Alberto Cuppini: “Se
l'attuale bozza della Strategia Energetica Nazionale dovesse essere
confermata per quello che riguarda il nuovo (inverosimile ed
irrazionale) obiettivo della produzione da rinnovabili elettriche al
2020, e considerando che ormai il tetto massimo di spesa per
l'incentivazione al fotovoltaico è già stato raggiunto, si dovrebbe
realizzare una produzione massiccia dalle altre FER elettriche. Si
teme che tra queste venga privilegiato l'eolico industriale. Ammesso
(ma non concesso) che vengano rispettati i contingenti già fissati
per il triennio 2013-2015, dal 2016 al 2020 si renderebbe inevitabile
l'installazione di una quantità finora impensabile di pale, in
particolare nelle zone più ventose del paese fino a questo momento
escluse per i pre-esistenti vincoli paesaggistici ed ambientali. Da
qui l'iniziativa delle Associazioni che si oppongono (soprattutto) al
grande eolico indiscriminato di scrivere un documento comune
indirizzato ai Ministri interessati”.
Ecco il testo del comunicato stampa:
Eolico. Cartello di Associazioni scrive al Governo in occasione della Strategia Energetica Nazionale.
Dirottare risorse dalle rinnovabili elettriche ad altri settori.
5 Novembre 2012.
Fermare il disastro territoriale, ambientale, paesaggistico, finanziario in atto con la corsa all’eolico, dirottare le risorse finanziarie verso più utili politiche di efficienza e risparmio energetico, investire nel rendere meno impattante il settore del trasporto, rivitalizzare ricerca e innovazione, espandere tecnologie amiche dell’ambiente come quelle nel settore del riscaldamento-raffrescamento. Ulteriore, moderata crescita delle rinnovabili elettriche solo con il fotovoltaico sulle superfici edificate o dove sorgono infrastrutture.
E’ la sintesi dell’articolata e argomentata istanza che, ancora una volta dopo anni, un cartello di Associazioni ambientaliste (ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS) sottopongono ai vertici di governo per affrontare il “caso” tutto italiano dello sviluppo, distorto, delle rinnovabili.
Nella nota trasmessa ai principali Ministri interessati (Finanze, Sviluppo economico, Ambiente, Beni culturali, Agricoltura, Turismo, Coesione territoriale) oltre al premier Monti, si richiama la preoccupazione per il vilipendio di valori territoriali tutt’ora in atto, a causa di errori disastrosi commessi in questi anni e che, invece di essere affrontato, rischia di essere aggravato senza contropartite.
Nella SEN (Strategia Energetica Nazionale), infatti, la soglia del 26,39% di rinnovabili elettriche programmato al 2020, e già oggi raggiunto, viene improvvisamente elevato al 36-38%.
In realtà un aumento “ingannevole” senza alcuna preventiva valutazione di carattere territoriale, ambientale, paesaggistica ed economica, che paradossalmente nasconde conseguenze negative anche per la stessa lotta ai gas serra.
“Da un lato – spiegano le Associazioni - tale aumento dell’obiettivo delle rinnovabili elettriche senza che sia posto alcun limite alle tecnologie, come l’eolico, determinerà il sacrificio su vasta scala di ulteriori, immensi territori fra i più belli e delicati del nostro Paese, per contribuire al raggiungimento, nel breve tempo di soli otto anni, di un incremento di ulteriori 10-12 punti percentuale di rinnovabile nel comparto elettrico, e per il quale non vi è alcun nuovo obbligo internazionale. Un ennesimo lucroso regalo a chi ha già occupato migliaia e migliaia di ettari con piantagioni eoliche o distese di pannelli fotovoltaici e che, anzi, dovrebbe essere tassato in ragione di rendite sproporzionate.
“Dall’altro – proseguono - un contesto economico e finanziario durissimo, pagato ogni giorno da milioni di italiani in difficoltà. Dovrebbero quindi essere tagliati gli sprechi nel settore e dovrebbero essere favorite politiche che permettano maggiori riduzioni dei gas serra e portino anche vantaggi sociali, come il sostegno ai trasporti pubblici (colpiti invece da tagli di risorse) o agli impianti solari e fotovoltaici sui tetti degli stabili condominiali o delle aziende agricole, con indirette integrazioni al reddito delle famiglie, o, ancora, un imprescindibile sostegno ai nostri ricercatori dirottando una più dignitosa frazione del fiume di incentivi all’innovazione tecnologica di tutto il settore delle rinnovabili.
“Invece con questa Strategia energetica – che, al già abnorme importo di 9 miliardi spesi nel 2011 come incentivi alle rinnovabili elettriche, da quest’anno prevede l’aumento di altri 3,5 miliardi, per un totale di ben 12,5 miliardi di euro all’anno protratti per 20 anni - si predispongono pesanti aggravi di spese a danno di famiglie, consumatori e imprese italiane, perseguendo risultati di contenimento delle emissioni più modesti rispetto alle alternative possibili”.
La stessa SEN afferma che, come percentuale sui consumi totali, il calore (riscaldamento e raffrescamento) “rappresenta la quota più importante, pari a circa il 45% del totale, seguito da quello dei trasporti, con poco più del 30% e infine da quelli elettrici.”
Le Associazioni ricordano che la crescita degli obiettivi di riduzione dei gas serra deve essere perseguita con convinzione ma rispettando la capacità produttiva delle stesse rinnovabili, la sostenibilità ambientale e in relazione alle possibilità offerte dal nostro territorio, che rappresenta un bene limitato, prezioso, irrinunciabile.
