[...] la storia di Lea Garofalo, di questo ci parla. Di una vita
violenta vissuta in un clima di perenne e quotidiana violenza.
Un’esistenza dove la tenerezza, l’affetto, la comprensione non hanno mai
trovato spazio. Forse, ma questo lo si avverte leggendo il libro e
soffermandosi a riflettere sulle pagine più dense, alla fine della sua
vicenda umana. Lea aveva capito che una vita violenta non è più vita e
per questo aveva chiesto aiuto. Allo Stato, a questa cosa
incomprensibile e troppo lontana per una ragazza di Calabria, allo Stato
come unica entità cui aggrapparsi in quel momento. Perché quando rompi
con la famiglia, quando vuoi venirne fuori, diventi una infame, una cosa
lorda, la vergogna per il padre, i fratelli, il marito. E la vergogna
si lava con il sangue. (dalla Prefazione di Enrico FIERRO).
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(by Nicola)
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