Riceviamo e pubblichiamo
PARTITO
COMUNISTA dei LAVORATORI
Sul
“Quotidiano del Molise” è apparso un importante e coraggioso
articolo (questo è vero giornalismo), dal titolo “L’ombra
di Don Antonio”.
Ma
di esso nessuno parla, come è tipico del nostro ambiente
prevalentemente omertoso e intimorito. Si, perché riguarda
l’inchiesta
LARUS sul traffico illecito dei rifiuti
nella nostra provincia, ove si lascia intendere che siano stati
accertati dalla DDA e dai ROS di Campobasso rapporti tra imprenditori
locali e borghesia camorristica, nonché con il “clan dei casalesi”
con riferimento al territorio della nostra provincia. Tra l’altro
ciò conferma quanto da noi denunciato negli anni come PCL MOLISE con
diversi documenti politici e iniziative, e da ultimo proprio con
documenti del 2011 (e perciò non escludiamo che anch’essi abbiano
dato un input a far partire tale inchiesta, cosa che cercheremo di
chiedere a chi di competenza).
Ma
se sono stati accertati questi gravissimi fatti da parte della DDA e
dai ROS di Campobasso come rivela l’articolo, allora perché tale
inchiesta è finita alla Procura di Isernia e non alla superiore
competenza antimafia di Campobasso se non di Roma ?
Ma
soprattutto non ci convince l’esito che a questa mega inchiesta
LARUS ha dato la Procura di Isernia con Albano e Scioli: ed infatti
se da un lato la DDA e i ROS di Campobasso hanno accertato questi
rapporti
tra imprenditori della provincia di Isernia e la borghesia
camorristica che gestisce il traffico illecito dei rifiuti,
dall’altro la Procura ha chiuso tale inchiesta LARUS solo con un
“bando truccato” sui trasporti del Comune di Isernia, che non ha
a che fare con la suddetta grave questione.
Ci
pare insomma la mega inchiesta LARUS, una volta giunta alla Procura
di Isernia, abbia assunto le sembianze della “montagna
che partorisce il topolino”,
stante quanto denuncia un dipendente del Comune di Isernia messo alla
gogna mediatica nella conferenza stampa all’epoca tenuta dalla
procura di Isernia.
Questo
dipendente del Comune di Isernia, nel difendersi dalla gogna
mediatica, ha rivendicato – documenti alla mano - la sua innocenza,
ed perciò denunciato
alla Procura di Bari e al CSM la condotta dei PM di Isernia Albano e
Scioli e del GIP di Isernia Quaranta, reclamando di essere stato
usato come “capo espiatorio” per coprire imprenditori importanti
e politici locali “eccellenti” collusi al loro servizio.
Ovviamente
saranno la magistratura di Bari e il CSM, presso cui Scioli,
Albano, Quaranta sono indagati,
a verificare la liceità della condotta di costoro sotto il profilo
giudiziario, per accertare se è vero che abbiano “coperto” o
meno, questi importanti imprenditori e politici locali.
Ma
attesa la grande rilevanza pubblica del tema, il PCL MOLISE si
mobiliterà unitamente ad altre associazioni sotto il profilo
politico e sociale, per un’inchiesta popolare alternativa a quella
della giustizia borghese pretendendo una risposta pubblica a queste
domande:
chi
sono questi imprenditori
e politici locali “eccellenti”
nell’inchiesta
LARUS
per la cui posizione la Procura di Isernia (Albano - Scioli) ha
inteso richiedere l’archiviazione, nonostante gli accertamenti
della DDA avessero verificato rapporti con la borghesia camorristica
che gestisce il traffico
illecito dei rifiuti, tangenti, voto di scambio, e quant’altro?
E
quali sono le motivazioni giuridiche in base alle quali i suddetti PM
di Isernia Albano e Scioli hanno deciso di non procedere contro
costoro ?
Come
mai nessun seguito si è avuto circa le rivelazioni del pentito
Schiavone sui punti dove venivano sversati i rifiuti, avvelenando la
nostra terra in nome della legge del capitale e del profitto ?
Come
mai la nostra provincia e in particolare la piana di Venafro
risultano sempre più inquinate in barba al diritto alla salute dei
tanti in nome del profitto di pochi ?
La
giustizia di classe, lo stato borghese, come vedete non sono
“astrazioni ideologiche” di noi comunisti, ma purtroppo sono il
tragico stato di cose presenti che perciò dobbiamo rovesciare, per
un modo migliore e più giusto.
(by Nicola)
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