La
città di Isernia è segnalata dall’ISTAT tra le ultimissime per
raccolta differenziata: solo
l',8%
(!) a fronte di una media nazionale del 32%. Vi sono comuni che
arrivano al 70-80%. La gestione servizio rifiuti è privatizzata
con vincoli di sei anni e strane proroghe, dal
costo di circa 2 milioni di euro l’anno.
Isernia,
anche per la gestione dei rifiuti, sconta così il disastroso
decennio della giunta di destra Melogli. Eppure, ancora oggi, il
pregresso grezzume politico vanta di “aver
dato ad Isernia la Ferrari”…sic!,
tra un detto latino e l’altro alla Lotito, estraibili da internet
per chi volesse ostentare l’esser dotto. Invero l’unico
riciclaggio locale, veloce “come la Ferrari”, pare sia solo
quello del denaro della borghesia criminale o cravattaia, spesso di
oltre regione. A parte il messaggio rozzamente diseducativo della
“Ferrari come aspirazione”.
Solo
per fare un esempio, per tutta la città: davanti al palazzo della
Provincia troviamo alcuni dei cassonetti destinati alla
differenziata, spesso pieni ed inaccessibili; un giorno uno di essi
stava cadendo su un auto dal marciapiede inclinandosi. Per il vetro
il coperchio è anche chiuso, per cui molte persone o vi rinunciano o
lasciano sul luogo le buste. Non sono neanche a norma, poiché privi
del “pedale” per alzare il coperchio, prescritto per elementari
esigenze igieniche ed anche per le persone più anziane. Lo stesso
dicasi per i cassonetti della indifferenziata, alcuni dei quali anche
malridotti. Occorre dunque cambiare rotta.
Il
Comune di Isernia, anche per gli aspetti pratici del “come si fa”
e per inserirsi negli aiuti comunitari finanziari, inizi ad aderire
alla rete delle centinaia di comuni che hanno adottato la “strategia
rifiuti zero entro il 2020”;
noi aggiungiamo nell’ambito
di una gestione pubblica comunale o anche intercomunale posta sotto
il controllo popolare, volta non al profitto privato ma a soddisfare
la grande esigenza collettiva legata al ciclo dei rifiuti.
Invece
di sperperare milioni di euro per la discarica privatizzata,
inquinando, si inizi ad organizzare il servizio
di raccolta “porta a porta”. Nelle
attuali esperienze in atto
in
Italia,
il
Comune
fornisce
gratuitamente i kit di raccolta; in dati orari e giorni della
settimana essi vengono ritirati; nel contempo ci si collega con le
attività di riciclo del materiale differenziato (l’umido per
fertilizzanti, plastica, vetro, carte ecc.). Risultato: riduzione
notevole (si punta al 100% entro il 2020) dello smaltimento in
discarica; abbattimento notevole del costo della discarica con
reimpiego per il potenziamento del servizio e maggiore occupazione;
possibilità di ridurre la tassa per gli utenti che riducono il
residuo non riciclabile a vantaggio della differenziata (mediante
microchip dal costo di soli 50 centesimi per il Comune, applicati sui
contenitori); maggior decoro urbano e recupero parcheggi poiché
dovranno sparire i cassonetti attuali per strada.
Sappiamo
che si presenteranno diversi problemi pratici, ad esempio per i
condomini più grandi o per i vicoli del centro storico o problemi di
cambio di abitudini e anche di approccio culturale: essi vanno però
affrontati e sono risolvibili democraticamente con l’incontro e la
discussione, a partire dagli amministratori di condominio per
affrontare i casi particolari, per le specifiche soluzioni tecniche;
come anche sarà necessaria una densa campagna di informazione e
sensibilizzazione rispetto alla raccolta differenziata, per eliminare
le discariche, CO2 e l’avvelenamento della nostra terra (ecomafia a
parte); e ancora con la ovvia previsione di assistenza nella raccolta
differenziata per gli anziani, i diversamente abili o comunque le
persone più disagiate. E si potrebbe continuare.
Ad
esempio il Comune di Capannori di 46 mila abitanti (Toscana) è già
all’80% ed ha anche iniziato la sperimentazione su 8 frazioni di 6
mila abitanti con il nuovo sistema suddetto dei microchip, applicati
ai sacchetti per utenza, ottenendo il passaggio già al 90%, con
riduzioni tariffarie per chi residua meno rifiuti indifferenziati.
Sappiamo
che occorrerà procedere gradualmente, ma di certo dobbiamo
recuperare i dieci anni sprecati dalla disastrosa giunta di destra;
per cui prima si parte meglio è, riorganizzando un servizio
essenziale da cui possa anche svilupparsi non solo la tutela della
dell’ambiente e nuova occupazione, ma anche una nuova e più
elevata coscienza civile ed ambientale in ogni singolo abitante.
30-06-2013 IL
COORDINATORE Tiziano Di Clemente
(by Nicola)
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