazioni alla Carpino Ecologica Srl, diffidandola a chiedere nuova autorizzazione per rimuovere e smaltire in altro sito autorizzato tutti i rifiuti pericolosi irregolarmente stoccati;
successivamente, veniva aperta un'inchiesta dalla Procura di Isernia che rilevava in capo ai responsabili legali della Carpino Ecologica Srl (gestore dell'impianto di Cava dei Tirreni) gravi irregolarità evidenziate dall'Arpa per il traffico irregolare di rifiuti pericolosi effettuato tramite autobotti provenienti da fuori regione;
considerato altresì che, risulta all'interrogante:
uno dei responsabili legali sarebbe coinvolto in un'altra inchiesta giudiziaria in provincia di Benevento, per la mancata bonifica della discarica di Calvi;
il Comune di Pettoranello sarebbe coinvolto in una vicenda giudiziaria, che riguarda la mancanza di depurazione di acque fognarie in contrada Cacchieto Mulino a ridosso della sua zona Pip,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda valutare, oltre alla bonifica del depuratore consortile, il risanamento ambientale della zona in ambito Pisu, da definire con uno studio di fattibilità per la riqualificazione ambientale riferita ai letti fluviali interessati;
quali urgenti provvedimenti intenda adottare per scongiurare un disastro ambientale, per i fiumi Sordo e Carpino, dovuto ai rifiuti pericolosi stipati da anni nel depuratore consortile di Carpinone, per cui occorrerebbero all'incirca 700.000 euro per la bonifica a carico della comunità, mentre chi ha provocato il disastro e l'accumulo illecito di rifiuti pericolosi avrebbe lucrato, intascando le somme del traffico illegale non quantificabili per la mancata tenuta dolosa dei registri di scarico;
quali iniziative di competenza intenda assumere affinché siano verificate le responsabilità della Regione Molise, della Provincia di Isernia, dei Comuni interessati e, soprattutto, dell'amministratore delegato della società Carpino Ecologica Srl;
se, visto lo stato di totale abbandono in cui versa attualmente il depuratore di Carpinone, intenda attivarsi presso le sedi di competenza affinché sia verificato dove scaricano attualmente i reflui fognari rispettivamente: il Comune di Carpinone e la sua zona Pip; il Comune di Pesche Bassa e la sua zona Pip; il Comune di Pettoranello e la sua zona industriale.
diversi anni fa nella zona Pip (piano insediamento produttivo) dei Comuni di Carpinone, Pettoranello del Molise e Pesche, in provincia di Isernia, veniva realizzato un grande depuratore consortile che, nelle intenzioni della Regione Molise, doveva servire i tre Comuni. Al riguardo furono spesi ingenti capitali (circa 7,5 miliardi di lire);
una volta terminati i lavori, fu formata una società consortile, la Carpino Ecologica Srl, a capitale pubblico-privato per la gestione del depuratore, alla quale partecipavano anche i tre Comuni interessati, investendo il 20 per cento delle quote ciascuno, mentre il restante 40 per cento era capitale privato;
il depuratore aveva la capacità di smaltimento giornaliero di circa 4.000 metri cubi di reflui e l'autorizzazione allo scarico degli stessi;
a seguito dell'entrata in funzione del depuratore, nella zona sono iniziate subito le problematiche ambientali. Gli abitanti lamentavano strane lacrimazioni e esalazioni fetide e assistevano a un proliferare di autobotti provenienti da fuori regione, che facevano la fila per scaricare liquami nel depuratore;
considerato che:
da una delibera del commissario prefettizio del Comune di Isernia (n. 57 del 25 maggio 2013), capofila per i fondi Pisu (programma integrato di sviluppo urbano) dell'Unione dei Comuni sarebbe emerso: «Questa opera, come risulta dalla documentazione messa a disposizione dall'Unione dei Comuni della Pentria, non risulta eseguita a regola d'arte, presenta problemi di allagamento ed al suo interno sono stati depositati rifiuti speciali e pericolosi di varia natura, che costituiscono un pericolo per l'ambiente ed in particolare per il fiume Carpino e per tutto il territorio a valle dello stesso, che coinvolge i fiumi Cavaliere e il Volturno, e per tutto l'intero territorio dei comuni appartenenti al Pisu di Isernia»;
