Corruzione
Dopo oltre venti anni nei quali mi sono dedicato anima e corpo allo
studio delle strategie di lotta alla corruzione, mi sono reso conto che
sia arrivato il momento di usare le maniere forti. Al fianco di una
efficace attività di prevenzione occorre una repressione attuata con
“pugno di ferro”. Molti cittadini sono ormai diventati complici dei
corrotti, altri impauriti da quello che accade ogni giorno intorno a
loro sono ancora molto indecisi se schierarsi con i pochi onesti rimasti
o con i corrotti che ormai sono la maggioranza. Non c’è più tempo da
perdere, occorrono regole ferree utili allo scopo e che valgano per
tutti, in un clima di assoluto rispetto per la legalità. Questo è un
scenario in cui occorre essere intransigenti lanciando il messaggio
forte che i corrotti finiscono in galera e ci restano. E’ indispensabile
ridurre al minimo ogni situazione di illegalità connessa al malaffare e
alla corruzione. Il nostro Paese è diventato un territorio diverso
rispetto ad altre realtà europee ed internazionali. Non è possibile
essere l’ultima Nazione in Europa e tra le ultime al mondo per gli alti
livelli di corruzione. Siamo uno dei pochissimi Paesi in cui è ormai
ampiamente dimostrato lo stretto rapporto tra criminalità organizzata e
corruzione. Sugli oltre settantamila detenuti (dati 2014) si contano
soltanto 11 accusati per corruzione, 26 per concussione, 46 per peculato
(cioè per furto di denaro pubblico), 27 per abuso d’ufficio aggravato.
Vi sembra che lo Stato stia colpendo la corruzione? Ciò che mi colpisce
ogni giorno di più è anche l’atteggiamento dei cittadini. Non si fidano
più delle istituzioni deputate alla lotta contro la corruzione e sono in
una situazione di perenne attesa. Cercano di capire se lo Stato comici a
fare sul serio o se invece si ritroveranno a dover interagire ancora
con i soliti corrotti di turno e quindi a dover sottostare alle loro
regole. Forse esagero nel dire che sono pochissimi i luoghi dove non si
perpetrano reati di corruzione. Come studioso del fenomeno, ho elaborato
un progetto sulle strategie di lotta alla corruzione che ha avuto
grandissimo successo all’estero ed è stato finanziato e supportato in
Spagna. In Italia, purtroppo, è già morto prima di nascere. E questo la
dice tutta sulla volontà di questo Paese di combattere efficacemente la
corruzione. Credo oltre all’auspicato “pugno di ferro” bisognerà
ricucire anche il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini incidendo
efficacemente su un cambio di mentalità da parte di entrambi. Il lavoro
sarà profondo e complesso ma non bisogna arrendersi e darla vinta ai
tanti corrotti che vogliono dominare questo Paese.
Vincenzo Musacchio
Fonte: L'ORA
(by Nicola)
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