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Cara Milena,
sono
uno dei tanti che ha sempre apprezzato il tuo stile giornalistico di
inchiesta, basato su fatti verificati e sulla base di informazioni
attendibili da parte di soggetti competenti in campo scientifico,
mentre il tuo ultimo pezzo sugli inceneritori è decisamente
superficiale su un tema complesso, approssimativo nel fornire dati
disomogenei e soprattutto demagogico nell’indicare
la
soluzione ai “690 roghi di rifiuti”
che
tu denunci.
Iniziando
già del titolo e dal sottotitolo, che sono in genere la sintesi dei
contenuti, dire “mancano
inceneritori”
seguito
da “….
Impianti che dalla spazzatura, con basse emissioni, creano energia”,
affermazioni che ad essere buoni sono del tutto infondate e basate su
valutazioni “un tanto al chilo”, forse prese da fonti poco
attendibili, ma di cui ti voglio motivare nel dettaglio quali siano
le carenze nel tuo articolo su un tema complesso che esigerebbe ben
altra trattazione.
1-“Mancano
inceneritori” è una dichiarazione falsa non basata su evidenze
scientifiche, dal momento che è vero esattamente l’opposto in
quanto al momento in Italia c’è un surplus di “capacità di
incenerimento” rispetto alla materia prima occorrente il CDR/CSS di
cui e per fortuna non se ne produce a sufficienza, necessaria ad
alimentare parte dei 40 inceneritori in esercizio.
Ti
dettaglio in merito che solo una parte degli inceneritori sono
alimentati con “rifiuti
indifferenziati talquali”
quindi
non selezionati a CDR/CSS, come
da sempre avviene per quelli di Brescia e di Acerra,
che hanno uno scarso rendimento termico compensato con immissione
massiccia di metano per favorire la combustione, quindi non proprio
una tecnologia che “crea
energia”
ma
al contrario è una “industria
energivora oltre che nociva”.
La maggior parte è invece alimentata a CDR/CSS attraverso la
selezione in impiantI di trattamento cosiddetti TMB.
2-
Una tecnologia limitata e limitante in tutti i sensi!
Il
fatto specifico che soltanto
a Brescia ed a Bolzano, ma non ad Acerra ed in gran parte dell’Italia
che non ha un clima “polare”,
il gestore dell’inceneritore abbia costruito un impianto di
teleriscaldamento ti dovrebbe far riflettere su quanto sia limitata
tale tecnologia a causa del suo regime
di monopolio coatto e
del costo
in termini di manutenzione e di scarsa efficienza energetica
dovuta
alle inevitabili “dispersioni di calore”
per
il trasporto di calore a distanza.
3-
In natura nulla si crea…
La
incauta definizione di “creazione”
di energia”
viene
forse meglio descritta da una più avveduta formula di “recupero
di energia”,
tenendo conto del principio della termodinamica che “nulla si crea
e nulla si distrugge” ma banalmente il rifiuto incenerito si
“trasforma” in ceneri pesanti e ceneri leggere o polveri sottili
pm10 sempre tossiche
da
smaltire, polveri ultrasottili pm 2,5 e nanopolveri pm 0,1 che non
sono filtrabili con nessun sistema meccanico e vengono “smaltite in
atmosfera”.
Queste
polveri sono quelle che trasportano molecole di
diossine-furani-pcb-metalli pesanti che non sono degradabili ma si
accumulano sui suoli circostanti in un raggio di almeno venti
chilometri e entrano nel ciclo biologico umano attraverso gli
animali allevati per produrre latte e carne, accumulandosi nei grassi
del nostro organismo ed in particolare nel latte materno delle donne
in gravidanza.
E’ certamente vero che il
calore prodotto dalla combustione del metano (immesso dalla rete) e
dei rifiuti inceneriti si può “trasformare” attraverso apposite
centrali termiche in energia elettrica. Ma ti informo che il
rendimento termico degli inceneritori è circa del 24%, un valore
così basso che conviene di certo bruciare metano per produrre
energia elettrica, da cui puoi dedurre che il 76% del contenuto
energetico della “materia prima” viene di fatto azzerato, con
ulteriore consumo di energia e materia per riprodurre la stessa
materia prima.
4- I Sovvalli
Come tu stessa dichiari nei depositi di rifiuti, oggetto di roghi dolosi e pericolosi per la salute pubblica, vengono ammassati i “SOVVALLI” una frazione che proviene dal trattamento di selezione dei rifiuti talquali negli impianti TMB. Questi impianti hanno un bilancio in uscita di circa il 25% del citato CDR/CSS da incenerire (la frazione combustibile plastico-cellolosica), circa il 35% di Frazione organica da stabilizzare che va infine in discarica e circa il 40% tra perdite di esercizio e SOVVALLI destinati ancora alla discarica.
Credo
sia chiaro a questo punto che la “frazione combustibile” per il
90% è stata già selezionata, quindi
nei “sovvalli” non troverai che “scarti” di materiali misti
contenenti anche limitate parti di plastica e cellulosici, ma in
larga parte frazione organica non intercettata, schegge di vetro,
residui di metalli e legno, residui tessili che, dovendo andare in
discarica “a
costo” di almeno 120-140 euro/tonnellata,
può
certamente risultare più “conveniente” anche se CRIMINALE dargli
fuoco piuttosto che pagare il conferimento in discarica.
5- Le nuove direttive europee prevedono la dismissione degli inceneritori!
Ultimo
chiarimento in materia, ti informo che le
nuove direttive sull’economia circolare approvate nel maggio 2018
ed in via di recepimento in tutta europa prevedono la dismissione
degli inceneritori a favore di impianti di “riciclaggio e di
recupero di materia”,
dato che l’inceneritore e le discariche di servizio necessarie
rispondono alla logica di un consumo “usa e getta”, una logica
che non ci possiamo più permettere in termini di reperimento delle
materie prime da estrarre che non abbiamo.
6- altro che inceneritori, servono impianti di compostaggio e selezione.
Pertanto, il punto OGGI non è certo quello di “costruire altri inceneritori”, che necessitano di circa sette anni in termini autorizzativi e costruttivi, ma dobbiamo costruire gli impianti di compostaggio aerobico per la frazione organica e di selezione dei materiali “differenziati” che devono essere la “materia prima secondaria” per costruire i beni ed i prodotti da riprogettare in chiave di “circolarità” e di “sostenibilità ambientale”.
Spero
che questa lettera possa farti riflettere su quanto sia poco utile
sparare un titolo su un tema cosi complesso, anche se di estrema
attualità, su cui noi ed altri da oltre un decennio ci siamo
impegnati.
Roma 8 ottobre 2019
Per il Movimento Legge Rifiuti Zero per l’economia circolare
Il presidente
Massimo Piras
(by Nicola)
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