La libertà di
espressione continua ad essere limitata in Italia, secondo Freedom
House, l’organizzazione indipendente che ogni anno stila il rapporto sulla libertà di informazione nel mondo.
Ci confermiamo al 65esimo posto, tra i paesi ‘parzialmente liberi’
ultimi nella vecchia Europa. Il nostro punteggio paese è 31, come il
Cile.
Non è stato ancora pubblicato il
rapporto completo sul nostro paese, che l’anno scorso ha preso in
considerazione la legge sulla diffamazione, ancora reato penale, le
minacce ai giornalisti, la mancanza di una legge sul conflitto di
interessi per chi possiede media e ha una carriera politica e la
regolamentazione della professione giornalistica attraverso un ordine.
Quello che già sappiamo è che il nostro Paese rimane inchiodato, vicino a
paesi come l’Ungheria, la Bulgaria, il Montenegro, la Croazia, la
Serbia, la Romania, l’Albania, il Kosovo, la Bosnia Erzegovina, la
Grecia, la Macedonia e la Turchia.
Peggiora la libertà di espressione nel
2014, il punto più basso degli ultimi dieci anni. La percentuale di
persone che possono vivere in un paese dove c’è libertà di espressione,
dove l’incolumità dei giornalisti è garantita, dove non c’è controllo
dei media da parte del potere politico e dove la stampa non è
appesantita da obblighi legali e pressioni economiche è il 14% del
totale della popolazione mondiale. I paesi meno liberi sono Bielorussia,
Crimea, Cuba, Guinea equatoriale, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Siria,
Turkmenistan e Uzbekistan.
Laura Preite
(by Nicola)
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