Si chiama “Wangiri”, in italiano “squillo”, la nuova frode telefonica che sta mietendo vittime anche nel Bel Paese.
Il sistema della “ping call”
è ormai noto e in circolazione in tutto il mondo, da oltre un decennio,
ma è tornato prepotentemente alla ribalta nelle ultime settimane, in
seguito alla segnalazione di numerosi nuovi casi e relative vittime.
Le
modalità sono sempre le stesse: i truffatori attraverso un computer
capace di contattare in modo simultaneo (e in modalità random) una
grande quantità di numeri telefonici effettuano una miriade di chiamate
ai cellulari dei malcapitati.
Le chiamate sono volutamente brevi
(la durata di uno squillo, appunto), in modo che il destinatario non
abbia il tempo di rispondere e, visualizzando sul display del cellulare
la chiamata persa, si ritrovi costretto, in buona fede, ad effettuare la richiamata.
Ed ecco che scatta la truffa, perché il numero contattato viene tariffato come “premium” ad una tariffa molto costosa, in grado di sottrarre decine di euro alle vittime in pochissimi secondi.
Quanto
a Wangiri, sulla base delle segnalazioni ricevute, si è appurato che la
chiamata arriva generalmente da un numero sconosciuto con prefisso +373 (di provenienza probabilmente moldava).
Ma
la nuova truffa è solo una delle numerose frodi telefoniche che
proliferano ormai anche in Italia e che hanno fatto scattare l’allarme
degli utenti su forum, chat e social network e delle associazioni dei
consumatori che mettono in guardia da quella che si presenta come una
vera e propria epidemia di truffe.
Come difendersi dunque da Wangiri e dagli altri tentativi di frode telefonica?
Innanzitutto, è bene astenersi dal richiamare numeri sconosciuti.
Le
frodi, inoltre, vengono gestite dalle stesse compagnie telefoniche, le
quali verificano se altri clienti sono stati ingannati allo stesso modo,
contattano il relativo operatore (ove aderente alle policy di sicurezza
comuni) tramite il quale sono state inoltrate le chiamate e si richiede
di bloccare il numero. Infine, il cliente viene invitato a presentare denuncia per ottenere il rimborso della cifra contestata, lasciando tuttavia impuniti i colpevoli che continueranno a colpire nuovi target di consumatori.
Fonte:StudioCataldi.it
(by Nicola)
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