Nel campo delle rinnovabili elettriche un’ulteriore crescita è ammissibile, moderatamente, attraverso tecnologie come il fotovoltaico, capaci di integrarsi nei tessuti già urbanizzati o occupati da infrastrutture ma privi di significato storico e architettonico, di cui l’Italia purtroppo abbonda con centinaia di migliaia di ettari.
ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS.
Ecco il testo del comunicato stampa:
Eolico. Cartello di Associazioni scrive al Governo in occasione della Strategia Energetica Nazionale.
Dirottare risorse dalle rinnovabili elettriche ad altri settori.
5 Novembre 2012.
Fermare il disastro territoriale, ambientale, paesaggistico, finanziario in atto con la corsa all’eolico, dirottare le risorse finanziarie verso più utili politiche di efficienza e risparmio energetico, investire nel rendere meno impattante il settore del trasporto, rivitalizzare ricerca e innovazione, espandere tecnologie amiche dell’ambiente come quelle nel settore del riscaldamento-raffrescamento. Ulteriore, moderata crescita delle rinnovabili elettriche solo con il fotovoltaico sulle superfici edificate o dove sorgono infrastrutture.
E’ la sintesi dell’articolata e argomentata istanza che, ancora una volta dopo anni, un cartello di Associazioni ambientaliste (ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS) sottopongono ai vertici di governo per affrontare il “caso” tutto italiano dello sviluppo, distorto, delle rinnovabili.
Nella nota trasmessa ai principali Ministri interessati (Finanze, Sviluppo economico, Ambiente, Beni culturali, Agricoltura, Turismo, Coesione territoriale) oltre al premier Monti, si richiama la preoccupazione per il vilipendio di valori territoriali tutt’ora in atto, a causa di errori disastrosi commessi in questi anni e che, invece di essere affrontato, rischia di essere aggravato senza contropartite.
Nella SEN (Strategia Energetica Nazionale), infatti, la soglia del 26,39% di rinnovabili elettriche programmato al 2020, e già oggi raggiunto, viene improvvisamente elevato al 36-38%.
In realtà un aumento “ingannevole” senza alcuna preventiva valutazione di carattere territoriale, ambientale, paesaggistica ed economica, che paradossalmente nasconde conseguenze negative anche per la stessa lotta ai gas serra.
“Da un lato – spiegano le Associazioni - tale aumento dell’obiettivo delle rinnovabili elettriche senza che sia posto alcun limite alle tecnologie, come l’eolico, determinerà il sacrificio su vasta scala di ulteriori, immensi territori fra i più belli e delicati del nostro Paese, per contribuire al raggiungimento, nel breve tempo di soli otto anni, di un incremento di ulteriori 10-12 punti percentuale di rinnovabile nel comparto elettrico, e per il quale non vi è alcun nuovo obbligo internazionale. Un ennesimo lucroso regalo a chi ha già occupato migliaia e migliaia di ettari con piantagioni eoliche o distese di pannelli fotovoltaici e che, anzi, dovrebbe essere tassato in ragione di rendite sproporzionate.
“Dall’altro – proseguono - un contesto economico e finanziario durissimo, pagato ogni giorno da milioni di italiani in difficoltà. Dovrebbero quindi essere tagliati gli sprechi nel settore e dovrebbero essere favorite politiche che permettano maggiori riduzioni dei gas serra e portino anche vantaggi sociali, come il sostegno ai trasporti pubblici (colpiti invece da tagli di risorse) o agli impianti solari e fotovoltaici sui tetti degli stabili condominiali o delle aziende agricole, con indirette integrazioni al reddito delle famiglie, o, ancora, un imprescindibile sostegno ai nostri ricercatori dirottando una più dignitosa frazione del fiume di incentivi all’innovazione tecnologica di tutto il settore delle rinnovabili.
“Invece con questa Strategia energetica – che, al già abnorme importo di 9 miliardi spesi nel 2011 come incentivi alle rinnovabili elettriche, da quest’anno prevede l’aumento di altri 3,5 miliardi, per un totale di ben 12,5 miliardi di euro all’anno protratti per 20 anni - si predispongono pesanti aggravi di spese a danno di famiglie, consumatori e imprese italiane, perseguendo risultati di contenimento delle emissioni più modesti rispetto alle alternative possibili”.
La stessa SEN afferma che, come percentuale sui consumi totali, il calore (riscaldamento e raffrescamento) “rappresenta la quota più importante, pari a circa il 45% del totale, seguito da quello dei trasporti, con poco più del 30% e infine da quelli elettrici.”
Le Associazioni ricordano che la crescita degli obiettivi di riduzione dei gas serra deve essere perseguita con convinzione ma rispettando la capacità produttiva delle stesse rinnovabili, la sostenibilità ambientale e in relazione alle possibilità offerte dal nostro territorio, che rappresenta un bene limitato, prezioso, irrinunciabile.
Nel campo delle rinnovabili elettriche un’ulteriore crescita è ammissibile, moderatamente, attraverso tecnologie come il fotovoltaico, capaci di integrarsi nei tessuti già urbanizzati o occupati da infrastrutture ma privi di significato storico e architettonico, di cui l’Italia purtroppo abbonda con centinaia di migliaia di ettari.
ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS.
(by Nicola)
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