da una relazione tecnica dell'Assessorato per l'ambiente della Regione Molise, datata 29 ottobre 2003, prot. n. 6060, emessa in risposta a un'interrogazione del consigliere regionale Italo Di Sabato, si apprenderebbe che: su richiesta della società consortile, la Regione Molise autorizzò, con determina dirigenziale n. 128 dell'11 novembre 2002, la società al trattamento di rifiuti speciali non pericolosi provenienti da insediamenti esterni per un massimo di 750 metri cubi giornalieri;
con successiva determina dirigenziale (n. 4 del 9 gennaio 2003), la Regione Molise autorizzava la Carpino Ecologica Srl anche al trattamento di alcuni rifiuti pericolosi, limitatamente a quelli con caratterizzati da elevata biodegradabilità, con rapporto BOD5/COD maggiore di 0,8 per un massimo di 25 metri cubi giornalieri;
dalla suddetta relazione dell'Assessorato, si evidenzia che, da un controllo tecnico effettuato da Arpa (Agenzia regionale per l'ambiente) e Carabinieri, il funzionario addetto alla gestione avrebbe acquisito e sottoposto a trattamento rifiuti non corrispondenti alla definizione di codice CER 07.07.01 autorizzato, aventi caratteristiche e requisiti del tutto diversi da quelli prescritti. Le operazioni di trattamento e di stoccaggio di tali rifiuti avrebbero provocato gravi inconvenienti ambientali per la presenza di inquinanti pericolosi non previsti dalle autorizzazioni, determinando disfunzioni nel processo di depurazione. In altre parole, intorno a quel depuratore sarebbe stato accertato un traffico irregolare di rifiuti pericolosi provenienti da fuori regione, anche da siti industriali della provincia di Venezia, occultando, senza registrarle negli appositi registri, tutte le operazioni di scarico;
a seguito delle gravissime disfunzioni e sospetti di traffico illecito di rifiuti pericolosi, la Regione Molise revocava le autorizzazioni alla Carpino Ecologica Srl, diffidandola a chiedere nuova autorizzazione per rimuovere e smaltire in altro sito autorizzato tutti i rifiuti pericolosi irregolarmente stoccati;
successivamente, veniva aperta un'inchiesta dalla Procura di Isernia che rilevava in capo ai responsabili legali della Carpino Ecologica Srl (gestore dell'impianto di Cava dei Tirreni) gravi irregolarità evidenziate dall'Arpa per il traffico irregolare di rifiuti pericolosi effettuato tramite autobotti provenienti da fuori regione;
considerato altresì che, risulta all'interrogante:
uno dei responsabili legali sarebbe coinvolto in un'altra inchiesta giudiziaria in provincia di Benevento, per la mancata bonifica della discarica di Calvi;
il Comune di Pettoranello sarebbe coinvolto in una vicenda giudiziaria, che riguarda la mancanza di depurazione di acque fognarie in contrada Cacchieto Mulino a ridosso della sua zona Pip,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda valutare, oltre alla bonifica del depuratore consortile, il risanamento ambientale della zona in ambito Pisu, da definire con uno studio di fattibilità per la riqualificazione ambientale riferita ai letti fluviali interessati;
quali urgenti provvedimenti intenda adottare per scongiurare un disastro ambientale, per i fiumi Sordo e Carpino, dovuto ai rifiuti pericolosi stipati da anni nel depuratore consortile di Carpinone, per cui occorrerebbero all'incirca 700.000 euro per la bonifica a carico della comunità, mentre chi ha provocato il disastro e l'accumulo illecito di rifiuti pericolosi avrebbe lucrato, intascando le somme del traffico illegale non quantificabili per la mancata tenuta dolosa dei registri di scarico;
quali iniziative di competenza intenda assumere affinché siano verificate le responsabilità della Regione Molise, della Provincia di Isernia, dei Comuni interessati e, soprattutto, dell'amministratore delegato della società Carpino Ecologica Srl;
se, visto lo stato di totale abbandono in cui versa attualmente il depuratore di Carpinone, intenda attivarsi presso le sedi di competenza affinché sia verificato dove scaricano attualmente i reflui fognari rispettivamente: il Comune di Carpinone e la sua zona Pip; il Comune di Pesche Bassa e la sua zona Pip; il Comune di Pettoranello e la sua zona industriale.
Pubblicato il 3 agosto 2018, nella seduta n. 31
(by Nicola)
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