COMUNICATO
STAMPA DEL 26 GENNAIO 2015
I
CANTIERI TERNA VANNO SOTT'ACQUA.
CLAMOROSE
LE IMMAGINI FOTOGRAFICHE E VIDEO DEI CANTIERI ALLUVIONATI
DELL'ELETTRODOTTO IN COSTRUZIONE VILLANOVA – GISSI.
55
SOSTEGNI SU 151 IN AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO: SE QUESTA È
UN'OPERA PUBBLICA...
IL
PARADOSSO: GRAZIE ALL'OPPOSIZIONE DEI CITTADINI ALL'INSTALLAZIONE DI
UN CANTIERE EVITATI ULTERIORI DANNI.
COMITATI
ED ASSOCIAZIONI: FERMARE TUTTO PRIMA CHE ACCADA L'IRREPARABILE.
I
cantieri Terna per l'elettrodotto Villanova – Gissi sono andati
sott'acqua!
Venerdì
sera e sabato mattina il Fiume Pescara ha letteralmente sommerso
diversi cantieri dell'elettrodotto in provincia di Pescara e occupato
aree in cui presto dovrebbero iniziare i lavori per altri sostegni.
Video e fotografie raccolte sabato mattina sono inequivocabili, con
scavi che sembrano diventati piscine, recinzioni divelte e strade di
accesso ai cantieri che somigliano più a laghi.
Sono
documenti clamorosi e impressionanti, soprattutto le immagini
relative ad alcuni cantieri o siti non ancora approntati ma di futura
installazione che non solo sono allagati ma risultano essere in piena
corrente del fiume (come il n.15 e il n.16). Raggelante
l'immagine relativa all'area del sostegno 15, posta a pochissimi
metri dall'alveo normale del fiume e attualmente solo picchettata.
Nelle immagini si vede l'apice del picchetto d'angolo sporgere di
poco oltre il pelo dell'acqua, in piena corrente.
Sul
sito che dovrebbe ospitare il sostegno 16, non ancora realizzato
grazie all'azione dei proprietari e dei cittadini che si sono opposti
all'occupazione, il fiume scorreva come un torrente. Arriviamo quindi
al paradosso che Terna dovrebbe ringraziare quelli che allora ha
definitivo “intrusi
esagitati”
perché se fosse stato aperto il cantiere sarebbe stato letteralmente
travolto dalle acque.
Il
cantiere del sostegno 19 era del tutto irraggiungibile, sommerso
dall'acqua come la strada d'accesso. Inaccessibile, tranne per i
gabbiani, che si vedono nelle foto volare attorno al cantiere!
Quello
del sostegno 20, con tutti i materiali, risultava completamente
allagato sotto più di mezzo metro d'acqua e lo scavo si presentava
trasformato in una vasca d'acqua.
Tutto
ciò è accaduto con una piena di modeste dimensioni. Inoltre quando
siamo arrivati l'acqua era già iniziata a scendere, secondo quanto
riportato dai residenti. Non osiamo immaginare cosa potrebbe accadere
con un evento simile a quello del 1992 (che non fu neanche la più
grave alluvione del Pescara mai registrata) o peggio.
Purtroppo
quello che appare già di inaudita gravità è in realtà solo la
punta dell'iceberg. Infatti più di un terzo (55 su 151
sostegni) di questa grande opera inutile è localizzato in aree
classificate a rischio idrogeologico. Piloni a rischio esondazione
dovrebbero essere costruiti non solo sul Pescara ma anche sul Sangro
e sul Sinello. I
55 sostegni a rischio ricadono in aree appartenenti nelle seguenti
categorie di rischio secondo la classificazione ufficiale delle mappe
del rischio regionali (PSDA e PAI):
PERICOLOSITA'
ESONDAZIONE
8
in aree a pericolosità molto elevata (P4),
4
in aree a pericolosità elevata (P3),
2
in aree a pericolosità media (P2)
4
in aree a pericolosità moderata (P1)
Subtotale
18
PERICOLOSITA'
FRANA
4
in aree a pericolosità molto elevata
31
in aree a pericolosità elevata
2
in aree a pericolosità moderata
Subtotale
37
Per
quanto riguarda il rischio frane sottolineiamo che i 4 sostegni nelle
aree più a rischio saranno realizzati su frane attive, cioè che si
stanno muovendo! Una di queste comportò qualche anno fa
l'evacuazione di diverse abitazioni con gravissimi danni e
l'intervento della protezione civile e ampia eco sui giornali.
