LA COSTITUZIONE HA SETTANTA ANNI
E tutto quello che c’è stato di buono lo si deve a Lei.
L’Italia usciva sconfitta dalla seconda guerra mondiale, che aveva distrutto
tutto: case, ferrovie, ponti, fabbriche, strade e chi più ne ha più ne
metta, con gli spietati bombardamenti a tappeto degli anglo americani
(detti “gli alleati”, non nostri, evidentemente, ma tra loro). Ma per
fortuna essa non riuscì a distruggere le possenti intelligenze dei
nostri Padri costituenti, i quali compirono un vero miracolo (che gli
incolti della cultura chiamano “compromesso”), ma che in realtà fu una
“fusione” di tre principi che non possono vivere l’uno disgiunto
dall’altro: la “libertà” (rappresentata dalle forze liberali),
l’“eguaglianza” (rappresentata dai social comunisti), la “solidarietà”
(rappresentata dai democristiani). E fu così che davvero divenne
possibile porre le basi di una solida democrazia fondata sul lavoro.
L’assurda pretesa di fondare la democrazia sulla “libertà” è un
controsenso, poiché una libertà senza “eguaglianza” e senza
“solidarietà” sfocia inevitabilmente nella dittatura di pochi e nella
schiavitù di tutti. Chi lo nega è semplicemente accecato dalla teoria
sopraffattrice del neoliberismo, che fu introdotta in Italia con un
libro di un modesto economista della Scuola di Chicago, Milton Friedman,
tal titolo “Storia della moneta americana dal 1867 al 1960”, e che ebbe
grande successo in Cile, che Pinochet ridusse alla miseria, poi in
nell’Inghilterra della Thatcher e infine negli Stati Uniti di Reagan e
di Clinton. Ora prospera felicemente anche in Cina, dopo che Eltsin ha
avuto la dabbenaggine di regalare a una novantina di famiglie borghesi
l’intero patrimonio mobiliare e immobiliare del Popolo russo.
Questa teoria predica la “diseguaglianza”, la “forte competitività” e il
“predominio di pochi su tutti”. Essa non tiene conto del fatto che
l’economia non è una scienza esatta, come ad esempio, la fisica, alla
quale possono agevolmente applicarsi modelli matematici. L’economia è un
sistema ideato dall’uomo e la storia degli ultimi anni ci dice che
finché, ispirandoci alla nostra Costituzione repubblicana, abbiamo
seguito la teoria keynesiana, che vuole la redistribuzione della
ricchezza, la valutazione del lavoro e l’intervento dello Stato, cioè
del Popolo, nell’economia, abbiamo avuto trenta anni di benessere,
sfociati nel “miracolo economico italiano”.
I guai sono
cominciati quando ci siamo ispirati ai Trattati Europei fondati, in gran
parte, su principi neoliberisti. Così siamo diventati tutti poveri,
mentre pochi ricchi si sono posti al comando dell’intera umanità.
Chi ha ancora il lume della ragione sa che non abbiamo altra via da
seguire, se non quella, della della Costituzione. Oramai lo diciamo in
molti: chi vuole la “dignità” dell’uomo e il suo benessere, deve
chiedere una sola cosa: che essa sia attuata! I Soloni del momento sono
avvertiti.
Paolo Maddalena
www.attuarelacostituzione.it
(by Nicola)
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