Riceviamo e pubblichiamo
La salute del singolo soggetto o la salute di un'intera popolazione non può diventare un banale percorso burocratico, né gelidi atti amministrativi, studiati a tavolino da perfetti incompetenti, possono far scaturire una valanga di azioni dannose e peggiorative di una realtà, che, così come appare oggi non è per nulla soddisfacente.
Alla legge di stabilità per il 2014 è stato collegato un disegno legge (il 12 febbraio scorso) che contiene alcune disposizioni in materia ambientale. Alcune tutele previste dal dlgs 152/2006 sarebbero, pertanto, completamente demolite in ragione di una
"necessaria semplificazione" di norme e comportamenti considerati oggi in Italia troppo restrittivi.
Il regalo inaspettato, oppure
tragicamente voluto, nella deregulation della VIA, che ital modo verrà
concesso ai proponenti le opere da sottoporre a valutazione, in questa
nostra nazione dove imperversa l'approssimazione in nome del denaro
sonante, e specie nelle nostre province dove l'illegalità ha fortemente
segnato il nostro futuro, il regalo legislativo, dicevo, ci appare
effettivamente troppo. Insopportabile.
L'iter amministrativo diventerebbe,
così, pura formalità burocratica: come lo scaricare in mare "acque
derivanti da attività di prospezione, ricerca e coltivazione di
idrocarburi", i dragaggi e "la posa di cavi e condotte.
Purtroppo con tale disegno legge si
profilerebbe anche una smaccata violazione di articoli della
Costituzione italiana e precisamente dell'art. 9 e 41 della Carta dei
nostri padri costituendi. Già cosi come è proposta, infatti, la VIA non
sempre è in grado di soddisfare le risposte dei cittadini alle richieste
di salvaguardia di salute, ma, da questo decreto in poi, gli enti
locali potranno dimenticare completamente due efficaci strumenti di
intervento e cautela come la VIS e la VDS ( Valutazione di Impatto
Sanitario e Valutazione del Danno Sanitario)
Sempre nello stesso disegno si nota,
grande come un macigno, la proposta di slittamento al 2020 dell'obbligo
per Italia di raggiungere la quota di raccolta differenziata del 65% (
così come richiede la UE), rinviandola appunto dal 2012 al 2020 e
incentivando in tal maniera le discariche e l'incenerimento dei rifiuti
urbani e pericolosi. Gli incentivi, pensate, vengono promessi agli
imprenditori delle "buone pratiche", al momento dell'acquisto dei loro
prodotti e, allo stesso tempo, ai proprietari degli inceneritori, mentre
sarebbe più corretto abolire completamente gli incentivi a chi porta a
combustione i resti di produzioni che sono pur sempre materie prime.
Invece con la costituzione di una
rete nazionale integrata e adeguata di impianti di incenerimento
all'art. 19 dello stesso disegno, si procede esattamente in senso
antitetico alle grandissime e continue richieste di salute che
provengono da ogni angolo della nazione italiana, individuando
sopratutto i benefici economici nell'incenerimento dei rifiuti
indifferenziati: i più pericolosi.
Numerose e solide evidenze
scientifiche nazionali e internazionali hanno dimostrato che la
combustione dei rifiuti, dovunque e comunque avvenga, è pratica nociva
per la salute dei residenti, oltre a fungere da enorme deterrente per
buone pratiche quali il riciclaggio, il riuso, la separazione a freddo,
il recupero di materia e la riduzione a monte della produzione di
rifiuti.
Il nostro Paese e le nostre Comunità
locali dovrebbero essere messe dal Governo nelle condizioni migliori
per considerare i rifiuti come una risorsa da utilizzare e non come un
problema da distruggere. L'Italia dovrebbe rappresentare nel prossimo
futuro un esempio delle buone pratiche e non il Paese capofila
dell'incenerimento.
E se tutto quanto premeditato nel
disegno legge di questi giorni non bastasse, ricordo anche le
disposizioni a superare con l'art. 29 gli impedimenti alla combustione
dei residui vegetali, che oggi sono considerati rifiuti pericolosi
perché dai fumi provengono numerose sostanze tossiche e persistenti che
inquinano per decenni l'ambiente e le catene alimentari, attualmente la
combustione sul campo dei residui è addirittura reato penale, che
verrebbe totalmente inviato a farsi benedire dagli estensori del dlgs.
Il disegno di legge permetterebbe,
infatti, di "effettuare la bruciatura dei residui vegetali, nel rispetto
di quanto previsto dalla normativa vigente in materia di inquinamento
atmosferico e di salvaguardia della salute umana".
Ma Ahimè, anche per tale problema si
preferisce la via breve e meno impegnativa, che faccia spremere meno le
meningi: la combustione sopratutto!
Il percorso di avviare al rispetto
delle leggi e della Natura, sopratutto, attraverso la banale
incentivazione del compostaggio anche per residui importanti provenienti
dai frantoi, non va assolutamente presa in debita considerazione.
Mi chiedo, infine, e insieme a me lo
gridano ad alta voce tante associazioni e tantissime persone: quando
avremo finalmente un forza sociale e politica e quando potremo
finalmente contare su un Governo della nazione che badi in primis ai
bisogni reali e al benessere della popolazione?
Bartolomeo Terzano, Presidente ISDE Campobasso
(by Nicola)
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