Proprio lì, a Guardiagrele, piazzeranno il sostegno 76! Ben 31 sono
su frane attualmente quiescenti ma potenzialmente riattivabili,
secondo le analisi ufficiali.
In
un paese che smotta e si allaga ad ogni pioggia, causando lutti e
distruzioni, ci si chiede come sia possibile progettare in questo
modo infrastrutture che, anche senza ipotizzare le situazioni più
critiche come i crolli, teoricamente dovrebbero funzionare in
primis
nelle situazioni di emergenza. In caso di black-out su questo settore
dell'opera, con pioggia battente e il fiume in piena, come si andrà
a svolgere i lavori d'urgenza sui piloni in piena area alluvionale?
Tra le onde impetuose del fiume magari di notte?
Ci
chiediamo se sia normale in un paese civile procedere in questo
senso, quando la vicina Regione Marche con delibera del 2008 ha
inserito, tra le aree di esclusione, proprio le aree con pericolosità
elevata o molto elevata. Dopo quanto accaduto recentemente in Liguria
e in Lombardia, crediamo sia indifferibile ripensare la compatibilità
geologica di localizzazione di opere che teoricamente sarebbero di
pubblica utilità in zone con così forti dissesti. Tra l'altro
aumentare la pressione antropica su tali aree così vulnerabili,
determina l'aumento del rischio sia diretto che indiretto, su altri
manufatti (come case, strade, come l'autostrada Pescara – Roma che
ha i sostegni in questione a pochissimi metri).
Ci
si chiede come sia stato stato possibile autorizzare tutto ciò? Non
pensare, tra l'altro, che per costruire l'opera bisognava lavorare in
aree a rischio impiantandovi i cantieri. Purtroppo si tratta
dell'ennesima conferma che in Italia ci si strappa le vesti ad ogni
evento luttuoso per poi far finta di nulla e continuare a persistere
negli errori; puntualmente le prime opere ad andare sott'acqua sono
proprio quelle che hanno tutte le autorizzazioni.
Riteniamo
che la Regione Abruzzo, titolare delle competenze sull'Autorità di
Bacino, e il Ministero dell'Ambiente, responsabile della Valutazione
di Impatto Ambientale, debbano immediatamente revocare in auto-tutela
le autorizzazioni rilasciate.
I
Comitati e le Associazioni, come al solito, avevano già lanciato
l'allarme per tempo con note scritte. Ora, come sempre, abbiamo la
riprova. Prima che accada l'irreparabile si chiede a tutti coloro che
hanno delle responsabilità, dirette o indirette, eventualmente anche
alla Magistratura, di intervenire. Per accertare se tutto ciò possa
essere in regola.
I
video possono essere scaricati a questo link (790 Mb):
http://we.tl/pax2bdqoIQ
Alcuni
video possono essere scaricati a questo link (200 Mb)
http://we.tl/vlrAd7R0sp
Le
fotografie in alta qualità a questo link (110 Mb):
http://we.tl/VqU9pqPWSA
Le
fotografie in bassa qualità a questo link (10
Mb):http://we.tl/1mbgH7gY5M
Si
allega una delle tante immagini scaricabili dai link.
INFO:
3683188739,
segreteriah2oabruzzo@gmail.com
(by Nicola)
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