Presentazione del
libro “L’avvenire dei diritti di libertà” di Piero Calamandrei.
Introduzione del Professor Enzo Di Salvatore (costituzionalista
dell’Università di Teramo) che sarà presente all’evento.
Seguirà dibattito con il pubblico.
È il 1945 quando Piero Calamandrei
decide di interrogarsi sul significato delle libertà. E lo fa con uno
scritto destinato a introdurre la ripubblicazione di un libro dello
storico ed ecclesiasticista Francesco Ruffini, dato alle stampe e
circolato clandestinamente vent’anni prima. In quelle pagine, riproposte
nel testo presentato nell’incontro, il giurista toscano afferma che il
liberalismo economico del XIX secolo fu uno strumento di cui la
borghesia si servì per escludere tutti gli altri dal godimento delle
libertà politiche. Non fu, dunque, garanzia di progresso sociale, ma
privilegio, sfruttamento dei più poveri da parte dei più ricchi, in
quanto era l’appartenenza a una determinata classe sociale ad assicurare
la partecipazione attiva alla vita dello Stato. Poi sopraggiunse il
fascismo e i diritti vissero il loro momento più buio. Solo quando nuove
forze sociali riuscirono a emergere, si riconquistò anche la libertà
perduta. Ma ci si convinse presto che la proclamazione delle libertà
implicasse un’azione dello Stato volta a rimuovere gli «ostacoli di
ordine economico e sociale» che si frapponevano di fatto al godimento
dei diritti: perché la libertà fosse, appunto, di tutti e perché la
democrazia e la giustizia sociale potessero infine trionfare sul
privilegio, sui soprusi e sull’egoismo. Denso e a tratti lirico, il
saggio colpisce per la sua straordinaria attualità e sa parlare al
lettore con chiarezza esemplare.
(by Nicola)
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