Dal 15 marzo 2013 al 1° dicembre 2015, su 29.377 (interrogazioni e interpellanze, a risposta scritta o orale, in
assemblea o in commissione) il Governo ha risposto solo in 9.796 casi,
pari al 33,3%.
Ministero più reticente: quello della Giustizia
che ha risposto solo al 17,9% degli atti presentati (288 su 1.609);
Ministero delle Riforme costituzionali e
i rapporti con il Parlamento, quello più “loquace”.
Il Ministro più oberato di lavoro è stato quello
dell’Interno al quale sono stati rivolti ben 3.716 atti di sindacato
ispettivo ai quali ha risposto in 1.195 casi (32,6%).
Buona la
performance del Ministero degli Esteri, che ha risposto a 490 atti sui
764 presentati (64,1%) e del Ministro della Difesa, che ha dato 530
risposte su 875 atti presentati (60,5%).
Il regolamento (tuttora in vigore) stabilisce che, passati 20 giorni dalla presentazione, il deputato
interrogante può richiamare l’interrogazione in commissione e, a quel
punto, il Ministro o risponde o è costretto a motivare il suo silenzio.
Fonte: PR
(by Nicola)
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