https://www.change.org/p/lo-stato-protegga-il-testimone-di-giustizia-franco-gaetano-caminiti
Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella
Al Presidente della Commissione parlamentare antimafia on. Rosy Bindi
Al Viceministro dell'Interno on. Filippo Bubbico
L’associazione nazionale di volontariato 'I Cittadini contro le mafie e la corruzione', nelle persone di:
- Antonio Turri (Presidente);
- Valeria Grasso (Responsabile delle politiche per l'assistenza alle
vittime delle mafie - Imprenditrice e testimone di giustizia);
- Letizia Giancola (Referente per le tematiche e le istanze inerenti i testimoni di giustizia);
chiede formalmente un’audizione in Commissione parlamentare
antimafia, al fine di sottoporre all'attenzione della stessa la storia
di Franco Gaetano Caminiti, imprenditore di Reggio Calabria
destinatario, da 20 anni, di reiterate minacce e intimidazioni da parte
della ‘ndrangheta.
La drammatica vicenda di Caminiti ha inizio nel 1993, quando decide
di aprire una sala giochi a Reggio Calabria dopo essere stato licenziato
da un’azienda privata. Fin da subito, la cosca del luogo mette gli
occhi sull’attività e gli chiede di venderla per 30 milioni di lire. Il
deciso rifiuto dell'imprenditore ottiene in risposta una lunga serie di
minacce e atti vandalici (55 in 20 anni) che si concretizza prima, nel
2009, nell’incendio dell’attività (a causa del quale il figlio è rimasto
in rianimazione per mesi), e poi, nel 2011, in un tentato omicidio ai
suoi danni, in perfetto stile mafioso, dal quale si è salvato per
miracolo restando ferito ad un braccio.
Alla fine del novembre scorso, grazie alla sua testimonianza, la
Procura di Reggio Calabria ha ottenuto, in secondo grado, la condanna
per gli imputati nel Processo 'Azzardo', nato dall’inchiesta condotta
contro presunti esponenti della cosca Latella: Vincenzo Nettuno, Gennaro
Gennarini e Terenzio Minniti. I tre malviventi pretesero che Caminiti
installasse nella sua sala giochi un software illegale per il poker
online, attraverso il quale riciclare i proventi delle attività illecite
e gestire i guadagni del gioco d’azzardo ai danni del fisco, grazie ad
un sito web mediante il quale i giocatori avrebbero effettuato pagamenti
non tracciati. Di fronte al suo netto rifiuto, i tre estorsori lo
minacciarono di far intervenire i Latella; Caminiti, però, registrò gli
atti intimidatori, sporse denuncia consegnando i filmati alle forze
dell’ordine e confermò le accuse nel processo. La sua testimonianza è
stata ritenuta dai giudici 'lineare e asciutta, senza alcuna
enfatizzazione dei fatti', come scritto nelle motivazioni della sentenza
di condanna per tentata estorsione aggravata.
Nonostante la tutela, la 'ndrangheta non ha mai smesso di tormentare
l'imprenditore. Solo pochi giorni fa, ha ricevuto l’ennesima
intimidazione: una lettera contenente minacce di morte a lui e alla sua
famiglia, minacce che non hanno risparmiato neppure la sua nipotina, una
bimba di appena 8 mesi, con l'invito a ritrattare le dichiarazioni rese
alla magistratura in vista del ricorso in Cassazione per il processo
'Azzardo'. In passato le minacce sono state anche più allarmanti: dalla
testa di capretto mozzata alla lettera, recapitata direttamente presso
la propria abitazione, imbottita di esplosivo al plastico che, secondo
il rapporto degli artificieri, non si è innescato 'solo' perché la
batteria non aveva l’energia necessaria per trasmettere l’impulso al
detonatore.
L'associazione 'I Cittadini contro le mafie e la corruzione' ritiene
che quella di Franco Gaetano Caminiti sia una situazione anomala: grazie
alla sua testimonianza, sono stati condannati a 4 anni e 6 mesi i suoi
estorsori, ma, ciononostante, non gli è stato riconosciuto lo status di
testimone di giustizia previsto dalla legge e, di conseguenza, lui e la
sua famiglia non sono è stati ancora sottoposto al relativo programma di
protezione ormai non più procrastinabile.
“Non ho mai preteso nulla dallo Stato – dichiara Caminiti – solo che
mi si riconoscesse il diritto a lavorare e condurre la mia attività”. Al
momento, invece, quest'uomo onesto e coraggioso si trova in serio
pericolo di vita.
(by Nicola)
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