COMUNICATO STAMPA
Nonostante
le gravi eccezioni già sollevate, i contestati lavori dell’ENEL
che riteniamo dannosi sul letto del fiume Volturno, adiacente gli
scavi archeologici di San Vincenzo Al Volturno, stanno
incredibilmente continuando, come si evince dalla foto scattata ieri
30 luglio. Ne avevamo chiesto il fermo immediato per i motivi che qui
ribadiamo: spropositata cementificazione finalizzata alla deviazione
del Volturno per “operazioni di ripulitura”, con 200 camion di
pietrisco, 200 canali prefabbricati di cemento, rischi di allagamento
nella fase di riversamento dell’acqua (come accadde la volta
scorsa), inesistenza di chiarezza sullo smaltimento futuro di tale
montagna di rifiuti speciali a fine lavori. Lavori che dureranno vari
mesi.
Non
è stata presa in considerazione la verifica di fattibilità della
proposta alterativa: ripulitura da effettuare a monte agendo sui due
canali scolmatori, come si faceva anticamente.
Come
si nota dalle foto allegate v’è il prosciugamento del letto del
fiume, con
tutte le conseguenze dannose per
la fauna e la flora ittica
e lo straordinario ambiente circostante, e in fondo alla foto si nota
il “Ponte della Zingara” (la cui volta è destinata a colmarsi
dei canali di cemento): è l’’antico ponte costruito in conci di
travertino per consentire il passaggio all’antica abbazia,
risalente secondo gli studiosi probabilmente alla fase tardoromana
(IV-V d.C.), in funzione durante l'esistenza del monastero insieme ad
un altro ponte (il cosiddetto Pons Marmoreus), che si trovava circa
200 m. più a monte.
E
ribadiamo: tale scempio in un momento in cui la fruibilità
dell’importante sito archeologico dovrebbe essere al suo massimo.
Nell’insistere
col blocco dei lavori e la verifica di eventuali responsabilità per
le conseguenze dannose per la collettività, annunciamo che stiamo
comunque verificando l’esistenza o meno di tutte le autorizzazioni
necessarie, poiché allo stato pare che ne manchi qualcuna
fondamentale (ma il dato è ancora da accertare, e non appena
possibile riferiremo in merito).
Rilanciamo
comunque la nostra proposta: un progetto di recupero e di
valorizzazione di quel tratto del fiume Volturno, in sinergia con lo
sviluppo del sito archeologico a gestione pubblica e socialmente
controllata, ribaltando una realtà negativa, cioè di un sito
rimasto altamente sotto valorizzato, non solo a causa dei tagli
imposti dagli usurai della Troika a livello centrale , ma anche a
causa del dominio del potere economico-ecclesiastico locale sulla
giunta regionale e gli organi statali, nonché del combinato
disposto, di servilismo e grezza inettitudine, dei sindaci di Castel
San Vincenzo dell’ultimo ventennio.
31/07/2015 IL
COORDINATORE
Tiziano
Di Clemente
(by Nicola)
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