mercoledì 13 maggio 2015

The strong arm of the Law

Corruzione

Dopo oltre venti anni nei quali mi sono dedicato anima e corpo allo studio delle strategie di lotta alla corruzione, mi sono reso conto che sia arrivato il momento di usare le maniere forti. Al fianco di una efficace attività di prevenzione occorre una repressione attuata con “pugno di ferro”. Molti cittadini sono ormai diventati complici dei corrotti, altri impauriti da quello che accade ogni giorno intorno a loro sono ancora molto indecisi se schierarsi con i pochi onesti rimasti o con i corrotti che ormai sono la maggioranza. Non c’è più tempo da perdere, occorrono regole ferree utili allo scopo e che valgano per tutti, in un clima di assoluto rispetto per la legalità. Questo è un scenario in cui occorre essere intransigenti lanciando il messaggio forte che i corrotti finiscono in galera e ci restano. E’ indispensabile ridurre al minimo ogni situazione di illegalità connessa al malaffare e alla corruzione. Il nostro Paese è diventato un territorio diverso rispetto ad altre realtà europee ed internazionali. Non è possibile essere l’ultima Nazione in Europa e tra le ultime al mondo per gli alti livelli di corruzione. Siamo uno dei pochissimi Paesi in cui è ormai ampiamente dimostrato lo stretto rapporto tra criminalità organizzata e corruzione. Sugli oltre settantamila detenuti (dati 2014) si contano soltanto 11 accusati per corruzione, 26 per concussione, 46 per peculato (cioè per furto di denaro pubblico), 27 per abuso d’ufficio aggravato. Vi sembra che lo Stato stia colpendo la corruzione? Ciò che mi colpisce ogni giorno di più è anche l’atteggiamento dei cittadini. Non si fidano più delle istituzioni deputate alla lotta contro la corruzione e sono in una situazione di perenne attesa. Cercano di capire se lo Stato comici a fare sul serio o se invece si ritroveranno a dover interagire ancora con i soliti corrotti di turno e quindi a dover sottostare alle loro regole. Forse esagero nel dire che sono pochissimi i luoghi dove non si perpetrano reati di corruzione. Come studioso del fenomeno, ho elaborato un progetto sulle strategie di lotta alla corruzione che ha avuto grandissimo successo all’estero ed è stato finanziato e supportato in Spagna. In Italia, purtroppo, è già morto prima di nascere. E questo la dice tutta sulla volontà di questo Paese di combattere efficacemente la corruzione. Credo oltre all’auspicato “pugno di ferro” bisognerà ricucire anche il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini incidendo efficacemente su un cambio di mentalità da parte di entrambi. Il lavoro sarà profondo e complesso ma non bisogna arrendersi e darla vinta ai tanti corrotti che vogliono dominare questo Paese. 

Vincenzo Musacchio

Fonte: L'ORA

(by Nicola)

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